Uitdaagrecht è un parolone olandese, che spiegheremo alla fine, ma questa immagine riassume tutto, se ci aggiungiamo cinque cadaveri.
Avrete sentito della trave che in un cantiere ha
stritolato le vite di cinque operai a Firenze. La
narrazione è scontata: se le Regole fossero state rispettate in fondo, forse
non sarebbe successo. Probabilmente vero, ma rischia di portarci su una pista
falsa: le Regole spesso inutili divorano una quantità paurosa delle nostre vite.
Noi volontari non pagati da nessuno, per tenere aperto il
Giardino dell’Oltrarno, a Firenze (borgo San Frediano Oltrarno), ad esempio,
dobbiamo pagare l’assicurazione appunto sui volontari, l’assicurazione
responsabilità civile verso terzi e addirittura l’assicurazione incendio
edifici ecclesiastici, e dobbiamo fare anche un Piano Antincendio a nostre
spese. Sapendo che comunque anche noi sbaglieremo sicuramente qualcosa. Molto
più semplicemente, il cantiere dove
sono morti i cinque lavoratori non ci doveva proprio essere. Sono esattamente vent’anni che lo dicono i
cittadini che vivono in quell’area, riuniti nel Coexpami, il “Comitato ex-Panificio Militare“.
Denunciano, spiegano, documentano. E non se li fila nessuno. Il luogo dove è
avvenuta la tragedia era un “Panificio
Militare“, quindi apparteneva al Demanio. Il Demanio (che
poi sarà pure un funzionario con nome e cognome) decide di non farne un parco, non farne edilizia popolare, non farne una scuola. E ha pensato
bene di venderlo nel 2002, senza consultare i residenti, a un certo Riccardo Fusi,
che fantasticò di vari progetti, tra cui un palazzone alto 45 metri.
Ora, quando a
un fiorentino dici “criminalità“, la prima parola che gli viene in mente non è
“cocaina” ma “edilizia“. Nel lontano 2011, la società del
signor Fusi fu coinvolta in un’inchiesta: «Presso l’ufficio urbanistica del
Comune di Firenze gli interessi pubblici venivano sottomessi a quelli privati,
in totale spregio rispetto all’obiettivo di una corretta e legittima gestione
della cosa pubblica e in particolare del territorio e dell’assetto urbanistico
di una città come Firenze». Con queste le parole il GIP Rosario Lupo ha
illustrato la situazione che ha portato alle gravissime accuse di associazione
a delinquere e corruzione nei confronti di 24 indagati, di cui uno in carcere e
sei ai domiciliari, tra cui l’ex capogruppo del PD Alberto Formigli, l’ex
Presidente dell’Ordine degli architetti e socio della società Quadra Progetti
Riccardo Bartoloni, oltre a vari dipendenti e tecnici comunali. Fusi è
inestricabile dal simpatico Denis
Verdini, suocero di Salvini: Fusi e Verdini hanno trafficato per quindici anni
insieme, dividendosi
soldi e condanne penali. Scarico oggi un articolo di tre
anni fa, e il caso vuole che sulla colonna di destra ci sia un aggiornamento
del 2024 sul “Crollo di Firenze”:
Il signor
Fusi craccò, come capita ai suoi simili; ma sul cadavere di ogni avvoltoio,
cala un avvoltoio cannibale. Nel 2013, infatti, la Esselunga si impossessò
dell’area, per farci appunto, una Esselunga. Che c’è di male, la gente avrà
pure fame! Sieeh…
Il Comitato
Ex-Panificio Militare fa sapere che vicino alla futura Esselunga ci sono già:
1. La
Conad di via Mariti a 100 metri
2. La
Coop di Novoli a 400 metri
3. la
Conad via Circondaria a 200 metri
4. l’Esselunga
di via Galliano a 550 metri
5. l’Esselunga
di via Milanesi a 750 metri
6. la
Coop di piazza Leopoldo a 650 metri
7. la
Coop di via Carlo del Prete a 600 metri
8. la
Lidl di via Benedetto Dei.
Il resto è scontato. È scontato che quando leggi che a morire sono tutte persone venute da lontano e
quasi tutte di una certa età, e uno pure senza permesso di soggiorno,
capisci come funzionano i subappalti delle megaditte. Ogni volta che
subappalti, ci fai la cresta, e togli qualcosa a quelli che vengono sotto. Ma è
normale. Perché la gente investe in Esselunga, mica per assicurare il cibo a
te, lo fa perché ci vuole guadagnare il più possibile. Chiedere a loro di
essere etici è come chiedere alla mia gatta di essere vegetariana.
Quello che non è
normale, è che in Italia non esista, come in Olanda, l’Uitdaagrecht, il right to
challenge, che il Comune di Amsterdam introduce con queste parole:
“Come residenti, ovviamente conoscete meglio il quartiere in cui vivete”. “I
promotori hanno il diritto di presentare un piano per svolgere o co-produrre
autonomamente i compiti esistenti del comune, se ritengono che in questo modo
si rifletta meglio ciò che accade nel quartiere o nella città”.
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