sabato 22 giugno 2024

A Gaza un’intera generazione a rischio: bambini senza acqua e latte

 


articoli di Gianluigi Trianni, Seymour Hersh, Jacques Bonhomme, Gideon Levy, Amira Hass, Chris Hedges, Nicola Perugini, Neve Gordon, con disegni di Mr Fish e Malak Mattar

Dopo aver beffato tutte le risoluzioni, ora Israele minaccia di espellere l’Onu

…Non finisce nemmeno la guerra contro le Nazioni unite. Ieri l’ambasciatore israeliano al Palazzo di Vetro, il falco Gilad Erdan che le parole le scaglia a fare strage anche di buon senso, oltre che di ragionevolezza, che ora minaccia, portavoce di ‘Padreterno’, di «espellere dal paese i funzionari di alto livello dell’Onu». E di auto-espellersi: «Per Israele è venuto il tempo di considerare i pro e i contro di ritirarsi dall’Onu». Per quanto gli Stati Uniti col loro diritto dio veto hanno consentito loro di beffare disposizioni imperative per il resto del mondo.

Gilad Erdan, novello Attila mediorientale, contesta risoluzioni e prese di posizione del segretario generale Guterres, di cui di nuovo ieri ha chiesto la testa, e i rapporti delle agenzie Onu. L’ultimo è di ieri, pubblicato dalla Fao: «il 57% delle terre agricole di Gaza è distrutto, dicono le immagini satellitari, a causa di ‘spianamenti, passaggio di veicoli militari e bombardamenti’». Attila, alla fine, fu un gentiluomo.

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AMIRA HASS: STAZIONI INUSUALI per la passione dei due popoli

PRIMA STAZIONE. “Israele è stato sconfitto non perché Hamas non è vinto ma perché la storia ci ricorderà per aver ucciso bombardando edifici pieni di bambini, donne e anziani”.

SECONDA STAZIONE. “Abbiamo portato alla fame e alla sete due milioni e trecentomila persone concentrate in aree “sicure” prima di bombardarle”.

TERZA. “Abbiamo reso permanentemente disabili 50.000 bambini tra montagne di rifiuti e fiumi di liquami ed escrementi”.

QUARTA STAZIONE. “Chi tornerà nella sua casa a guerra finita troverà solo rovine piene di ordigni inesplosi e suolo saturo di sostanze nocive”.

QUINTA. “Le migliori équipe mediche, dottoresse, infermieri, paramedici sono stati uccisi dalle nostre bombe”.

SESTA. “Oltre allo scuolicidio totale, i giovani avranno perso preziosi anni di studio, libri e archivi andati in fiamme, opere d’arte perdute per sempre”.

SETTIMA. “Impossibile calcolare le malattie croniche e immaginare il danno psicologico che abbiamo inflitto a milioni di persone”.

OTTAVA. “Il mio stato che si è ritenuto l’erede delle vittime del genocidio nazista ha prodotto questo inferno in nove mesi e senza una fine”.

NONA. “Chiamatelo genocidio. O non chiamatelo genocidio. Questa parola sarà affiancata per sempre al nome del mio Paese”.

DECIMA. “Nella mia lingua ebraica: l’espulsione è diventata “evacuazione”; un raid militare è “un’attività”; il bombardamento d’interi quartieri “un buon lavoro dei nostri soldati”.

UNDICESIMA STAZIONE. Carovane di sfollati, a piedi, con i carretti, camion carichi di persone e materassi, sedie a rotelle, anziani o amputati, sono le nuova bandiera di Israele, bandiera della nostra disfatta e della passione del popolo palestinese”.

(fonte: Internazionale)

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Gli ospiti di Nerone – Chris Hedges

Israele è stato avvelenato dalla psicosi di una guerra permanente. È stato moralmente corrotto dalla santificazione del vittimismo, che utilizza per giustificare un’Occupazione ancora più violenta di quella dell’Apartheid in Sudafrica. La sua “Democrazia”, che è sempre stata esclusivamente per gli ebrei, è stata dirottata dagli estremisti che stanno spingendo il Paese verso il fascismo. Gli attivisti per i diritti umani, gli intellettuali e i giornalisti, israeliani e palestinesi, sono soggetti a costante sorveglianza statale, arresti arbitrari e campagne diffamatorie gestite dal governo. Il suo sistema educativo, a partire dalla scuola primaria, è una macchina di indottrinamento per i militari. E l’avidità e la corruzione della sua venale élite politica ed economica hanno creato enormi disparità sociali, specchio del decadimento della Democrazia Statunitense, insieme a una cultura di razzismo anti-arabo e anti-nero.

Quando Israele riuscirà a decimare Gaza, Israele parla di mesi di guerra che continueranno almeno fino alla fine di quest’anno, avrà firmato la propria condanna a morte. La sua facciata di civiltà, il suo presunto rispetto per lo Stato di Diritto e la Democrazia, la sua storia mitica del coraggioso esercito israeliano e della nascita miracolosa della nazione ebraica, che ha venduto con successo al suo pubblico occidentale, giaceranno in cumuli di cenere. Il capitale sociale di Israele sarà speso. Si rivelerà il Regime di Apartheid orribile, repressivo e pieno di odio che è sempre stato, che aliena le generazioni più giovani di ebrei americani. Il loro protettore, gli Stati Uniti, quando le nuove generazioni saliranno al potere, prenderanno le distanze da Israele. Il suo sostegno popolare arriverà dai sionisti reazionari e dai fascisti cristianizzati d’America che vedono il dominio di Israele sull’antica terra biblica come un segno della Seconda Venuta e nella sottomissione degli arabi un affine razzismo e una celebrazione della supremazia bianca.

Israele diventerà sinonimo delle sue vittime come i turchi sono sinonimo degli armeni, i tedeschi sono sinonimo dei namibiani e poi degli ebrei, e i serbi sono dei bosniaci. La vita culturale, artistica, giornalistica e intellettuale di Israele sarà cancellata. Israele sarà una nazione stagnante dove fanatici religiosi, radicalizzati ed estremisti ebrei che hanno preso il potere domineranno lo spazio pubblico. Entrerà nel club dei Regimi più dispotici del mondo.

I dispotismi possono esistere molto tempo dopo la loro data di scadenza. Ma sono terminali. Non è necessario essere uno studioso della Bibbia per capire che la brama di Israele per i fiumi di sangue è antitetica ai valori fondamentali del giudaismo. La cinica utilizzazione dell’Olocausto come un’arma, inclusa l’etichettatura dei palestinesi come nazisti, ha scarsa efficacia quando si attua un Genocidio trasmesso in diretta contro 2,3 milioni di persone intrappolate in un campo di concentramento.

Le nazioni hanno bisogno di qualcosa di più della sola forza per sopravvivere. Hanno bisogno del misticismo. Questo misticismo fornisce scopo, civiltà e persino nobiltà per ispirare i cittadini a sacrificarsi per la nazione. Il misticismo offre speranza per il futuro. Fornisce significato. Fornisce l’identità nazionale.

Quando il misticismo implode, quando viene smascherato come menzogna, crolla un fondamento centrale del potere statale. Ho scritto della morte dei misticismi comunisti nel 1989 durante le rivoluzioni nella Germania dell’Est, in Cecoslovacchia e in Romania. La polizia e l’esercito hanno deciso che non c’era più nulla da difendere. Il decadimento di Israele genererà la stessa stanchezza e apatia. Non sarà in grado di reclutare collaboratori locali, come Mahmoud Abbas e l’Autorità Palestinese, odiati dalla maggior parte dei palestinesi, per eseguire gli ordini dei colonizzatori.

Tutto ciò che resta a Israele è una recrudescenza della ferocia, compresa la tortura e la violenza letale contro civili disarmati, che accelera il declino. Questa violenza su vasta scala funziona nel breve termine, come è avvenuto nella guerra condotta dai francesi in Algeria, nella Guerra Sporca condotta dalla dittatura militare argentina, nell’Occupazione Britannica dell’India, dell’Egitto, del Kenya e dell’Irlanda del Nord e nell’Occupazione Americana del Vietnam Iraq e Afghanistan. Ma a lungo termine è un suicidio.

Il Genocidio di Gaza ha trasformato i combattenti della Resistenza di Hamas in eroi nel Sud del Mondo. Israele potrebbe spazzare via la dirigenza di Hamas. Ma gli omicidi passati, e attuali, di decine di leader palestinesi hanno fatto ben poco per smorzare la Resistenza. Il Genocidio di Gaza ha prodotto una nuova generazione di giovani uomini e donne profondamente traumatizzati e infuriati, le cui famiglie sono state uccise e le cui comunità sono state annientate. Sono pronti a prendere il posto dei leader uccisi.

Israele era in guerra con se stesso prima del 7 ottobre. Gli israeliani protestavano per impedire l’abolizione dell’indipendenza giudiziaria da parte del Primo Ministro Benjamin Netanyahu. I suoi fanatici religiosi radicali, attualmente al potere, hanno sferrato un attacco deciso al laicismo israeliano. L’unità di Israele è un’unità negativa. È tenuto insieme dall’odio. E nemmeno quest’odio è sufficiente a impedire ai manifestanti di denunciare l’abbandono degli ostaggi israeliani a Gaza da parte del governo.

L’odio è una merce politica pericolosa. Gli “animali” palestinesi, una volta sradicati o sottomessi, saranno sostituiti da rinnegati e traditori ebrei. Una politica dell’odio crea un’instabilità permanente, sfruttata da coloro che cercano la distruzione della società civile.

Israele era molto avanti su questa strada il 7 ottobre, quando ha promulgato una serie di leggi discriminatorie contro i non ebrei che assomigliano alle Leggi Razziali di Norimberga che privarono gli ebrei dei diritti civili nella Germania Nazista. La Legge sull’Accettazione delle Comunità consente esclusivamente agli insediamenti ebraici di escludere i richiedenti la residenza sulla base della “idoneità alla visione fondamentale della comunità”.

Yeshayahu Leibowitz, che Isaiah Berlin chiamò “la coscienza di Israele”, avvertì che se Israele non avesse separato Chiesa e Stato e non avesse posto fine all’Occupazione, avrebbe dato origine a un rabbinato corrotto che avrebbe trasformato l’ebraismo in un culto fascista.

“Il nazionalismo religioso è per la religione ciò che il nazionalsocialismo era per il socialismo”, scrisse Leibowitz, morto nel 1994. Aveva capito che la cieca venerazione dei militari, soprattutto dopo la guerra del 1967 che conquistò la Cisgiordania e Gerusalemme Est, era pericolosa. Avvertì che: “La nostra situazione peggiorerà a quella di un secondo Vietnam, a una guerra in costante intensificazione senza prospettiva di risoluzione definitiva”.

Previde che “gli arabi sarebbero stati i lavoratori e gli ebrei gli amministratori, gli ispettori, i funzionari e la polizia, principalmente la polizia segreta. Uno Stato che governa una popolazione ostile composta da 1,5 a 2 milioni di stranieri diventerebbe necessariamente uno Stato di polizia, con tutto ciò che questo implica per l’istruzione, la libertà di parola e le istituzioni democratiche. La corruzione caratteristica di ogni Regime Coloniale prevarrebbe anche nello Stato di Israele. L’amministrazione dovrebbe da un lato reprimere l’insurrezione araba e dall’altro acquisire i collaborazionisti arabi. Vi sono anche buone ragioni per temere che le Forze di Difesa Israeliane, che finora sono state un esercito popolare, degenerino, trasformandosi in esercito di Occupazione, e che i suoi comandanti, che diventeranno governatori militari, assomiglino ai loro colleghi di altre nazioni”.

“Israele”, ha scritto, “non meriterebbe di esistere, e non varrebbe la pena preservarlo”.

Gli Stati coloniali che sopravvivono, compresi gli Stati Uniti, sterminano la popolazione indigena attraverso il Genocidio e la diffusione di nuove malattie infettive come il vaiolo. Nel 1600 nell’America meridionale, centrale e settentrionale rimaneva meno di un decimo della popolazione nativa. Israele non può uccidere su questa scala, con quasi 5,5 milioni di palestinesi che vivono sotto Occupazione e altri 9 milioni nella diaspora. Non possono, come desiderano molti israeliani, spazzarli via tutti.

La Campagna israeliana di Terra Bruciata a Gaza significa che non ci sarà alcuna Soluzione a Due Stati. L’Apartheid e il Genocidio definiranno l’esistenza dei palestinesi. Ciò fa presagire un conflitto lungo, ma che alla fine lo Stato Ebraico non potrà vincere.

Correte, dicono gli israeliani ai palestinesi, correte per salvarvi la vita. Fuggite da Rafah come siete scappati da Gaza Città, come siete scappati da Jabalia, da Deir al-Balah, da Beit Hanoun, da Bani Suheila, da Khan Yunis. Correte o vi uccideremo. Lanceremo bombe GBU-39 sulle vostre tende e le daremo alle fiamme. Vi tempesteremo con i proiettili dei nostri droni armati di mitragliatrice. Vi colpiremo con l’artiglieria e i proiettili dei carri armati. Vi abbatteremo con i cecchini. Raderemo al suolo le vostre tende, i vostri campi profughi, le vostre città e paesi, le vostre case, le vostre scuole, i vostri ospedali e i vostri impianti di depurazione dell’acqua. Faremo piovere morte dal cielo.

Correre per la vostra vita. Ancora e ancora e ancora. Raccogliete le poche cose che vi restano. Coperte. Un paio di pentole. Alcuni abiti. Non ci importa quanto siete esausti, quanto siete affamati, quanto siete terrorizzati, quanto siete malati, quanti anni avete o quanto siete giovani. Correte. Correte. Correte. E quando correrete terrorizzati verso una parte di Gaza, vi faremo voltare e correre verso un’altra. Intrappolati in un labirinto di morte. Avanti e indietro. Su e giù. Fianco a fianco. Sei. Sette. Otto volte. Giochiamo con voi come topi in trappola. Poi vi deporteremo così non potrete mai più tornare. Oppure vi uccideremo.

Lasciamo che il mondo denunci il nostro Genocidio. Cosa ci importa? Miliardi di aiuti militari arrivano senza interruzione dal nostro alleato americano. Gli aerei da caccia. I proiettili d’artiglieria. I carri armati. Le bombe. Una scorta infinita. Uccidiamo a migliaia i bambini. Uccidiamo a migliaia le donne e gli anziani. I malati e i feriti, senza medicine e ospedali muoiono. Avveleniamo l’acqua. Tagliamo il cibo. Vi facciamo morire di fame. Abbiamo creato questo inferno. Noi siamo i maestri. Legge. Dovere. Un codice di condotta. Per noi non esistono.

Ma prima giochiamo con voi. Vi umiliamo. Vi terrorizziamo. Godiamo della vostra paura. Siamo divertiti dai vostri patetici tentativi di sopravvivere. Non siete esseri umani. Siete animali. Untermenschen: Subumani. Alimentiamo la nostra brama di dominio. Guardate i nostri post sui social media. Sono diventati virali. Uno mostra soldati che sorridono in una casa palestinese con i proprietari legati e bendati sullo sfondo. Saccheggiamo: Tappeti. Cosmetici. Le moto. Gioielleria. Orologi. Contanti. Oro. Antichità. Ci prendiamo gioco della vostra miseria. Applaudiamo la vostra morte. Celebriamo la nostra religione, la nostra nazione, la nostra identità, la nostra superiorità, negando e cancellando la vostra…

(Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org)

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Malak Mattar, “When the family is the only shelter”


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