La missione UNIFIL in Libano, a cui ha partecipato la Brigata Sassari, è una missione per il mantenimento della pace o a sostegno della guerra israeliana contro il Libano? Per il Cùleziu contra a la gherra “la retorica e la propaganda sostengono la prima versione, ma non è esattamente così”. Pubblichiamo il loro comunicato.
Sabato primo marzo si celebrano i 110
anni della Brigata Sassari e il suo ritorno dalla missione UNIFIL nel sud del
Libano, composta da diversi eserciti occidentali sotto l’egida dell’ONU. Per
numero e grado i principali eserciti presenti sono quello italiano e
indonesiano. In particolare la Brigata Sassari (che ha appena concluso la sua
missione di 6 mesi) era il gruppo più numeroso, con 1.200 soldati. Secondo il
Ministero della Difesa, gli obiettivi di questa missione sono “monitorare la
cessazione delle attività belliche, assistere alle attività delle forze armate
libanesi, monitorare il rispetto della blue line, supportare la popolazione
locale e effettuare operazioni di check point e pattugliamento”. Tuttavia,
UNIFIL non è esattamente il mezzo per garantire la pace e il cessate il fuoco,
come i media occidentali e la propaganda della Brigata Sassari ce la
descrivono.
UNIFIL non è affatto un soggetto super
partes, ma al contrario è spudoratamente dalla parte di Israele. In primis lo
dimostra il fatto che tutti i suoi eserciti sono stanziati esclusivamente in
territorio Libanese, che rappresenta la parte invasa da Israele, che al
contrario non vede neanche un soldato sul suo territorio. Il suo vero ruolo è
quello di collaborare con Israele, il cui rapporto è in certi casi visto dai
libanesi come al limite della delazione. La missione non ha evitato la
violazione del cessate il fuoco da parte di Israele, anche se sulla carta
sarebbe il suo ruolo principale: non la ha evitata questo autunno, quanto si è
vista bombardare i propri stessi avamposti e non la ha evitata il 23 febbraio.
In quest’ultima occasione gli aerei da guerra F15 dell’IDF (Israel Defence
Force) hanno prima bombardato la valle di Bekaa e dopo 15 minuti hanno
sorvolato a bassa quota in segno provocatorio la folla presente al funerale di
Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah (dopo averne già minacciato il
bombardamento).
Per dimostrare tutto ciò, vorremmo dare
voce al popolo libanese, che quotidianamente subisce bombardamenti e soprusi
dall’entità sionista, e che purtroppo non trova spazio nei media occidentali.
Come sottolinea Nicoles Youness, ricercatrice libanese presso l’Università Libanese:
“L’UNIFIL non è per il mantenimento
della pace, contrariamente a quanto sembra (in realtà contribuisce a servire
l’entità sionista). La missione UNIFIL in Libano è composta da oltre 10.000
soldati, di cui il contingente principale è quello italiano. Potrebbero
effettivamente svolgere un ruolo importante nel prevenire la guerra, ma di
fatto non lo fanno, attenendosi invece agli ordini dell’occupazione sionista.
Di fatto il Libano meridionale era ed è ancora sotto occupazione sionista, e
gli eserciti di UNIFIL sono funzionali al mantenimento di questa situazione.
È pur vero che UNIFIL svolge attività
umanitaria, come distribuire cibo e beni di prima necessità ad alcune famiglie,
ma allo stesso tempo raccoglie informazioni (foto, coordinate), che gira all’esercito
di occupazione sionista. È infatti capitato che l’IDF bombardasse luoghi dei
quali UNIFIL aveva fornito loro le coordinate. A riprova di ciò, Al Jazeera
mostra le testimonianze di libanesi del sud che hanno visto personale UNIFIL
riprendere i loro villaggi, alimentando la percezione che tali azioni
equivalessero più a operazioni di spionaggio che a peacekeeping. Timur Göksel
(un ex portavoce e consigliere senior dell’UNIFIL) conferma che le agenzie di
intelligence sioniste hanno infiltrato i ranghi dell’UNIFIL, reclutando
personale per agire come informatori. Tali rivelazioni, sebbene ampiamente
riconosciute, non hanno mai portato a una seria indagine interna.
Israele ha bombardato non solo i
villaggi e le città del Libano, ma ha anche gli stessi avamposti di UNIFIL,
ordinando loro di evacuarli, cosa che hanno fatto senza esitazione con
l’eccezione dell’esercito Irlandese.
La gente del sud del Libano ritiene che
il ruolo dell’UNIFIL sia spesso limitato allo spionaggio per l’occupazione
sionista e alla legittimazione delle violazioni dei diritti umani. Non è uno
scherzo, non è una bugia, UNIFIL è una marionetta nelle mani degli occupanti
sionisti. L’UNIFIL non è affatto neutrale, è una parte del conflitto, che aiuta
e sostiene l’esercito di occupazione sionista. Anche questo è dimostrato.”
In conclusione vogliamo denunciare
l’ipocrisia delle istituzioni che da una parte si schierano per la pace, come
dimostra lo striscione presente in Prefettura (“Cessate il fuoco. Pace”),
dall’altra celebrano i militari della Brigata Sassari come eroi, quando invece,
come dimostra la testimonianza appena citata, questi, così come tutto il
contingente UNIFIL, non sono altro che una forza funzionale al perpetrarsi di
guerre e genocidi a opera di Israele…
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