martedì 26 agosto 2025

Abbiamo sempre vissuto nel castello – Shirley Jackson

È il primo libro di Shirley Jackson che leggo, un bella scoperta, per me. 

Dalla biografia di Shirley_Jackson, morta a soli 49 anni, si può intuire perché non abbia scritto libri stile e vissero felici e contenti. (d'altronde come stupirsene se la tua madre di merda ti dice che sei un aborto mancato?).

Abbiamo sempre vissuto nel castello è un piccolo libro che non delude, due sorelle (con uno zio in sedia a rotelle) vivono in una casa fuori paese, odiate da tutti, sopratutto la sorella grande, perchè implicate secondo la vox populi, ma non secondo la giustizia, nell'avvelenamento dei genitori.

vivono una vita ai margini, sempre nel timore di attacchi e violenze, e si vedrà quanto hanno ragione.

il racconto è come sospeso, tranquillo, sino all'esplosione della violenza.

Shirley Jackson è proprio brava, non privatevene (lo dice anche Stephen King).

buona (sorprendente) lettura.


 

 

A Shirley Jackson, che non ha mai avuto bisogno di alzare la voce"; con questa dedica si apre "L'incendiaria" di Stephen King. È infatti con toni sommessi e deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda molto da vicino i "brividi silenziosi e cumulativi" che - per usare le parole di un'ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo "La lotteria". Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma maestra del Male - un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai 'cattivi', ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli miracoli di follia…

da qui

 

Abbiamo sempre vissuto nel castello è un libro perturbante e l’incipit ci scaraventa immediatamente dentro a una storia di cui intuiamo i contorni… saranno le pagine dopo a farci capire realmente dove siamo e chi stiamo ascoltando. Mary Katherine Blackwood è la voce narrante e basta pochissimo per accorgersi che Marricat non è proprio una bambina come tutte le altre…

da qui

 

Lentamente veniamo a conoscenza dell'identità del colpevole degli omicidi e dei motivi dell'insano gesto, mentre davanti ai nostri occhi scorrono scene di "ordinaria follia": non ci sono colpi di scena o scene da romanzo horror, non scorrono fiumi di sangue né vi è alcuna presenza sovrannaturale che abita la casa, piuttosto la pazzia regna sovrana ma si può vederla solo in controluce, senza che venga mai chiamata per nome, ma non c'è una sola pagina, non una sola riga nella quale non si percepisca inquietudine e angoscia…

da qui

 

…Semplicemente un capolavoro, scritto con maestria in un crescendo di tensione e preoccupazione per la sorte di personaggi indimenticabili, e che fa venir voglia di divorare tutto ciò che Shirley Jackson ha scritto, liste della spesa comprese.

da qui

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