Una delle espressioni più stupide coniate da certa politologia d’accatto, ben rappresentata tra i pennivendoli che vanno per la maggiore nella cosiddetta grande stampa e nei media radiotelevisivi è stata negli ultimi anni indubbiamente quella di “sovranismo”.
Non è mai stato ben chiaro cosa lorsignori
volessero significare usando tale balorda categoria. Quello che è certo è che i
politici che venivano definiti tali sono stati i più rapidi e risoluti a
svendere ogni sovranità, sia popolare che nazionale, ai poteri
forti privati, soprattutto il capitale finanziario transnazionale e allo
Stato-guida dell’Occidente in crisi terminale, gli Stati Uniti d’America,
emulando e superando in stoltezza i liberali che li avevano preceduti sulla
strada della svendita delle risorse e del reclutamento a forza del popolo
sovrano nell’assurda e suicida campagna contro la Russia, la Cina e gli altri
Stati che rifiutano giustamente l’ordine capitalista dei privilegi per
pochissimi, miseria e morte per la stragrande maggioranza dell’umanità.
Meloni & C., per i quali propongo la
ben più pregnante definizione di “sottonisti”, sono
in evidente linea di continuità con Draghi, massimo profeta del capitalismo e
dell’atlantismo in Europa e nel nostro Paese. Di lui resterà storica la
sciagurata frase “Volete i condizionatori o la pace?”, che segnò la
sottomissione dell’Italia alla politica guerrafondaia di
Biden e della Nato, col risultato della lunga e sanguinosa
guerra in Ucraina, oltre un milione di morti e della fine dell’intercambio
energetico con la Russia che sta determinando un’ulteriore rovinosa tappa della
crisi senza fondo dell’economia dell’Europa asservita alla Nato e alle lobby
finanziarie.
L’ascesa al potere di Trump e Musk sta
ponendo le premesse per l’accelerazione della corsa dell’Occidente verso l’autodistruzione e la catastrofe planetaria.
Trump è certamente più sveglio e intelligente di Biden, non è che ci voglia
molto, ma le sue
recenti irricevibili smargiassate su Canada, Groenlandia e Panama non lasciano molti
dubbi sulla sua vocazione imperiale e la sua proterva volontà di rilanciare la
grandezza degli Stati Uniti a spese dei popoli del mondo.
I sottonisti nostrani riescono al tempo
stesso a omaggiare il nuovo Zar di Washington, dando importanti settori
strategici chiavi in mano a Musk, e ad assecondare la folle velleità
europea di continuare la guerra. Meloni si intesta la liberazione di Cecilia Sala, ottenuta grazie all’intelligence
nazionale che conserva nonostante tutto importanti conoscenze e professionalità
sedimentate nel corso dei decenni, ma ribadisce il suo incondizionato sostegno
al regime genocida di Netanyahu che
continua ogni giorno a massacrare i Palestinesi mentre si espande in Libano e
Siria e prepara ulteriori attacchi contro l’Iran.
Qui in Venezuela, dove mi
trovo da qualche giorno, e Nicolas Maduro si
è insediato come presidente della Repubblica bolivariana del Venezuela, la
situazione è complessivamente tranquilla, salva qualche soporadica
manifestazione dell’opposizione, per lo più poco partecipata, pacifica e ben
controllata dal popolo chavista adeguatamente organizzato.
Ciò costituisce il risultato di una
volontà popolare coesa e di cristallina chiarezza volta a riaffermare in ogni
circostanza il principio della sovranità nazionale e popolare quale deve essere
nel contesto del mondo multipolare e pluricentrico che va costruito superando
l’obsoleto e cadente predominio di stampo imperialista e neocoloniale
dell’Occidente. Trump e Musk vorrebbero mettere le mani sulle ricchissime risorse energetiche e di altro genere del Paese,
ma troveranno ora e sempre la strada sbarrata dalla mobilitazione popolare
organizzata e dall’alleanza incrollabile tra popolo, milizia, forze di polizia
e Forze armate.
Chiunque voglia informarsi in merito sulla
stampa italiana è destinato a imbattersi in titoli demenziali come quello
apparso ieri sulla Repubblica che
per l’ennesima volta parla del “baratro” in
cui starebbe cadendo il Venezuela. Stando qui l’impressione è
quella, del tutto opposta, di un popolo animato da una fortissima
volontà di pace e prosperità, simboleggiata anche dal consumismo perfino
eccessivo che si è registrato durante le recenti festività natalizie.
I sottonisti nostrani, annidati nei media,
nel governo ma anche nel vertice di forze di finta opposizione come il Pd,
spingono il loro estremo servilismo nei confronti dell’Impero in declino al
punto di negare il riconoscimento al legittimo presidente Maduro per darlo
invece all’insulso burocrate Edmundo Gonzalez, da
sempre attivo come marionetta di Washington in servizio permanente attivo. E’
l’altra faccia dell’impegno per la continuazione dell’insensato massacro
ucraino e del sostegno politico e militare al genocida Netanyahu. Una
situazione davvero avvilente per
uno Stato come l’Italia, che fu a lungo faro di civiltà per il mondo, ma che
languisce oggi sotto il giogo dei sottonisti che la controllano per conto
terzi,come sempre sono stati usi fare nelle varie contingenze storiche.
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