lunedì 15 settembre 2025

La strega - Shirley Jackson

(traduzione di Silvia Pareschi)

quattro racconti di Shirley Jackson, di cui tre ispirati dai figli.

sono racconti misteriosi, come capita alla scrittrice, con un colpo di scena finale da maestro (da maestra?).

povero chi non li legge:)

buona lettura.


 

 

Tre dei racconti qui riuniti hanno come protagoniste quelle creaturine infide, pericolose, enigmatiche che Shirley Jackson conosceva molto bene per aver cresciuto quattro «demoni», come chiamava – scherzosamente ma non troppo – i figli. Un bambino che, viaggiando in treno, vede streghe ovunque, e non è detto che non abbia ragione. Una ragazza che, sotto gli occhi di un presunto adulto un po’ alticcio, sfoggia un sapere e una saggezza apocalittici, mentre nella stanza accanto gli invitati a una festa sproloquiano sul futuro del mondo: «Non credo proprio che abbia molto futuro,» sentenzia con placido e inquietante distacco «almeno per com’è adesso ... Se quando lei era giovane la gente si fosse spaventata davvero, oggi non saremmo messi così male». E uno scolaretto che ne combina di tutti i colori, forse invisibile ma non per questo assente, come diceva sant’Agostino dei defunti, benché il marmocchio in questione sia vivo e vegeto. Tre boîtes à surprise con le quali Shirley Jackson suscita, a partire dal candore arcano dei ragazzi, sorrisi e brividi glaciali in egual misura. Senza rinunciare a condurci, al seguito di una donna che deve farsi estrarre un molare, nel suo territorio d’elezione: quella zona d’ombra ai confini della follia dove le cose note perdono i loro connotati familiari e appaiono estranee e perturbanti, dove un luciferino sconosciuto, materializzatosi dal nulla al nostro fianco, può prenderci per mano e, in un battito di ciglia, portarci a correre sulla sabbia calda, mentre le onde «tintinnano come campanelli sulla spiaggia» e «i flauti suonano tutta la notte».

da qui

 

Tutti e quattro i racconti riescono a descrivere diversi aspetti della vita quotidiana, da quella ingenua dei bambini alla routine degli adulti, e, contemporaneamente, il sentimento di inquietudine che proprio quella quotidianità suscita. A questo punto chiediamoci: che cos’è la quotidianità? È uguale per tutti? Possiamo considerarla sinonimo di normalità? Per Shirley Jackson ovviamente no! Lei ci descrive i lati più torbidi della vita, una vita che riesce ad essere assurda e destabilizzante anche nelle attività all’apparenza più ordinarie, come se avesse deciso di raccogliere le paure, le angosce, le ossessioni e le bizzarrie di tutto il genere umano, qui unite in brevi e profondissimi scritti…

da qui

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