Se non è un pasticcio, poco ci manca. Come fa
pensare l'articolo più significativo dell'Unione Sarda di stamane. Confinato
(taglio basso a pié di pagina) a pag 7. Che apre lo scrigno da cui è uscita la
perla della richiesta di decadenza della Governatrice della Sardegna,
Alessandra Todde. Si scopre che il collegio di garanzia elettorale della Corte
d'Appello di Cagliari non ha viaggiato compatto verso il provvedimento che può
cancellare la volontà popolare espressa dal voto del 25 febbraio 2024. Quando
si è trattato di decidere sulle sanzioni con la decadenza, il collegio si è
spaccato in due: 3 componenti (un magistrato del tribunale dei minori, un
commercialista e un docente universitario) hanno votato per far cadere la
Todde, 3 (due magistrati di Corte d'Appello e una commercialista) hanno votato
contro le clamorose sanzioni. Che hanno sollevato un caso senza precedenti. 3 a
3, quindi. A decidere è stato il voto della presidente della Corte d'Appello,
Gemma Cucca: 4 a 3. Quindi non unanimità, non pareri uniformi su un
provvedimento così devastante. Ma una linea di contrasto preminente. Marco
Travaglio, in un pezzo su questa vicenda dal titolo "Pasticcio di Sardi",
aveva scritto un paio di giorni fa che la sorella di un oppositore della Todde
e il padre di un avversario politico della Governatrice, forse avrebbero dovuti
esimersi dal votare. Gemma Cucca (sorella dell'ex senatore Giuseppe e amico di
Christian Solinas) e il commercialista Tullio Conti (genitore di Filippo,
candidato con FI il 25 febbraio 2024) hanno invece espresso il loro consenso
per la decadenza di Alessandra Todde. Determinando la sconvolgente ordinanza
che chiede di esautorare la Governatrice. Annullando la volontà popolare
espressa con le elezioni. Poiché si tornerebbe alle urne. Un caso giuridico e
politico nazionale. Buona domenica.
La Libertà Non Sta Nello Scegliere Tra Bianco E Nero, Ma Nel Sottrarsi A Questa Scelta Prescritta. (Theodor W.Adorno)
domenica 12 gennaio 2025
conflitti d'interesse? - Mario Guerrini
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