Chi ha ucciso Ali non è un terrorista. Chi ha ucciso Ali è un ebreo
israeliano che occupa terre non sue e che vuole cacciare via tutti gli abitanti
non ebrei che stanno vicino alle colonie. Colonie volute per legge da tutti i
governi israeliani. Chi ha ucciso Ali non è un terrorista , o meglio non è più
terrorista della ministra della giustizia israeliana Avelet Shaked che ha fatto
pubblicamente appello al genocidio dei palestinesi. Non è più terrorista dei
coloni che quotidianamente incendiano campi, sradicano uliveti, lanciano pietre
ai bambini palestinesi che vanno a scuola. Non è più terrorista di quei
ragazzini e ragazzine vestiti da militari con il mitra in mano che
quotidianamente rapiscono uomini, donne e bambini palestinesi senza il minimo
di una giustificazione legale che peraltro nessun giudice chiede. Non è
più terrorista di quei ragazzini e quelle ragazzine vestiti da militari che
dentro un autoblindo bloccano strade non loro, impedendo una vita normale ai
palestinesi che in quelle strade devono passare per andare a lavorare o
in ospedale, o a trovare familiari in un paese vicino. Non è più
terrorista di quei ragazzini e ragazzine vestiti da militari con il mitra in
mano che nel cuore della notte entrano nelle case dei Palestinesi svegliano i
bambini che dormono, li terrorizzano e poi se ne vanno. Non è più terrorista di
chi decide di radere al suolo interi palazzi dove bambini donne uomini e vecchi
stanno cercando riparo sperando invano che all’orrore non si
aggiunga orrore.
Tutto questo per perseguire l’obiettivo sempre meno nascosto dei governi Israeliani: rendere la vita impossibile ai Palestinesi e cacciarli via dalla loro terra.
Tutto questo per perseguire l’obiettivo sempre meno nascosto dei governi Israeliani: rendere la vita impossibile ai Palestinesi e cacciarli via dalla loro terra.
Fa comodo ora parlare di terrorismo. Prendere le distanze da questi infami
episodi è facile. Anzi può persino essere produttivo per la causa Israeliana.
Tutto si sposta sull’atto infame e nulla si tocca di quello che ha generato
questo atto. Si offre la mano ad Abu Mazen, che vedrete fra un po’ la
stringerà, in una stretta sempre più mortale per i Palestinesi. Ieri il
liberale ipocrita David Grosmann ( la definizione non è mia ma di Gideon Levy
giornalista israeliano tra i più conosciuti) che ha trovato pronta ospitalità
nel giornale sionista La Repubblica, se la prendeva con Netanyahu. Se la prendeva
perché “si ha la sensazione che nemmeno ora la leadership israeliana
capisca (o rifiuti di ammettere una realtà che le è insopportabile) che
elementi terroristici al suo interno le hanno dichiarato guerra….”.
Ancora una volta Grossman si rifiuta di ammettere che quello che vogliono “gli
elementi terroristici al suo interno” è in effetti il progetto di tutti i
Leader israeliani: cancellare Palestina e Palestinesi. Ed in effetti è lo
stesso Grossman che giustificava l’inizio della guerra Piombo Fuso (salvo poi
ipocritamente prenderne le distanze), che non riconosce il diritto al ritorno
dei Palestinesi, che è d’accordo con Netanyahu sulla condanna all’accordo
USA-IRAN e che nello stesso articolo di ieri su La Repubblica è capace di dire
senza il minimo pudore queste infamità: “Da oltre un secolo israeliani e
palestinesi girano e si rigirano in una spirale di vendetta. Nel corso della
lotta i palestinesi hanno trucidato centinaia di bambini israeliani, sterminato
intere famiglie e commesso crimini contro l’umanità. Anche lo stato israeliano
ha compiuto azioni analoghe contro i palestinesi, utilizzando aerei, carri
armati ed armi di precisione”.
Non mi interessa Grossman per me è solo una cartina di tornasole. Quanto
più la società civile israeliana prenderà le distanze da questi portatori
d’acqua tanto più vedrò la soluzione avvicinarsi. Per ora però purtroppo c’è
solo da aspettare (e lottare).
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