Meloni resta a galla perché manca un’alternativa degna di questo nome - Fabio Marcelli
Manca nei nomi, ma soprattutto manca nelle basi ideologiche, ancora abbondantemente infette dall’atlantismo e dal neoliberismo
In un passaggio dell’atto recentemente depositato dalla Procura di Milano nel contesto del procedimento contro amministratori locali e costruttori, è scolpito, in termini che vanno ben al di là del caso singolo, il dramma vissuto attualmente dall’Italia e dall’Europa intera. I funzionari pubblici coinvolti nell’inchiesta, scrivono i pubblici ministeri, “si esprimono ed agiscono non come pubblici ufficiali rispettosi dei confini e del ruolo della loro importante funzione pubblica a garanzia dei fondamenti su cui si regge la comunità e la convivenza civile in un settore delicato come l’urbanistica, ma come dipendenti privati e deferenti agli ordini di Catella”, il potente costruttore che emerge come dominus incontrastato della vicenda.
Si tratta di un passaggio che fa luce sul vero e proprio suicidio attuato
dalla Repubblica italiana, le cui origini risalgono alla svendita del
patrimonio pubblico ai privati attuata da Giuliano Amato & C. a
partire da circa trent’anni fa. In tal modo il virus neoliberista venne
inoculato in quel che restava dalla sinistra, già sconquassata dalle disastrose
scelte di Occhetto e della fallimentare generazione dei Veltroni e dei D’Alema
che gli fece seguito. Da lì derivano tutte le nostre disgrazie, compresa Meloni,
Lollobrigida, Santanché, La Russa, Tajani, Salvini e
tutta la compagnia di penosi saltimbanchi che afferma di stare governando
l’Italia.
È per questo motivo, avere liquidato scelleratamente le migliori tradizioni
del popolo italiano, che siamo oggi complici del genocida Netanyahu.
Sempre per questo motivo continuiamo ad alimentare una guerra senza senso
in Ucraina che sta distruggendo un Paese, mettendoci di
traverso perfino a Trump, che ha capito l’irrimediabilità della sconfitta e
ne scarica sull’Unione Europea i costi sia finanziari che politici. Sempre per
questo motivo continuiamo ad avere un governo che riesuma il nucleare,
fa affogare senza vergogna i migranti, massacra lavoratrici e lavoratori
affermando l’imperio incontrastato del capitalismo più
straccione e decadente dell’Occidente in declino.
Si realizza così il sogno di Draghi & C. che vedono nella mediocre
politicante spuntata dalle viscere del neofascismo imbellettato alla meno
peggio l’incarnazione dei loro progetti meno confessabili. Alla fine non
abbiamo avuto né la pace né i condizionatori, proprio nel momento in cui le
nubi della guerra imminente incombono più che mai sul nostro orizzonte, al pari
dell’innaturale caldo torrido indotto dal cambiamento
climatico che è effetto a sua volta del predominio incontrastato delle
lobby dell’energia fossile. Il problema come accennato non è solo italiano:
l’Unione europea, “governata” dalla signora Von der Leyen in Pfizer, riesce ad
essere contemporaneamente serva di Trump e guerrafondaia in Ucraina. Guai se ci
fosse davvero la pace in Ucraina, che poi cosa raccontiamo a Rheinmetall e
Leonardo?
Quindi la guerra, garanzia di sopravvivenza per il genocida Netanyahu che
sta affogando irrimediabilmente nel sangue e nella melma, diventa
l’unica prospettiva anche per l’Europa che affonda: ”Prepararsi, proteggersi,
arruolarsi” recita l’osceno manualetto che Macron, che rappresenta
ormai un’infima minoranza dei francesi, si prepara a distribuire.
Di conseguenza abbiamo al governo la peggiore destra mai vista in Italia
dal 25 aprile in poi, negatrice profonda di ogni valore costituzionale e votata
esclusivamente alla realizzazione immediatamente dei propri più gretti
interessi materiali. Ministri, governatori e sindaci si mettono in proprio
quando possono e la cronaca rigurgita di abusi d’ufficio (non
più punibili grazie a Nordio & C.), interessi privati in atti d’ufficio,
corruzioni, peculati ecc. Questa l’obbrobriosa destra, ma non è che la
sedicente “sinistra” sia poi tanto meglio.
Qualcuno mi spieghi in cosa una Picierno, un Fassino, un Guerino, ecc.
siano meglio di Meloni o La Russa. Questo è l’interrogativo che serpeggia
insidioso in testa a noi poveri cittadini medi privi di potere e di
prospettive. E l’astensione dilaga. Meloni vince e continua a riscuotere
consensi più di altri perché, nella sua squallida mediocrità, pare la
più idonea a sedere sul trono collocato in vetta alla fetida discarica
che è divenuta l’Italia, dove perfino i cinesi diventano mafiosi ed evasori
fiscali, dedicandosi con entusiasmo ai nostri sport nazionali.
Ma soprattutto vince perché manca un’alternativa degna di questo nome. Manca nei nomi, ma soprattutto manca nelle basi ideologiche, ancora abbondantemente infette dall’atlantismo e dal neoliberismo. Nessun ripudio esplicito di questi mali supremi è stato finora pronunciato da Schlein e da Conte e la poveretta anzi annaspa sempre più penosamente nella melma di un partito in preda alle lobby. Moltissime sono le energie disperse, anche all’interno di Cinquestelle e Pd, per non parlare di sindacati come la Cgil, ma per mobilitarle in modo efficace ed effettivo ci vuole un programma di cambiamento che sia basato sul ripudio esplicito di neoliberismo ed atlantismo. Altrimenti ci terremo Meloni, Tajani, Salvini, La Russa, Lollobrigida & C. In fondo è quello che ci meritiamo. O no?
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