domenica 9 giugno 2024

Provano a zittire Scott Ritter


Gli USA impediscono la partecipazione di Scott Ritter al Forum di San Pietroburgo

L'ex ufficiale dell'intelligence dei Marine degli Stati Uniti e ispettore ONU per le armi, Scott Ritter, ha denunciato che gli è stato impedito di imbarcarsi su un volo da New York a Istanbul, scalo intermedio per raggiungere la Russia e partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo. Ritter ha riferito all'agenzia TASS che, durante l'imbarco, tre agenti della dogana e protezione delle frontiere (CBP) degli Stati Uniti gli hanno sequestrato il passaporto su ordine del Dipartimento di Stato, senza fornire ulteriori spiegazioni. Gli agenti hanno anche rimosso i suoi bagagli dal volo e lo hanno scortato fuori dall'aeroporto. Ritter ha aggiunto che intende appellarsi contro questa decisione.

Il Dipartimento di Stato ha rifiutato di commentare l'episodio, dichiarando all'agenzia RIA Novosti: "Non possiamo commentare lo stato del passaporto di un cittadino privato degli Stati Uniti". L'incidente è avvenuto mentre Ritter si preparava a partecipare al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo, che si terrà dal 5 all'8 giugno. L'evento, organizzato dalla Fondazione Roscongress, è uno dei principali appuntamenti economici annuali in Russia e quest'anno è dedicato al tema "Le Fondamenta di un Mondo Multipolare - La Formazione di Nuove Aree di Crescita".

Ritter, noto per le sue opinioni difformi dal mainstream lberale e quindi etichettate come 'filo-russe', ha spesso criticato l'operato degli Stati Uniti, in particolare le ingenti forniture di aiuti militari all'Ucraina, e ha previsto il fallimento dell'esercito ucraino nella sua guerra per procura contro la Russia. Ha anche criticato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L'ex giudice e ora conduttore del podcast "Judging Freedom", Andrew Napolitano, non parteciperà al forum, ma Ritter ha sottolineato che la cancellazione del viaggio di Napolitano è dovuta a motivi completamente diversi.

Il Ministero degli Esteri russo, tramite la portavoce Maria Zakharova, ha commentato sarcasticamente l'incidente, chiedendosi se l'azione fosse conforme al Primo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, che garantisce la libertà di parola e di assemblea, o al Quarto Emendamento, che proibisce perquisizioni e detenzioni irragionevoli.

Il Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo è un evento di rilevanza mondiale che attira politici e imprenditori da tutto il globo. Ritter ha espresso il suo disappunto per l'accaduto, affermando che le autorità statunitensi temono la sua partecipazione all'evento.

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Prove di autocrazia: fermato Scott Ritter 

L’aria della sconfitta che ormai pervade l’atmosfera delle cancellerie occidentali  sta facendo perdere la testa a tutta la catena di potere che via via abbandona ogni ritegno nel mostrarsi qual è, ovvero dedita a incubi autoritari. Ieri l’ultimo episodio che costella questa inquietante crescita: il governo degli Stati Uniti ha sequestrato il passaporto di Scott Ritter dopo che si era imbarcato su un volo che lo avrebbe portato in Turchia e poi in Russia: era stato invitato a parlare al Forum economico internazionale di San Pietroburgo, al quale parteciperanno 25 mila persone di  tutto il mondo.

Insomma la scena si è svolta come in quei film di Hollywood nei quali questi episodi vengono collocati nella Russia sovietica o nei Paesi satelliti: ma è ormai palese che tutto questo fa parte dei sogni bagnati dell’élite americana e di quella europea allevata e lanciata da essa. Così la racconta il protagonista: “Mi stavo imbarcando sul volo. Tre agenti della polizia mi hanno preso da parte e hanno preso il mio passaporto. Quando ho chiesto loro il motivo, mi hanno detto ordini del Dipartimento di Stato”. Ancora non si conosce il pretesto con cui a Ritter è stato impedito di parlare all’assemblea di San Pietroburgo, ma è probabile che il potere di Washington temesse che il personaggio potesse togliere ancora qualche velo sul potere americano. Ex ufficiale dei marines aveva partecipato alla prima guerra del golfo come aiutante del comandante in capo Schwarzkopf e in seguito si era occupato degli armamenti in Iraq come ispettore Onu sotto il mandato dell’Unscom. La sua carriera di dissidente cominciò tra il  2002 e l’inizio del 2003, quando George Bush e Tony Blair preparavano la guerra in Iraq: Ritter in base alla sua esperienza affermò più volte che nel Paese non esistevano le armi di distruzione di massa e che i due leader usavano questa favola come principale argomento bellico. Con dichiarazioni di questo tipo, Ritter divenne sempre più impopolare agli occhi dei politicanti alla Casa Bianca, dei neoconservatori di Washington, degli strateghi di guerra del Pentagono e dell’intero corpo della stampa americana che è culo e camicia col potere.

Da allora ha continuato ad essere una spina nel fianco dell’establishment di Washington con articoli e libri che svelano le ipocrisie e le menzogne delle amministrazioni americane. Questa spina è diventata più acuminata con la guerra in Ucraina visto che Scott Ritter ha messo in luce le carenze in fatto di armamenti e di pensiero tattico e strategico del Pentagono e proprio negli ultimi giorni  aveva anche realizzato un video nel quale esaminava le capacità dei missili ipersonici russi dopo la distruzione di un enorme bunker segreto ucraino – Nato dove si trovavano piloti, pianificatori e addestratori che preparavano l’arrivo degli F16.

Nei giorni scorsi si era diffusa la voce che la Homeland Security avesse pianificato di impedire la partenza per  San Pietroburgo anche ad altri americani invitati a parlare al Forum di San Pietroburgo e in particolare al giudice Andrew Napolitano (nessuno è perfetto) che è un noto critico della guerra in Ucraina. Ma ci si è resi conto che il contraccolpo di immagine in questa sorta di Casablanca invertita e moltiplicata sarebbe stato troppo forte e ci si è limitati al solo Scott Ritter che peraltro viene diffamato continuamente dalla stampa mainstream ed è stato trasformato in un agente di propaganda russa. Troppe persone fermate agli aeroporti avrebbero rischiato di svelare l’animus e il retropensiero  dell’amministrazione Biden e avrebbe messo in luce l’agonia democratica del Paese. Perciò si è scelto di colpirne uno per avvertirne mille.

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