Esattamente come due anni fa, la Polizia di Stato ha
lanciato una decina di lacimogeni al gas tossico CS contro i volti e i corpi
dei manifestanti No MUOS “rei” di aver tagliato le reti della base USA di
Niscemi, realizzata in violazione a tutte le normative di legge di tipo
ambentale e paesaggistico, così come sentenziato dal Consiglio di Stato.
Il lancio a mano dei gas tossici è stato fatto a meno
di uno-due metri di distanza dagli attivisti. in modo del tutto arbitrario e
sproporzionato, dato che non era assolutamente possibile alcun “corpo a corpo”
con le forze dell’ordine né possibilità di invasione della base, dato che in
modo del tutto illegale è stata realizzata una seconda rete “protettiva” con il
famigerato filo spinato del tipo NATO Fermagliato in Acciaio Zincato 100,
impiergato ormai da quasi tutte le forze armate e di polizia dell’Alleanza e
dei paesi partner (Israele in primis).
Come si vede dalla foto allegata uno dei candelotti
impiegati riporta la scritta “Artifizio a frammentazione per lancio a mano a
caricamento lacrimogeno al C.S. Lotto 1-SIMAD-21”, la stessa partita prodotta
nel 2021 e utilizzata a Niscemi contro i NO Muos nell’estatedi qeuell’anno.
L’Artifizio a frammentazione è un “ordigno esplosivo
con una miscela lacrimogena al CS la cui emissione del fumo di combustione deve
essere regolare, continua e costante per una durata tra i 10 e i 25 secondi”, riportano
le indicazioni contenute nel bando di acquisto della Polizia di Stato. Ma cosa
si nasconde esattamente dietro la sigla di questo gas?
Il CS è il nome comunemente usato per riferirsi
all’orto-clorobenziliden-malononitrile, una sostanza prevalentemente utilizzata
dalla polizia di innumerevoli stati per il “controllo” dell’ordine pubblico. Il
nome del gas deriva dalle iniziali dei due scienziati statunitensi che lo hanno
scoperto quasi un secolo fa, Ben Corson e Roger Staughton.
Come hanno spiegato in uno studio del 2014 i
professori Massimo Zucchetti e Raffaella Testoni del Dipartimento di Energia
del Politecnico di Torino, il composto CS viene sintetizzato chimicamente
facendo reagire due composti: 2-clorobenzaldeide e malononitrile. “Lo stato
naturale del CS è solido ma è solubile in acqua e il suo impiego abituale è
sotto forma di aerosol, fumo o vapore”, aggiungono Zucchetti e Testoni. “Gli
impieghi comuni sono quelli bellici o da parte della polizia. Benché
classificata come un’arma non letale per il controllo delle rivolte, sono stati
dimostrati effetti tossici: oltre a danneggiare pericolosamente i polmoni, il
CS può nuocere gravemente al cuore e al fegato”.
Gli effetti immediati del gas si verificano a bassa
concentrazione e dipendono dall’azione irritante sulle mucose e sulla cute.
Essendo un gas lacrimogeno, il CS ha come azione immediata quella di provocare
un’intensa lacrimazione ma può provocare anche congiuntiviti, edema
periorbitario e danni ritardati quali cataratta, emorragie del vitreo e
neuropatie del nervo ottico. “Inoltre, questo gas provoca l’aumento della
pressione oculare e può precipitare l’insorgenza di glaucoma acuto nei soggetti
predisposti; l’effetto irritante sugli occhi è più evidente sui soggetti che
indossano lenti a contatto”, spiegano i docenti del Politecnico.
L’inalazione di gas CS ha ovviamente gravi effetti
sull’apparato respiratorio: irritazione delle vie aeree con congestione nasale
e rinorrea, laringite, tracheite, irritazione bronchiale con tosse e catarro
copioso. “In casi severi la laringite può comportare laringospasmo e
l’irritazione delle basse vie aeree può esitare in un quadro molto grave noto
come Acute Respiratory Distress Syndrome”, aggiungono Zucchetti e Testoni. “Il
contatto di questo gas con la pelle provoca sensazione di bruciore che in
genere regredisce rapidamente ma la contaminazione degli abiti può prolungarne
gli effetti e, in casi di esposizioni prolungate, si può giungere a vere e
proprie ustioni”.
Altrettanto problematici gli effetti del CS a livello
gastrointestinale: irritazione delle mucose, comparsa di nausea, vomito,
inappetenza, diarrea, dolori addominali e in alcuni casi perfino epatopatia
acuta.
Dal punto di vista meramente tecnico i lacrimogeni con
CS sono classificati come “armi da guerra di terza categoria”, ossia armi
chimiche: la vigente regolamentazione include in questa categoria tutti i gas,
i liquidi e i solidi, che, diffusi nell’area, in acqua o sul terreno, producono
negli esseri viventi lesioni di varia natura, tali da inficiare,
permanentemente, la salute dell’organismo umano. Tali sostanze si suddividono
in asfissianti (cloro, bromo, perossido di azoto); tossiche (acido cianidrico);
vescicatorie (iprite); nervine; irritanti (cloroacetofenone), come i gas usati
per i lacrimogeni.
Il gas CS è stato impiegato massicciamente dalle forze
armate USA in Vietnam e dal regime di Saddam Hussein contro la popolazione
kurda in Iraq e durante la guerra Iran-Iraq. Più recentemente l’arma chimica è
stata usata dalle forze armate israeliane in Palestina e dalle unità di polizia
di Tunisia, Algeria e Turchia contro studenti e lavoratori in lotta contro le
politiche governative.
In Italia il gas lacrimogeno CS fa parte dal 1991
dell’equipaggiamento delle forze dell’ordine. Durante la violenta repressione
dei cortei No Global in occasione del G8 di Genova, nella sola giornata del 3
luglio 2001 – così come documentato da un rapporto della polizia – furono
lanciati contro i manifestanti ben 4.357 lacrimogeni. Sempre dal 2011 e fino ad
oggi, è stato accertato l’uso costante di CS in Val di Susa contro i No TAV.
L’ultima acquisizione del gas tossico da parte della
Polizia di Stato risale allo scorso anno: n. 7.000 artifizi a frammentazione
per il lancio a mano a carica lacrimogeno al CS e n. 2.000 cartucce calibro 40
mm. a frammentazione per lanciatore a carica lacrimogena al CS a più stadi,
commessa affidata (unica offerta) per un importo complessivo di 479.150 euro
alla SIMAD S.p.A. di Carsoli (Abruzzo).
Va comunque raccontato un fatto di una certa rilevazna
durante i lanci dei lacrimogeni di domenica 4 agosto. Dopo essermi avvicinato
ad un candelotto per verificarne la tipologia CS ed invitato alcuni compagni a
fotografarlo, sono stato imemdiatamente chiamato da una poliziotta in divisa
che vigilava dall’interno la base USA. La stessa mi spiegava di fronte ai
collleghi e ad alcuni attivisti NO MUOS che “non erano stati assolutamente loro
a lanciare quel lacrimogeno”. Avendo risposto che avevo visto bernissimo chi e
come era stato effettuato il lancio e che si trattava proprio di un agente in
borghese della Digos, la stessa poliziota ribadiva che non era stato il suo
reparto ad utilizzare querl dispositivo, esprimendo così apertamente dissenso o
perlomeno una presa di distanza dall’impiego del gas tossico bandito dal
diritto internazionale.
Anche nel caso di altri lanci a mano del lacrimogeno
ho avuto modo di vedere che sono stati agenti della polizia in borghese, di
certo i più esagitati tra le forze dell’ordine. così come è stato un agente in
borghese a chiedere ignobilmernte che i reparti antisommossa caricassero a
freddo alcune ragazze a manifestazione conclusa, molto probabilmente per
vendicarsi della pessima figura fatta con i marines USA che hanno invocato
inutilmente l’intervento della polizia italiana per più dii 15 minuti dopo che
avevano “scoperto” altri attivisti NO MUOS tagliare un’altra porzione di rete
della base.
“L’infamia della polizia questa volta si è spinta
oltre, quando durante il tragitto di ritorno dalla base al presidio,
l’antisommossa ha attaccato un gruppo di compagne e compagni, provando a
prendere alcuni/e di loro, non riuscendoci”, scrivono i NO MUOS. “Nonostante
questo, il corteo è riuscito ad difendersi e tutelarsi, partendo e tornando
insieme da e verso il presidio”.
Come da prassi il Comando USA di Sigonella-Niscemi,
tramite gli uffici dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia esprimerà al
governo italiano tutto il proprio dissenso per la scarsa professionalità degli
agenti di polizia impiegati a “difesa” della grande stazione di
telecomunicazione di guerra. Impossibile non essere d’accordo, stavolta, con i
guerrieri yankee. Tentativi di cariche del tutto ingiustificate, uso massicio
di gas tossici e inutili provocazioni sono il magro bottino di chi ha provato a
gestire l’ordine pubblico ieri a Niscemi. Vediamo se qualcuno al Viminale
pagherà lo smacco subito dai NO MUOS.
ALLERTA CHARLIE ALLA BASE MUOS DELLA US NAVY: I/LE NO
MUOS ATTACCANO LA BASE
Comunicato NO MUOS
Domenica la decima edizione del campeggio NO MUOS si è
chiusa con un corteo che è partito nel pomeriggio dal nostro presidio in
Contrada Ulmo. Mentre rimandiamo a più avanti le considerazioni politiche sulle
assemblee e gli incontri che hanno animato i giorni di campeggio, vogliamo
condividere con entusiasmo quanto accaduto al corteo di chiusura del campeggio.
Il corteo è partito dal presidio per raggiungere prima
il cancello principale e poi la stazione del MUOS, quel sistema di
comunicazione geo-satellitare che permette alla difesa americana di coordinare
i suoi sistemi d’arma a livello globale, tra cui i droni che partono da
Sigonella. Durante tutto il corteo, tanti gli slogan in supporto della resistenza
palestinese, contro l’occupazione sionista della Palestina, e contro
l’occupazione militare americana della Sicilia. Tanti anche gli slogan solidali
con Luigi Spera, compagno attualmente detenuto al carcere di Alessandria in
regime di Alta Sicurezza.
Nonostante l’ampio dispiegamento di forze dell’ordine
dentro e fuori la base, durante il tragitto sono stati effettuati decine di
tagli della rete, e sono stati aperti diversi varchi nel perimetro della base.
La polizia ha gasato la manifestazione, lanciando
lacrimogeni ad altezza uomo colpendo diverse persone alle braccia, busto e
sterno. Ancora una volta, la polizia ha usato il gas CS il cui utilizzo è
vietato in guerra, a causa della sua tossicità, ma che viene liberamente
utilizzato durante le manifestazioni. L’infamia della polizia questa volta si è
spinta oltre, quando durante il tragitto di ritorno dalla base al presidio,
l’antisommossa ha attaccato un gruppo di compagne e compagni, provando a
prendere alcuni/e di loro, non riuscendoci. Nonostante questo, il corteo è
riuscito ad difendersi e tutelarsi, partendo e tornando insieme da e verso il
presidio.
Da anni ormai denunciamo l’occupazione militare
statunitense del nostro territorio, opponendoci con ogni mezzo necessario al
militarismo e all’imperialismo americano. Siamo inoltre consapevoli quanto
queste basi preparino e rendano possibili le guerre in corso. L’attacco di ieri
alla base del MUOS a Niscemi è la nostra vendetta per il genocidio e
l’occupazione sionista delle terre palestinesi, ed uno dei tanti modi per
praticare la solidarietà alla resistenza palestinese. Tagliare le reti di una
base così strategicamente importante in questo periodo di guerra totale,
nonostante i livelli di controllo sempre più elevati e l’alto dispiegamento di
forze dell’ordine, dimostra che è possibile per chi abita i territori
rispondere all’occupazione militare, praticare resistenza e opporsi alla
guerra.
Con le immagini ancora vive della giornata di ieri,
guardiamo adesso all’anno di lotta che si apre con la rabbia, l’entusiasmo e la
determinazione che hanno alimentato il pomeriggio di ieri.
La guerra parte da casa nostra, fermarla è possibile e
tocca a noi.
I POPOLI IN RIVOLTA SCRIVONO LA STORIA, NO MUOS FINO
ALLA VITTORIA!
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