mercoledì 12 marzo 2025

L’arresto senza accuse di Mahmoud Khalil, studente pro Palestina della Columbia, preoccupa il mondo - Sara Pierri

 


Mahmoud Khalil, leader delle proteste pro Palestina nelle università americane, è stato arrestato sabato notte. Si trovava nella sua residenza alla Columbia University con la moglie incinta di otto mesi quando gli agenti dell’ufficio americano dell’immigrazione (ICE) hanno fatto irruzione e, mostrando un mandato, hanno preso in custodia l’uomo senza presentare alcun tipo di accusa formale.

L’arresto senza accuse 

Khalil ha origini siriane e palestinesi ed è in regolare possesso di green card oltre a essere sposato con una cittadina americana. Nonostante questo, gli agenti hanno comunicato la revoca del suo visto studentesco. Un visto che però non esiste, essendo l’uomo ufficialmente cittadino americano e non avendo necessità di un visto per restare nel paese. La sua avvocata, Amy Greer, si è detta sorpresa del provvedimento senza precedenti e ha raccontato alla BBC che Khalil è detenuto in un centro dell’ICE in New Jersey.

La moglie, anche lei minacciata di arresto quando ha cercato di opporsi all’irruzione, non è stata autorizzata a fargli visita e gli agenti hanno negato l’uomo si trovasse lì. Dopo due giorni senza notizie, si è scoperto che è detenuto in un centro per migranti in Louisiana. Trump sperava in una deportazione lampo ma
un giudice federale di New York ha bloccato ogni pratica almeno fino a mercoledì 12 marzo, giorno in cui lo studente attivista potrebbe comparire in tribunale.

Le proteste pro Palestina alla Columbia University

Khalil, l’anno scorso, è stato tra gli attivisti più impegnati nelle proteste a favore della Palestina nei campus universitari americani. Il suo arresto arriva dopo le recenti dichiarazioni di Trump sull’inasprimento delle repressioni contro le università. Prima ha ordinato il taglio dei fondi alla Columbia per la cifra di 400 milioni di dollari, poi l’arresto del leader del movimento pacifico, a suo dire per difendere gli studenti ebrei da quelle che il presidente definisce «violenze antisemite».

La Columbia ha voltato le spalle ai propri studenti e ha cercato di preservare i propri fondi intensificando “le punizioni” verso gli studenti più impegnati. Maryam Alwan, studentessa dell’università, ha ricevuto una mail disciplinare che la accusava di molestie e discriminazioni dopo un editoriale uscito sul giornale universitario in cui chiedeva di disinvestire da Israele.

Un altro attivista è sotto inchiesta per aver affisso dei manifesti fuori dal campus e un altro è stato sanzionato per una mostra d’arte sull’occupazione israeliana a opera di artisti palestinesi. La direzione della Columbia University si è rifiutata di commentare l’arresto del suo studente.

Sempre più repressione, sempre più estrema

Il Segretario di Stato Marco Rubio ha paragonato gli studenti ai terroristi di Hamas e Trump ha proposto l’uso dell’intelligenza artificiale per identificarli attraverso le loro attività sui social network. I due promettono di revocare la green card agli studenti coinvolti, una pratica legalmente impossibile visto che la decisione di revoca avviene solo in casi estremamente gravi e viene decisa esclusivamente da un giudice. Trump aveva preannunciato la svolta repressiva qualche giorno fa, utilizzando la parola Shalom, un saluto ebraico che significa pace, sul suo account X.

Le reazioni all’arresto tra solidarietà e sgomento

Le reazioni degli ebrei americani non si sono fatte attendere, particolarmente significativa quella dello scrittore David Grossman:

«Rendere le parole e le frasi ebraiche intercambiabili con la detenzione dell’ICE significa fare dell’ebraismo il volto del fascismo. Questo è successo in Israele e succederà qui se lo permettiamo»

L’arresto ha provocato sgomento e una serie di critiche da parte di associazioni sui diritti umani, singole personalità politiche e addirittura dalla Procuratrice Generale di New York Letitia James che ha dichiarato di star «monitorando attentamente la situazione». In seguito al suo arresto numerose protese spontanee hanno invaso le strade di New York, le petizioni per la sua scarcerazione aumentano e numerose associazioni ebraiche si sono dette contrarie all’arresto.

https://www.ultimavoce.it/arresto-senza-accuse-mahmoud-khalil/

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