Amnesty International Trentino-Alto Adige
e il Gruppo giovani di Amnesty International Venezia, già prima delle festività
natalizie, avevano raggiunto accordi con l’Ateneo Veneto – la più antica e
importante istituzione culturale di Venezia – per presentare il rapporto pubblicato il 5
dicembre dall’organizzazione per i diritti umani sul genocidio di Israele nei confronti
della popolazione palestinese di Gaza.
Una settimana prima dell’evento, la
comunità ebraica di Venezia ha attaccato pubblicamente Amnesty International,
accusandola di faziosità e antisemitismo, e
l’Ateneo Veneto per la decisione di concedere la sala. Citando non meglio
precisati rischi di disordini, il 7 gennaio l’Ateneo Veneto ha ritirato la disponibilità
della sala. Ad Amnesty International non è stata data alcuna
informazione specifica circa tali rischi.
È parso evidente che la decisione di non
concedere la sala – cui nel pomeriggio dello stesso 7 gennaio sono seguiti
altri due dinieghi da altre sale veneziane – sia stata legata alle
dichiarazioni diffuse alla stampa dalla comunità ebraica veneziana.
Dichiarazioni pesanti, in cui si accusa Amnesty
International di praticare tifoseria e
terzomondismo, di ignorare i crimini commessi da Hamas (qui il primo di molti comunicati stampa in materia,
datato 12 ottobre 2023) e di usare una parola che non si dovrebbe usare.
È normale che i sopravvissuti a un
genocidio, i familiari delle vittime e le generazioni eredi avvertano indignazione nel sentire quella parola collegata
ad altri fatti. Ma la cosa che sfugge è che a guidare le organizzazioni per i
diritti umani non è la Storia ma il Diritto, in particolare la Convenzione sul genocidio del 1948. Le organizzazioni
per i diritti umani fanno ricerca sulla condotta degli stati e verificano se
essa sia in contrasto coi trattati internazionali che hanno sottoscritto. Non
fanno confronti né paragoni.
Purtroppo, va aggiunto, la parola
genocidio non ha un copyright. Quest’anno
ricorrerà il trentesimo anniversario del genocidio della città bosniaca
di Srebrenica. L’anno scorso è stato quello del genocidio
in Ruanda. Altre sentenze di tribunali internazionali,
misti o nazionali che hanno applicato il principio della giurisdizione
universale hanno stabilito che il regime dei Khmer rossi in Cambogia ha commesso genocidio e che lo Stato
islamico ha fatto altrettanto contro la popolazione yazida. Immagino che se Amnesty International
avesse organizzato a Venezia un incontro per commemorare i genocidi in Bosnia o in Ruanda, si sarebbero
messi in coda per offrire la disponibilità di una sala. Che, per quanto
riguarda la presentazione del rapporto sul genocidio di Israele nella Striscia
di Gaza, è stata comunque trovata: l’incontro si svolgerà sempre
il 9 gennaio dalle 17 alle 19 presso l’Aula Magna Guido Cazzavillan
dell’Università Ca’ Foscari di Venezia presso la sede di San Giobbe (Sestiere
di Cannaregio 873).
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