Mahmoud Khalil, leader delle proteste pro Palestina nelle università americane, è stato arrestato sabato notte. Si trovava nella sua residenza alla Columbia University con la moglie incinta di otto mesi quando gli agenti dell’ufficio americano dell’immigrazione (ICE) hanno fatto irruzione e, mostrando un mandato, hanno preso in custodia l’uomo senza presentare alcun tipo di accusa formale.
L’arresto
senza accuse
Khalil ha
origini siriane e palestinesi ed è in regolare possesso di
green card oltre a essere sposato con una cittadina americana.
Nonostante questo, gli agenti hanno comunicato la revoca del suo visto
studentesco. Un visto che però non esiste, essendo l’uomo ufficialmente cittadino americano e non avendo
necessità di un visto per restare nel paese. La sua avvocata, Amy Greer, si è
detta sorpresa del provvedimento senza precedenti e
ha raccontato alla BBC che Khalil è detenuto in un centro dell’ICE in New
Jersey.
La moglie,
anche lei minacciata di arresto quando ha cercato di opporsi all’irruzione, non
è stata autorizzata a fargli visita e gli agenti hanno negato l’uomo si
trovasse lì. Dopo due giorni senza notizie, si è scoperto che è detenuto in un
centro per migranti in Louisiana. Trump sperava in una
deportazione lampo ma
un giudice federale di New York ha bloccato ogni pratica almeno
fino a mercoledì 12 marzo, giorno in cui lo studente attivista potrebbe
comparire in tribunale.
Le
proteste pro Palestina alla Columbia University
Khalil,
l’anno scorso, è stato tra gli attivisti più impegnati nelle proteste a favore della Palestina nei campus
universitari americani. Il suo arresto arriva dopo le recenti dichiarazioni di
Trump sull’inasprimento delle repressioni contro le università. Prima
ha ordinato il taglio dei fondi alla Columbia per la cifra di
400 milioni di dollari, poi l’arresto del leader del movimento
pacifico, a suo dire per difendere gli studenti ebrei da quelle che il
presidente definisce «violenze antisemite».
La
Columbia ha voltato le spalle ai propri studenti e ha cercato di preservare i
propri fondi intensificando “le punizioni” verso gli studenti più impegnati. Maryam Alwan, studentessa dell’università, ha
ricevuto una mail disciplinare che la accusava di molestie e discriminazioni
dopo un editoriale uscito sul giornale universitario in cui chiedeva di
disinvestire da Israele.
Un altro
attivista è sotto inchiesta per aver affisso dei manifesti fuori
dal campus e un altro è stato sanzionato per una mostra
d’arte sull’occupazione israeliana a opera di artisti
palestinesi. La direzione della Columbia University si è rifiutata di
commentare l’arresto del suo studente.
Sempre
più repressione, sempre più estrema
Il
Segretario di Stato Marco Rubio ha paragonato gli studenti ai
terroristi di Hamas e Trump ha proposto l’uso dell’intelligenza
artificiale per identificarli attraverso le loro attività sui social network. I
due promettono di revocare la green card agli studenti coinvolti, una pratica
legalmente impossibile visto che la decisione di revoca avviene solo in casi
estremamente gravi e viene decisa esclusivamente da un giudice. Trump aveva preannunciato la
svolta repressiva qualche giorno fa, utilizzando la parola Shalom, un saluto ebraico che significa pace, sul suo
account X.
Le
reazioni all’arresto tra solidarietà e sgomento
Le
reazioni degli ebrei americani non si sono fatte attendere, particolarmente
significativa quella dello scrittore David Grossman:
«Rendere le
parole e le frasi ebraiche intercambiabili con la detenzione dell’ICE significa
fare dell’ebraismo il volto del fascismo. Questo è successo in Israele e
succederà qui se lo permettiamo»
L’arresto ha
provocato sgomento e una serie di critiche da
parte di associazioni sui diritti umani, singole personalità politiche e
addirittura dalla Procuratrice Generale di New York Letitia James che ha
dichiarato di star «monitorando attentamente la
situazione». In seguito al suo arresto numerose protese
spontanee hanno invaso le strade di New York, le petizioni per la sua
scarcerazione aumentano e numerose associazioni ebraiche
si sono dette contrarie all’arresto.
https://www.ultimavoce.it/arresto-senza-accuse-mahmoud-khalil/
Nessun commento:
Posta un commento