quando pensi che le cose vadano male, ti capita un libro che ti dimostra che le cose (in Libia, ma non solo) vanno molto peggio di come t'immagini.
Sally Hayden è una giornalista che racconta cosa succede davvero in Libia (e non solo) e in Europa.
non ha paura di fare nomi e cognomi, gli unici ad avere un falso nome sono i migranti prigionieri dei lager libici, perché possano essere protetti.
ONU, Unhcr, Frontex, tutti i governi europei e l'Unione europea sono corrotti, marci fino al midollo, assassini che usano i terribili schiavisti e libici perchè facciano il lavoro sporco (per usare le parole del tedesco Merz) per gli europei.
gli stati europei pagano, con i soldi dei cittadini europei, chi tiene lontano dalle coste europee i migranti, se crepano meglio.
ONU, Unhcr, Frontex, tutti i governi europei e l'Unione europea fingono di controllare i carcerieri, ma sono loro a essere controllati dai carcerieri libici, che, per essendo spesso ricercati dalla Corte penale internazionale come criminali contro l'umanità, possono viaggiare tranquillamente in Europa e fare quello che vogliono dappertutto.
il libro è un'avventura per chi legge, i migranti torturati Sally Hayden ce li fa conoscere per nome, e quando uno ha un nome diventa ancora di più una persona.
ps1: intanto i migranti, se arrivano vivi in Europa, vengono rimandati indietro, in qualsiasi paese dove verranno torturati, dopo essere stati rinchiusi, in Italia, in prigioni speciali (cpr et similia, cambiano il nome delle prigioni ogni qualche anno), o in altri stati disponibili a rinchiudere esseri umani, in cambio di soldi.
ps2: che bello sarebbe se mettessero in un barcone alla deriva tutti i componenti (e i loro figli e nipoti) dei governi e dei parlamentari dei paesi europei e dell'Unione europea, con un litro d'acqua (calda) a testa, e fossero riportati nei campi di concentramento libici, e fossero trattati come un/una qualsiasi migrante, per mesi e anni.
chissà come cambierebbero le leggi e regolamenti europei.
«Ho scritto questo libro perché volevo documentare le
conseguenze delle politiche europee sulla migrazione, a partire dal momento in
cui l’Unione europea diventa innegabilmente colpevole dal punto di vista etico:
quando cioè i rifugiati vengono respinti con la forza». Una scelta strategica
che l’Ue ha fatto esplicitamente nel 2017 e che consiste nel bloccare in
Nordafrica i flussi verso l’Europa.
L’autrice comincia a dedicarsi al tema il 26 agosto del
2018 riceve messaggi su Facebook da migranti che vivono in un centro di
detenzione in Libia. Persone che chiedono aiuto a una giornalista che vive a
Londra e che non può fare molto, ma può ascoltare e interloquire. Da quei
messaggi, nasce la determinazione di andare a raccogliere storie di migranti
direttamente in Libia, Sudan, Tunisia, Sierra Leone, Rwanda...
…È un libro che
non si concentra sul viaggio in mare, o almeno non principalmente, ma sul
periodo subito prima, sui campi profughi in Libia, sulle
torture che ogni giorno i migranti subiscono, sui processi in Etiopia a
torturatori che improvvisamente spariscono senza scontare nessuna pena, sulle
famiglie che tentano di richiamare l’attenzione su quello che sta succedendo
ricorrendo a post correlati di foto su Facebook e altri social media, e soprattutto
sulle responsabilità dell’Unione Europea e dell’ONU.
Il libro non
descrive il ruolo di queste istituzioni in modo generico, ma fa nomi e cognomi
e riporta stralci di interviste. È un insieme di
reportage giornalistici, statistiche, ricerche fatte sul campo dalla stessa
Hayden, vite private di migranti che lei ha incontrato o che l’hanno contattata
per chiederle di raccontare le loro storie, riflessioni sulle sue scelte da
giornalista, conversazioni e interviste con volontari di ONG, con membri dello
staff di diverse organizzazioni internazionali e con politici di varie fazioni…
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