Come verranno considerati dagli storici i parlamentari statunitensi che hanno applaudito in piedi per ben 58 volte Benjamin Netanyahu?
Con un cenno d’assenso bipartisan al genocidio, i deputati statunitensi
hanno accolto al Congresso il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, un
criminale di guerra genocida, rendendolo il primo leader straniero a parlare
davanti al Congresso quattro volte. È stato il discorso più vergognoso e
distopico nella storia degli Stati uniti.
Parlando in mezzo a moltissimi applausi, Netanyahu ha chiesto al Congresso
più fondi e armi e una licenza per massacrare altri palestinesi. Con un tacito
riferimento alla complicità degli Stati uniti nel genocidio di Gaza, Netanyahu
ha detto: «La nostra lotta è la vostra lotta». Ha promesso una «vittoria
totale», ha elogiato i soldati dell’Idf nonostante i numerosi crimini di guerra
e ha definito i manifestanti anti-genocidio «utili idioti dell’Iran». Ha
affermato, tra boati di applausi, che il numero di civili uccisi a Gaza è
«praticamente nullo», riecheggiando il mantra genocida «Non ci sono innocenti a
Gaza» che Israele ha ripetuto durante tutta la guerra. Incoraggiato dalla folla
indifferente, Netanyahu ha raccontato una bugia dopo l’altra, tutte cose già smentite.
Un Congresso abbagliato ha riservato a Netanyahu cinquantotto standing
ovation, durate circa la metà del tempo del discorso e che hanno segnato un
record nella storia degli Stati uniti, o forse nella storia di qualsiasi paese:
oltre il 400 percento del numero ricevuto da Kim Jong Un in Corea del Nord,
battendo così il record di Netanyahu del 2015, quando il suo discorso di
quarantatré minuti ha ricevuto quarantatré standing ovation e applausi da quasi
ogni singolo deputato statunitense. Dopo una lunga e tortuosa ora di applausi e
applausi, i parlamentari si sono precipitati a stringere la mano a Netanyahu.
Lo spettacolo è stato incredibilmente indegno. Persino l’ex presidente
della Camera Nancy Pelosi, fedele alleata di Israele e beniamina di lunga data
dell’Aipac, ha definito il discorso di Netanyahu il «peggior» discorso al
Congresso tenuto da un leader straniero.
Ma se c’è un lato positivo nel terribile discorso di Netanyahu, è
sicuramente esser stato un regalo agli storici del genocidio. Ripensando a
questo giorno buio, il culmine di dieci mesi di complicità genocida degli Stati
uniti a Gaza, gli storici del futuro non avranno difficoltà a dire chi ha
applaudito il genocidio e chi si è opposto.
Guarderanno indietro con orrore ai deputati statunitensi che hanno
applaudito un criminale di guerra accusato del massacro di oltre quarantamila
palestinesi o, per citare stime più plausibili, duecentomila palestinesi e
oltre ventimila bambini. Nelle parole del reverendo Munther Isaac, «I libri di
storia registreranno che il Congresso degli Stati uniti ha ospitato un
criminale di guerra e gli ha riservato un numero scandaloso di standing
ovation».
La storia sarà più gentile con la rappresentante Rashida Tlaib, che ha
mostrato un cartello con la scritta «Colpevole di genocidio» e «Criminale di
guerra». Poi ha spiegato: «Non mi tirerò mai indietro nel dire la verità al
potere. Il governo dell’apartheid di Israele sta commettendo un genocidio
contro i palestinesi. I palestinesi non saranno cancellati. Solidarietà a tutti
coloro che sono fuori da queste mura nelle strade a protestare ed esercitare il
loro diritto al dissenso».
Il resto dei parlamentari si è alzato e ha applaudito. Per mostrare il suo
rispetto cerimoniale per il presuntuoso criminale di guerra, John Fetterman ha
persino indossato un abito al Congresso, forse per la prima volta. I deputati
hanno giocato a fare i ciechi e sordi di fronte alla sofferenza dei
palestinesi, anche se il genocidio di Gaza è diventato il «genocidio più
documentato della storia», per citare l’ambasciatore palestinese delle Nazioni
unite, in cui i leader israeliani, guidati da Netanyahu, hanno apertamente
chiesto il genocidio e la pulizia etnica dei palestinesi. Come ha osservato
Tlaib: «Netanyahu è un criminale di guerra che commette un genocidio contro il
popolo palestinese. È assolutamente vergognoso che i leader di entrambi i
partiti lo abbiano invitato a parlare al Congresso. Dovrebbe essere arrestato e
inviato alla Corte penale internazionale».
Netanyahu ha parlato solo alla metà dei democratici di ogni camera, circa
100 dei 212 democratici della Camera e 28 dei 51 democratici e indipendenti del
Senato. Molti hanno boicottato il discorso, tra cui Bernie Sanders, Sara Jacobs
e Jamaal Bowman. La vicepresidente Kamala Harris ha rifiutato di presiedere il
discorso di Netanyahu. Oltre 230 membri dello staff del Congresso hanno firmato
una lettera che esortava i deputati a boicottare Netanyahu, spingendo il
presidente della Camera Mike Johnson a minacciare apertamente i parlamentari per il boicottaggio.
Gli Stati uniti sono incredibilmente isolati nel loro sostegno al genocidio
di Israele. Proprio mentre Netanyahu atterrava a Washington, Amnesty
International ha pubblicato un rapporto schiacciante che metteva in guardia
sulla complicità degli Stati uniti nei crimini di guerra a Gaza. La visita di
Netanyahu arriva pochi giorni dopo che la Corte internazionale di giustizia ha
dichiarato Israele colpevole di apartheid in Palestina e poco prima che la
Corte penale internazionale emettesse un mandato di arresto contro Netanyahu
per i suoi crimini di guerra a Gaza.
Di fronte all’arresto in Europa, Netanyahu è volato direttamente negli
Stati uniti, dove ha trovato un rifugio sicuro, forse l’unico dopo che diversi
paesi europei, tra cui forti alleati di Israele come Germania e Francia, e
probabilmente il Regno Unito, hanno dichiarato la loro intenzione di arrestare
Netanyahu e altri leader israeliani se la Corte internazionale di giustizia
dovesse emettere mandati di arresto contro di loro. Il leader israeliano ha
persino escluso scali nella Repubblica Ceca e in Ungheria. Un aereo cargo
statunitense carico di armi è atterrato in Israele alla partenza di Netanyahu
per Washington.
Per impedire a Netanyahu di affrontare la giustizia, alcuni deputati
statunitensi hanno minacciato di smantellare del tutto il sistema giudiziario
internazionale. Come ha ammesso apertamente il senatore Lindsey Graham, «Se la Corte
internazionale fa questo a Israele, dopo verranno a prendere noi».
Nel frattempo, migliaia di persone hanno protestato fuori dal Congresso.
Gli attivisti anti-genocidio hanno chiesto una mobilitazione di massa per
arrestare Netanyahu per crimini di guerra. Jewish Voice for Peace e decine di
organizzazioni partner hanno pubblicato un avviso di «Arresto da parte dei
cittadini per Netanyahu». Oltre cento organizzazioni di base per i diritti
umani hanno chiesto al governo degli Stati uniti di cessare immediatamente i
trasferimenti di armi e i finanziamenti militari all’esercito israeliano. Oltre
quattrocento ebrei Usa hanno organizzato un sit-in di protesta all’interno del
Congresso per chiedere la fine del sostegno militare incondizionato degli Stati
uniti a Israele.
I dimostranti hanno bruciato un’effigie di Netanyahu a pochi isolati di distanza
dal Congresso. Persino le famiglie degli ostaggi israeliani hanno protestato
contro la visita di Netanyahu a Washington, poiché lo ritengono responsabile di
aver sabotato gli sforzi di cessate il fuoco per salvare la sua carriera
politica. Secondo quanto riferito, alcuni sono stati arrestati. Centinaia di altri manifestanti sono stati fermati,
colpiti da gas lacrimogeni e malmenati dalla polizia durante il discorso di
Netanyahu. Migliaia di persone si sono radunate per protestare contro Netanyahu
giovedì mentre si preparava a incontrare Joe Biden alla Casa Bianca, dove
Netanyahu ha dichiarato: «Da orgoglioso sionista ebreo a orgoglioso sionista
americano irlandese, voglio ringraziarvi per cinquant’anni di sostegno allo
Stato di Israele». La storia li ricorderà come coloro che hanno assunto l’unica
posizione eticamente sana in un conflitto caratterizzato da brutalità e follia
sanguinarie. Gli eletti in piedi ad applaudire il principale architetto di
quella follia, d’altro canto, dovranno affrontare una serie di domande, tra
cui, ma non solo, «Come hanno fatto a farla franca?», «Come hanno dormito la
notte?», «Perché non sono stati sbattuti in prigione?».
*Seraj Assi è uno scrittore palestinese. Vive a Washington e ha
scritto My Life As An Alien (Tartarus Press). Questo articolo è
uscito su JacobinMag. La traduzione è a cura
della redazione.
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