giovedì 20 giugno 2024

L’Italia dei braccianti dimezzati - Enrico Campofreda

  

Un bracciante che perde un braccio, cos’è? Una certa Italia, mai benevola col lavoro delle mani, lo trattava da un uomo dimezzato nell’efficienza produttiva e lo compensava con mezza paga. Non importava se il malcapitato s’affannasse a lavorare sodo dimenando velocemente l’altro arto, il salario era dimezzato. Accadeva nel Novecento giolittiano e in quello della rivoluzione fascista, che però ai mutilati d’ogni guerra, ancor più se coloniale, concedeva compensazioni. L’Italia della ricostruzione e del boom economico accordava qualcosa agli incidentati delle braccia da lavoro. Allora si parlava di progresso e di tutele. Alcune sono arrivate, ma tanti diritti sono stati smarriti o sono rimasti sogni. Nell’Italia digitalizzata le difese sono scemate sebbene, o non a caso, si registrino un anno via l’altro mille e passa caduti di pacifico lavoro. “Morti bianche” le chiamavano con un ossimoro pazzesco perché non c’è luce né chiarezza in tanti di questi assassini legalizzati. L’altro alibi è la fatalità o peggio la disattenzione per la quale il boomerang della menomazione o del decesso s’addossa a chi ne è colpito. La classe che frequenta campagne e cantieri e le fabbriche che restano e i tanti magazzini dove s’accumula la robbba da riversare negli scaffali delle vendite - ingrosso o dettaglio non fa differenza - la classe operaia è l’unica a guardare in faccia la morte o la lesione di corpi martoriati da impalcature, trivelle, presse, muletti su cui si lavora in una sicurezza resa insicura da inosservanze, assenza di controlli, ritmi, subappalti, caporalato. Fino a giungere a Borgo Santa Maria nel Pontino, vicino alle case che sanno di patria: Borgo Piave, Bainsizza, Podgora.  Campagne con una storia densa di contraddizioni che qui non trattiamo, e da tempo al centro di cronache di super sfruttamento bracciantile, fatto da sikh ultimamente ribelli a padroncini e moderni campieri. Lì un bracciante indiano ha avuto l’arto tranciato da una falciatrice meccanica ed è stato “soccorso” in questo modo: infagottato e trasportato su un pulmino verso l’abituale alloggio. E lasciato lì. Però i padroni benevoli non gli hanno fatto mancare il braccio, gettato accanto al corpo martoriato. I contadini del Punjab rischiano trattamenti simili? Può darsi. Ma intanto questo accade da noi e vedremo cosa faranno le festaiole istituzioni da G7.

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