giovedì 30 gennaio 2025

arriva DeepSeek

 


I tre motivi per cui DeepSeek rappresenta una svolta epocale - Loretta Napoleoni

Ironia della sorte vuole che la prima iniziativa high tech che avrà un impatto positivo per il ben comune arriva dalla Cina. DeepSeek, il nuovo sistema di intelligenza artificiale Made in China che lunedì ha fatto crollare i listini di borsa imponendo ai big del settore tecnologico una perdita di 750 miliardi di dollari prima dell’apertura del mercato americano, la settimana scorsa ha pubblicato la metodologia del funzionamento del suo modello R1. E’ un evento epocale per una serie di motivi.

In primis, la scelta dell’open source, i.e. la divulgazione della metodologia, cozza contro il sistema di segretezza e la struttura oligopolista del settore high tech statunitense. Nel secondo caso, l’obiettivo e’ quello di massimizzare i profitti, principio cardine del capitalismo, nel primo caso, invece, DeepSeek ‘regala’ al mondo le sue scoperte e l’innovazione tecnologica incoraggiandone l’uso per migliorare l’efficienza dell’intelligenza artificiale. Un gesto che e’ stato apprezzato dall’industria high tech mondiale e che potenzialmente potrebbe polverizzare il monopolio statunitense in questo settore.

In secondo luogo, DeepSeek ha utilizzato capitale umano ad altissimo livello pagandolo molto, capitale umano reclutato esclusivamente in Cina e proveniente dalle migliori università cinesi, non americane. La scelta riflette la volontà di produrre un prodotto interamente cinese ed il successo di DeepSeek e’ un segnale che in termini di ricerca ed innovazione tecnologica la Cina ormai cammina da sola. Ci troviamo di fronte ad un sorpasso? La risposta per ora e’ negativa, ma stiamo assistendo ad una rimonta che potrebbe tradursi in un sorpasso per un semplice motivo, la legge dei grandi numeri. La Cina dispone di un potenziale capitale umano da cui attingere molto piu’ grande di quello a disposizione degli Stati Uniti, anche includendo quella fetta del mondo da cui questi ultimi attingono capitale umano regolarmente.


La scelta Made in China di Liang Wenfeng, il fondatore e creatore di DeepSeek, ricorda quella di Mao che a differenza dell’élite rivoluzionaria cinese, come ad esempio Deng Xiaoping, non subì mai il fascino dell’occidente e non viaggiò, ne’ studiò mai in Europa. E la storia dimostra che aveva ragione.

In terzo luogo, DeepSeek ha ottenuto risultati simili a quelli dei modelli americani di intelligenza artificiale con costi molto piu’ bassi ed utilizzando una frazione dell’hardware, in particolare i microconduttori. Il motivo? Il tipo di intelligenza creato. DeepSeek è strutturato per far pensare l’intelligenza artificiale, la risposta alle domande scaturisce da un processo che mimica il ragionamento umano. Invece di pescare la risposta giusta in un pozzo di dati colmo fino all’orlo, DeepSeek utilizza solo una frazione di quei dati per generare autonomamente la risposta giusta. Il pozzo a disposizione di DeepSeek e’ solo per metà pieno, e questo spiega i costi piu’ bassi ed il minor utilizzo di hardware.

Se il nuovo processo cognitivo avrà successo, come si pensa, allora il modello americano, che poggia sull’espansione dell’hardware, su quella del consumo energetico, su investimenti da capogiro diverrà obsoleto. Allo stesso tempo il protezionismo dell’high tech Made in America che Donald Trump si accinge a mettere in atto non avrà alcun impatto, con le immaginabili apocalittiche conseguenze per il mercato azionario occidentale.

da qui


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