Per mesi, Israele ha diffamato Anas Al-Sharif a causa della sua incessante copertura del genocidio e dei crimini commessi a Gaza. Anas ha pubblicamente condiviso il suo testamento spirituale con i suoi followers dopo aver precedentemente riferito che le forze israeliane lo avevano minacciato di morte se non avesse smesso di denunciare. Ora, Israele ha assassinato Anas insieme al resto della squadra di Al Jazeera a Gaza.
Questa è la mia volontà e il mio messaggio finale. Se queste parole vi giungono, sappiate che Israele è riuscito a uccidermi e a mettere a tacere la mia voce. Innanzitutto, la pace, la misericordia e le benedizioni di Dio siano su di voi. Dio sa che ho dedicato tutto il mio impegno e la mia forza per essere un sostegno e una voce per il mio popolo da quando ho aperto gli occhi alla vita nei vicoli e nelle strade del campo profughi di Jabalia. La mia speranza era che Dio mi concedesse la vita così da poter tornare con la mia famiglia e i miei cari nella nostra città natale di Ashkelon (Al-Majdal), ora occupata. Ma la volontà di Dio è stata più rapida e il Suo giudizio è inevitabile.
Ho vissuto il dolore in ogni
dettaglio, ho assaporato ripetutamente il dolore e la perdita, eppure non ho
mai esitato a trasmettere la verità così com’è, senza distorsioni o
alterazioni, sperando che Dio sia testimone di coloro che sono rimasti in
silenzio, di coloro che hanno accettato la nostra uccisione, di coloro che
hanno soffocato i nostri respiri, di coloro i cui cuori sono rimasti
indifferenti ai corpi dispersi dei nostri bambini e delle nostre donne, e di
coloro che non hanno fermato il massacro che il nostro popolo ha subito per
oltre un anno e mezzo.
Vi affido la Palestina, la corona
del mondo islamico e il battito del cuore di ogni persona libera in questo
mondo.
Vi affido il suo popolo e i suoi
bambini innocenti a cui non è stata concessa una vita per sognare o vivere in
sicurezza e pace. I loro corpi puri sono stati schiacciati da migliaia di
tonnellate di bombe e razzi israeliani, fatti a pezzi e sparsi contro i muri.
Vi esorto a non lasciarvi mettere a
tacere dalle catene o limitare dai confini. Siate ponti verso la liberazione
della terra e del suo popolo finché il sole della dignità e della libertà non
sorgerà sulla nostra patria rubata.
Vi affido la mia famiglia.
Vi affido la luce dei miei occhi, la
mia amata figlia Sham, che il tempo non mi ha permesso di vedere crescere come
sognavo.
Vi affido il mio amato figlio Salah,
che desideravo sostenere e accompagnare finché non crescerà più forte, porterà
i miei fardelli e continuerà la missione.
Vi affido la mia amata madre, le cui
preghiere sono state la mia forza e la cui luce ha guidato il mio cammino.
Prego Dio di placare il suo cuore e di ricompensarla con il meglio per me.
Vi affido anche la mia compagna di
una vita, la mia cara moglie Umm Salah Bayan, da cui la guerra mi ha separato
per lunghi giorni e mesi, eppure è rimasta salda come un tronco d’ulivo che non
si piega, paziente e risoluta, portando la responsabilità in mia assenza con
forza e fede.
Vi esorto a circondarli e a essere
un sostegno per loro dopo Dio Onnipotente. Se dovessi morire, morirei saldo nei
miei principi. Rendo testimonianza a Dio che sono contento del Suo decreto,
credendo nell’incontro con Lui e certo che ciò che è con Dio è migliore ed
eterno.
O Dio, accettami tra i martiri,
perdona i miei peccati passati e futuri e fa’ che il mio sangue sia una luce
che illumini il cammino della libertà per il mio popolo e la mia famiglia.
Perdonami se ho mancato e prega per me con misericordia, perché sono rimasto
fedele alla mia promessa, senza cambiamento né abbandono.
Non dimenticare Gaza.
E non dimenticarmi nelle tue giuste preghiere per il perdono e l’accettazione.
Anas Jamal Al-Sharif

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