Una vittoria
disillusa per un Labour inoffensivo - Daniel Finn
Starmer prende soltanto il 33,7% dei
voti. Bene gli indipendenti di sinistra e i Verdi, che hanno contestato le
scelte su Gaza. Corbyn batte il suo ex partito. Ma nel paese cresce il razzismo
di Nigel Farage
Quando sono arrivati i risultati delle elezioni generali britanniche, il
politico laburista scozzese Jim Murphy ha fatto un’osservazione eloquente.
Murphy, che nel 2015 aveva portato il Partito laburista a una pesante sconfitta
in Scozia, questa volta si è rallegrato nel vedere il Partito nazionale
scozzese (Snp) andare male: «Non hanno perso voti solo rispetto ai laburisti,
anche rispetto ai non votanti. E in politica è molto più difficile rianimare le
persone che se ne sono andate e hanno deciso di non votare».
Murphy non riusciva a nascondere la propria eccitazione al pensiero di un
tale disimpegno dalla politica elettorale. Il suo partito è stato portato
all’apice del potere da un’ondata di apatia. Con il 60%, l’affluenza alle urne
è diminuita di oltre il 7% rispetto alle ultime elezioni del 2019. Si tratta di
uno dei dati più bassi da quando la Gran Bretagna ha adottato il suffragio
universale.
Il numero assoluto di voti espressi per il Labour è stato inferiore a
quello del 2019. Se si tiene conto del calo dell’affluenza, Keir Starmer ha
aggiunto meno del 2% ai voti ottenuti cinque anni fa. Il risultato finale del
Labour, 33,7%, è stato ben al di sotto della quota media di voti
del Labour sotto la leadership di Jeremy Corbyn, per non parlare del 40%
ottenuto nel 2017. Eppure Starmer ha conquistato una maggioranza schiacciante
di seggi alla Camera dei Comuni, grazie al crollo dei conservatori e al sistema
elettorale britannico «winner-takes-all».
Come ha dichiarato l’esperto di sondaggi John Curtice: «Sembra più un’elezione
persa dai conservatori che vinta dai laburisti». La quota di voti dei Tories è
scesa del 20%. Nel 2019, il partito della Brexit di Nigel Farage aveva eliminato centinaia di candidati spianando la
strada per la vittoria a Boris Johnson. Questa volta, il veicolo di Farage –
ribattezzato Reform UK – si è prefisso di danneggiare i Tory e ha ottenuto il
14% dei voti, creando un cuneo nella loro base elettorale.
Fin dal primo giorno, questo era il risultato che Starmer e il suo team
speravano di ottenere. Non avrebbero mai voluto andare al governo in mezzo a
un’ondata di entusiasmo con un ambizioso programma di riforme per affrontare la
sfaccettata crisi sociale della Gran Bretagna. Il loro obiettivo era quello di
rendere il Labour completamente inoffensivo per tutti coloro che beneficiano di
un modello economico disfunzionale.
Una grande maggioranza di seggi dopo una campagna elettorale sottotono e
con un tasso di astensione del 40% è, dal loro punto di vista, una situazione
abbastanza ideale. Ma non sarà certamente il trampolino di lancio per un
governo riformatore. Sebbene i conservatori si meritino ampiamente il loro
momento di umiliazione dopo aver preso a colpi di motosega i servizi pubblici britannici negli ultimi
quattordici anni, la nuova amministrazione ha tutta l’intenzione di mantenere
al potere la loro eredità distruttiva.
Risultati promettenti
Per coloro che vogliono qualcosa di più di un cambio di personale ai
vertici, ci sono stati diversi risultati promettenti. Dopo essere stato
cacciato da Starmer dal Partito laburista, Jeremy Corbyn ha mantenuto il suo seggio nel nord
di Londra come indipendente. Un sondaggio condotto poco prima delle elezioni
suggeriva che Corbyn fosse destinato alla sconfitta per mano del candidato
laburista, un imprenditore del settore sanitario privato di nome Praful
Nargund. Alla fine, però, ha battuto Nargund con una mobilitazione di
sostenitori che ha ricordato l’uso della propaganda di massa da parte dei
laburisti nel 2017.
Corbyn sarà affiancato alla Camera dei Comuni da altri quattro indipendenti
che hanno preso i seggi dai laburisti dopo aver condotto campagne contro il
sostegno di Starmer ai crimini di guerra israeliani a Gaza. Molti altri
indipendenti filo-palestinesi hanno sfiorato la vittoria, tra cui Leane
Mohamad, a cui sono mancati appena cinquecento voti per scalzare il segretario
ombra alla Sanità del Labour, Wes Streeting. Sarebbe stato un grande risultato
per Mohamad mettere fuori gioco Streeting, una figura autoreferenziale e
ambigua che ha manifestato il desiderio di accelerare la privatizzazione del
Servizio sanitario nazionale, ma in ogni caso dovrebbe essere orgogliosa della
propria performance.
Lo stesso Starmer ha dovuto affrontare una sfida nel suo collegio elettorale
di Londra da parte dell’attivista contro la guerra Andrew Feinstein. Feinstein,
sbucato dal nulla, ha ottenuto un buon 19% dei voti, mentre Starmer è calato
drasticamente, pur senza rischiare il seggio. Il Partito Verde, che si è
opposto con forza all’attacco a Gaza, ha ottenuto quasi il 7% dei voti
complessivi e ha conquistato quattro seggi, la migliore performance della sua
storia.
Il voto per i candidati anti-guerra e verdi suggerisce il potenziale di un
movimento di sinistra che combina un programma di riforme interne, sia sociali
che ecologiche, con una politica estera basata sulla pace, sui diritti umani e
sulla giustizia climatica. Sapevamo già dal periodo in cui Corbyn è stato
leader laburista che c’era un ampio sostegno a queste idee nella società
britannica. Ora sappiamo che è possibile ottenere un sostegno politico al di
fuori del Partito laburista, nonostante il sistema elettorale britannico con le
sue barriere all’ingresso per i gruppi più piccoli.
Un’ascesa resistibile
D’altra parte, il Labour ha ripreso la maggior parte dei suoi seggi
scozzesi dall’Snp, che era stato lo sfidante più efficace nell’ultimo decennio.
L’Snp ha conquistato quei seggi per la prima volta nel 2015 con una piattaforma
che evidenziava la sua opposizione all’austerità e alle armi nucleari.
Tuttavia, dopo essersi posizionata con tanto successo a sinistra dei laburisti,
la leader dell’Snp Nicola Sturgeon ha iniziato a spostarsi verso il centro sia in termini di
politica che di stile politico, soprattutto dopo il referendum sulla Brexit del
2016.
Possiamo far risalire le origini dell’attuale crisi dell’Snp al periodo in
cui la Sturgeon era leader, anche se alla fine i nodi sono venuti al pettine dopo che Humza Yousaf prima e John Swinney poi hanno
assunto la guida del partito. I laburisti la prenderanno senza dubbio come una
prova che la causa più ampia dell’indipendenza scozzese si è esaurita e che le
cose possono tornare come erano prima del referendum del 2014. In linea di
principio, questo atteggiamento compiacente dovrebbe offrire all’Snp
l’opportunità di riconquistare il sostegno dei laburisti in vista delle
prossime elezioni del Parlamento scozzese nel 2026, anche se la capacità del
partito di rinnovarsi dopo un lungo periodo di istituzionalizzazione è molto in
dubbio.
La quota di voti per il Reform UK di Nigel Farage non è stata molto più
alta del risultato ottenuto dal Partito per l’Indipendenza del Regno Unito nel
2015, ma questa volta il partito ha conquistato quattro seggi, tra cui uno per
Farage, e ha ottenuto una serie di secondi posti. La performance di Reform
dovrebbe smentire l’idea che si possa insidiare il sostegno ai partiti
anti-immigrati abbracciando le loro idee.
I due partiti principali hanno adottato la posizione di Farage del 2015
sull’immigrazione e hanno gestito la campagna elettorale promettendo di
aumentare le deportazioni. Il loro unico risultato è stato quello di
legittimare la retorica di Farage e dei suoi alleati. Ora che hanno una
piattaforma a Westminster, i parlamentari di Reform faranno tutto il possibile
per indicare immigrati e rifugiati come capro espiatorio per i problemi sociali
che il governo Starmer lascerà incancrenire.
Ciò non significa che ci riusciranno. Starmer diventa primo ministro con
una grande maggioranza di seggi, ma si trova di fronte a una sfida a sinistra
che non esisteva quando Tony Blair salì al potere nel 1997. Ci vollero diversi
anni e tre elezioni perché il malcontento nei confronti del New Labour
raggiungesse un livello simile. Non c’è motivo per cui la destra estrema debba
avere il monopolio dell’opposizione allo starmerismo, se le forze della
sinistra britannica sapranno trarre le giuste lezioni dall’esperienza
dell’ultimo decennio.
*Daniel Finn è redattore di Jacobin. È autore di One Man’s
Terrorist: A Political History of the Ira (Verso, 2019). Questo
articolo è uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura
della redazione.
UK: IL “LABURISTA” È STATO SCELTO DA BLACROCK - G.Zibordi
E’ stato un
colpo di stato strisciante dal 2017 culminato alla fine oggi con il Labour pro
finanza e sionista che stravince, ma con pochi voti. Prima hanno purgato il
partito laburista di Jeremy Corbin, che hanno cacciato e hanno rifatto il
partito laburista per Blackrock, la finanza della City e la lobby sionista. Poi
hanno inserito Sunak nei Conservatori per demolire il partito, dividere
l’elettorato in 6 gruppi e così far vincere il nuovo “Labour” della finanza e
sionista. In questo modo hanno installato ora il partito immigrazionista più
spinto, più trans-gay ecc.. e però anche fedele al 100% alla finanza e Blackrock.
Qui sembra
che nessuno sappia niente di cosa è successo in UK negli ultimi anni
In #Uk,
il #Labour di
Keir #Starmer, appoggiato pubblicamente da #Blackrock dall’inizio https://independent.co.uk/news/uk/politics/labour-starmer-blackrock-support-fink-b2432113.html ,
con il 34% dei voti ha avuto 410 seggi su 650. Ma ha preso molti meno voti del
Labour “autentico” di Jeremy Corbin nel 2017. Jeremy #Corbin fu
cacciato dal partito, dicendo che con lui “non si vinceva” e orchestrando
accuse di “antizemitizmo” https://firstpost.com/world/2024-uk-general-elections-jeremy-corbyn-antisemitism-hamas-labour-party-independent-candidate-13789549.html(perché
criticava Israele sui palestinesi) con le quali accuse centinaia di militanti
importanti sono stati purgati dal partito.
Corbin era
temuto da Blackrock e dalla City della finanza di Londra, era un socialista,
antisionista e prendeva più voti di Starmer. Dopo aver installato Starmer
(accusandolo Corbin di anti-semitismo e cacciandolo dal partito), allora quello
che allora hanno fatto è stato bruciare nel partito conservatore Liz #Truss,
la nuova leader Conservatore dopo Boris Johnson, che cercava di spendere ed era
relativamente popolare.
La Bank of
England nel settembre 2022 allora quello che aveva fatto la BCE con Berlusconi
nel 2011: appena la Truss ha presentato la manovra di bilancio ha creato un
crac dei titoli di stato inglesi facendo dimettere Liz Truss Al suo psto hanno
messo un indiano, sposato ad una miliardaria indiana, trader di hedge fund
assolutamente impopolare nella base dei conservatori come Sunak. ù
In questo
modo #Sunak, che oltre odioso è anche incapace, in due anni ha distrutto
i conservatori anche perchè è un incapace, un giovane maraja indiano nato nella
ricchezza Questo ha consentito a Keir #Starmer e
il suo Labour versione sionista e pro-finanza di prendere ora 410 seggi su 650
con solo il 34% dei voti, una percentuale con cui si perdeva l’elezione una
volta
Perchè il
sistema inglese è assurdo, se ci sono 5 partiti e uno prendendo solo il 34%
risulta però primo in 3/4 delle circoscrizioni prende i 3/4 dei seggi.
L’importate è frazionare gli altri voti tra: partito autonomistra scozzese,
liberal-democratici, Reform di Farrage, Conservatori e candidati laburisti
indipendenti.
In mezzo a
questi 6 partiti, il Labour “finto” di Starmer risulta primo in 3/4 dei
distretti e prende 410 seggi su 650 E’ stato un colpo di stato strisciante dal
2017, prima per purgare il partito laburista e rifarlo per Blackrock e la loggy
sionista, poi demolire i Conservatori, dividere l’elettorato in 6 gruppi e
installare ora il partito immigrazionista più spinto e però anche della finanza
Il Labour di Starmer, purgato degli elementi autentici come Corbin, è un
partito terribile perchè è “woke” al massimo, pro-trans/gay-lesbian ecc. e
immigrazionista al massimo, più dei conservatori, che pure sono stati un
disastro per l’immigrazione. In più è sionista e pro-finanza come loro E’ stato
un colpo di stato, graduale, orchestrato dal 2017 dopo che i laburisti
rischiavano di essere guidati da uno che se non altro era sincero e popolare
come Corbin.
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