Il governo italiano, da sempre, è schierato pancia a terra con “l’unica democrazia del Medio Oriente”, che poi sarebbe l’Israele del governo Netanyahu. Niente di meno! Il 16 giugno 2003 (secondo governo Berlusconi, ça va sans dire), l’Italia ha sottoscritto a Parigi con Israele un “memorandum d’intesa in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa – A.C. 5592”, rinnovato nel maggio 2005 (Legge n. 17/maggio 2005), dal III governo Berlusconi, con il supporto degli ex fascisti di Fini.
Per onorare
la tradizione guerrafondaia della fiamma ardente della Destra italo-meloniana,
Giorgia l’americana ha pensato bene d’inviare soprattutto armamenti
micidiali impiegati per massacrare i Palestinesi, sia a Gaza che in
Cisgiordania.
Non sono
parole buttate lì, nella mischia del tipo ’ndo cojo cojo, ma dati precisi e certificati: nel 2024 l’Italia ha esportato in
Israele armi per un valore di € 5,2 milioni (Coeweb, Sistema
di Statistiche Istat per il commercio estero). Parti delle armi italiane,
destinate alla distruzione di chi le avrà in casa, sono smembrate ed esportate
in Israele. La provenienza è Viterbo, Lecco è la prima provincia per consegne e
Parma l’epicentro del commercio. In altre parole si costruiscono “pezzi” di
armi, poi un momento prima di usarle si assemblano e il gioco è fatto: nessuno
uccide, ma tutti lanciano bombe.
Difficile,
se non impossibile avere notizie di questo genere. La sola ammissione si ebbe
il 7 maggio 2025 in Commissione Esteri alla Camera per voce del
sottosegretario Giorgio Silli, che ha ammesso, per la prima volta, che armi
italiane sono state inviate a Israele anche dopo il 7 ottobre 2023. Il
governo si è giustificato, dicendo che l’accordo prevedeva che
fosse Israele a distruggere le spolette che attivano le bombe fabbricate a
Viterbo. Come dire: cretini siete, cretini resterete, perché noi facciamo
quello che vogliamo, alla faccia della vostra democrazia e dell’art. 11 della
Costituzione (“L’Italia ripudia la guerra”).
Ora che
Netanyahu crolla nei sondaggi e che in tutto il mondo sono isolati lui, il suo
governo e anche Israele con rigurgiti spaventosi di antisemitismo; ora che
tutti disapprovano ogni cosa che fa perché di genocidio si
tratta e di eliminazione etnica scientificamente programmata, il governo
italiano dei meloni e delle angurie cerca di riposizionarsi, mentre
prova a trovare qualche distinguo per poter giocare al tavolo del “dopo”,
sventolando l’invio di “Food for Gaza”, ma dal cielo, scaricato dagli aerei come bombe. Demenziale: buttano il
cibo che si schianta per terra, che uccide gli affamati che sono colpiti
(errori collaterali).
Il governo
vuole pulirsi la coscienza sporca e cerca la foglia di fico, facendo venire 34
bambini e circa 90 familiari per essere curati, come prima altri 17 con 55
familiari. Vorrei capire: il governo italiano vende armi a Israele con le quali
uccide o ferisce i piccoli bambini di Gaza, vittime innocenti e poi lo stesso
governo italiano organizza un piccolo spettacolo con una manciata di bambini da
curare (meglio pochi che nessuno, neh!) e grandi fanfare di tv e giornali,
addomesticati o sottomessi al governo o liberamente “servi volontari”?
Inoltre, si
chiede “prima” la liberazione di “tutti gli ostaggi rimasti”, senza dire che degli
ostaggi non importa nulla al governo israeliano che li considera
“sacrificabili” all’obiettivo di prendersi tutta Gaza. Ormai in Israele il
governo lo dice chiaro e apertamente: il messaggio di Netanyahu è che gli
ostaggi sono sacrificabili. Oren Persico lavora per il sito di inchiesta The
7th Eye,
specializzato nel portare alla luce le compromissioni tra giornalismo e potere
in Israele, sempre più frequenti nei vent’anni di governo di Netanyahu.
Tutto è
illecito, contro il diritto, ormai assassinato prima ancora
degli innocenti da ammazzare, tutto è organizzato e si compra, ma solo chi è
disposto a vendersi, anche tra i giornalisti: lo vediamo in Italia, negli Usa,
dove tutti per la pagnotta si sono piegati a 90 gradi a Trump e mangiano nella
ciotola che la Sua Benignità, graziosamente, concede. Un tempo Berlusconi, pur
di mangiare un boccone con il personale di servizio nel ranch del vaccaro W.D.
Bush, avrebbe fatto la parte del cagnolino scodinzolante. Ora non c’è nemmeno
bisogno di scodinzolare, basta fare affari con armi di morte sicura,
purché non si sappia, in omaggio al proverbio: occhio non vede, cuore non
duole.
Mamma Meloni
che ama i bambini, ma in famiglia rigorosamente con “padre e madre”
(esattamente come lei), gli lancia tonnellate di cibo in testa, e se alcuni
muoiono, pazienza: se il cibo, la farina, il latte si versano per
terra, basta raccogliere e se Netanyahu li ammazza con le armi sue non è colpa
nostra: al governo democratico del Medio Oriente noi gliel’avevamo detto di
essere moderato, ma se poi lui è esagerato, beh! Sono effetti
collaterali. Tutto sommato, sopportabili: vi saranno meno palestinesi
da sfamare. Così imparano a farsi governare da Hamas, stipendiato da Netanyahu.
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