È il primo libro di Shirley Jackson che leggo, un bella scoperta, per me.
Dalla biografia di Shirley_Jackson, morta a soli 49 anni, si può intuire perché non abbia scritto libri stile e vissero felici e contenti. (d'altronde come stupirsene se la tua madre di merda ti dice che sei un aborto mancato?).
Abbiamo sempre vissuto nel castello è un piccolo libro che non delude, due sorelle (con uno zio in sedia a rotelle) vivono in una casa fuori paese, odiate da tutti, sopratutto la sorella grande, perchè implicate secondo la vox populi, ma non secondo la giustizia, nell'avvelenamento dei genitori.
vivono una vita ai margini, sempre nel timore di attacchi e violenze, e si vedrà quanto hanno ragione.
il racconto è come sospeso, tranquillo, sino all'esplosione della violenza.
Shirley Jackson è proprio brava, non privatevene (lo dice anche Stephen King).
buona (sorprendente) lettura.
A Shirley Jackson, che non ha mai
avuto bisogno di alzare la voce"; con questa dedica si apre
"L'incendiaria" di Stephen King. È infatti con toni sommessi e
deliziosamente sardonici che la diciottenne Mary Katherine ci racconta della
grande casa avita dove vive reclusa, in uno stato di idilliaca felicità, con la
bellissima sorella Constance e uno zio invalido. Non ci sarebbe nulla di strano
nella loro passione per i minuti riti quotidiani, la buona cucina e il
giardinaggio, se non fosse che tutti gli altri membri della famiglia Blackwood
sono morti avvelenati sei anni prima, seduti a tavola, proprio lì in sala da
pranzo. E quando in tanta armonia irrompe l'Estraneo (nella persona del cugino
Charles), si snoda sotto i nostri occhi, con piccoli tocchi stregoneschi, una
storia sottilmente perturbante che ha le ingannevoli caratteristiche formali di
una commedia. Ma il malessere che ci invade via via, disorientandoci, ricorda
molto da vicino i "brividi silenziosi e cumulativi" che - per usare
le parole di un'ammiratrice, Dorothy Parker abbiamo provato leggendo "La
lotteria". Perché anche in queste pagine Shirley Jackson si dimostra somma
maestra del Male - un Male tanto più allarmante in quanto non circoscritto ai
'cattivi', ma come sotteso alla vita stessa, e riscattato solo da piccoli
miracoli di follia…
Abbiamo sempre vissuto
nel castello è un libro perturbante e l’incipit ci scaraventa
immediatamente dentro a una storia di cui intuiamo i contorni… saranno le
pagine dopo a farci capire realmente dove siamo e chi stiamo ascoltando. Mary
Katherine Blackwood è la voce narrante e basta pochissimo per accorgersi che
Marricat non è proprio una bambina come tutte le altre…
…Lentamente veniamo a conoscenza dell'identità del
colpevole degli omicidi e dei motivi dell'insano gesto, mentre davanti ai
nostri occhi scorrono scene di "ordinaria follia": non ci sono
colpi di scena o scene da romanzo horror, non scorrono fiumi di
sangue né vi è alcuna presenza sovrannaturale che abita la casa, piuttosto la
pazzia regna sovrana ma si può vederla solo in controluce, senza che venga mai
chiamata per nome, ma non c'è una sola pagina, non una sola riga nella quale
non si percepisca inquietudine e angoscia…
…Semplicemente un capolavoro, scritto con maestria in un
crescendo di tensione e preoccupazione per la sorte di personaggi
indimenticabili, e che fa venir voglia di divorare tutto ciò che Shirley
Jackson ha scritto, liste della spesa comprese.
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