Il Corpo Logistico dell’IDF ha costruito un villaggio vacanze accanto
all’inferno, nel mezzo dell’inferno.
Ecco delle buone notizie che
arrivano direttamente dai Campi di Sterminio: le Forze di Difesa Israeliane
hanno costruito un villaggio vacanze sulla costa di Gaza. All’inizio di questa
settimana il sergente Yaron Rabinovich ha mangiato lì dei churritos e una
bistecca . In una stanza adiacente c’è una fisioterapista che ha fatto un
piacevole massaggio a un soldato.
Il villaggio è circondato da prati
di erba sintetica e disseminato di cuscini per sdraiarsi . Un soldato si sta
godendo un cappuccino, mentre un altro ha un bicchiere di XL (drink
energetico) con cubetti di ghiaccio. Ci sono colazioni sfiziose
proprio “come in un albergo” e la sera c’è la grigliata di carne.
“Non avrei mai pensato che ci
sarebbe stato un posto come questo”, ha detto il sergente Daniel Vakret. C’è
una sala ristoro con dolcetti, waffle belgi e pretzel, ci sono anche macchine
per popcorn e zucchero filato, così come un barbiere e un pedicure per i
soldati.
Il giornale dell’IDF Yedioth
Ahronoth ha diffuso questa descrizione su due pagine. Il giornale a volte
suscita un forte rimpianto per il giornalismo obiettivo e professionale del
precedente giornale dell’IDF, Bamahane.
Apparentemente, questa è davvero una
buona notizia. I soldati meritano di rinfrescarsi e di farsi fare un massaggio
e una pedicure. E tuttavia c’è qualcosa di cattivo gusto in questo centro
benessere per le vacanze, qualcosa di ripugnante e irritante, che suscita
persino brutti ricordi, principalmente a causa della sua posizione.
Il Corpo Logistico dell’IDF ha
costruito un villaggio vacanze accanto all’inferno, nel mezzo dell’inferno. In
“La Zona di Interesse”, il film sconvolgente e premiato di Jonathan Glazer,
abbiamo visto come una famiglia tedesca conduceva la sua consuetudinaria vita
lussuosa nella propria casa adiacente al Campo di Concentramento di Auschwitz.
Il nuovo Club Med dell’IDF non è adiacente a un Campo di Sterminio, non ci sono
Campi di Sterminio a Gaza, e tuttavia il paragone mi viene in mente.
I soldati si stanno riposando dal
loro raccapricciante lavoro di distruzione e uccisione sorseggiando un
bicchiere di XL fornito dall’esercito. Dall’altra parte della recinzione, un
inferno di loro creazione; a diverse centinaia di metri da loro, gli esseri
umani stanno morendo di fame e freddo, e qui nel villaggio c’è lo zucchero
filato e altre prelibatezze.
“Jabalya è diventata una città
fantasma. Fuori vediamo principalmente branchi di cani randagi che vagano in
giro e vanno a caccia di avanzi di cibo”, è così che è stata descritta dal
moderato commentatore militare di Haaretz Amos Harel, al suo ritorno da Gaza.
Dalle finestre del villaggio vacanze costruito dall’IDF, in una giornata
limpida si possono vedere i branchi di cani affamati, forse l’erba sintetica li
nasconde agli occhi dei soldati.
Ciò che sicuramente li rende immuni
alla distruzione totale che li circonda è la cecità e la mancanza di cuore. Un
villaggio vacanze in un luogo dove morte e distruzione trasudano dalla terra.
Un bicchiere di XL non lontano da dove i bambini litigano per un bicchiere
d’acqua. Pretzel e bistecche, a due passi da dove la gente ha fame di un pezzo
di pane. Una pedicure per i piedi delicati dei soldati, non lontano dal luogo
dove la gente sta lentamente morendo, dopo che quegli stessi soldati hanno
demolito tutti gli ospedali di Gaza.
Una grigliata accanto al luogo dove
milioni di persone ora stanno congelando nelle loro tende esposte e
strappate, indossando solo stracci. In questo luogo affollato, Jabalya,
vivevano 100.000 persone e quasi tutte sono state espulse con la forza dall’esercito
verso il nulla, mentre 2.000 di loro sono state uccise. Esiste un posto più
adatto per costruire un villaggio turistico? Nemmeno il più cinico e morboso
dei drammaturghi avrebbe potuto immaginare una sceneggiatura del genere.
La creazione di questo villaggio
turistico è conforme all’orribile piano di “rinnovamento urbano” iniziato nella
Striscia di Gaza settentrionale, mentre offusca la verità e getta sabbia negli
occhi delle persone: l’IDF sta costruendo per rimanere lì per sempre. Strade,
infrastrutture e ora anche un villaggio turistico.
I soldati che vanno in vacanza lì
sono eroi israeliani che meritano tutto. Ma come si può dimenticare che sono
stati loro a portare avanti questa politica crudele, imperterriti, senza
esitazione o dubbi?
Distruggere completamente un campo
profughi dove vivevano i discendenti del precedente disastro palestinese,
quello creato da Israele, e non pensare al significato.
Per alzare un bicchiere di XL on the
rocks nel cuore di tutto questo. Per godere delle mani carezzevoli della
massaggiatrice. Per leccare lo zucchero filato morbido e appiccicoso. Per
stendersi su un’amaca e vedere branchi di cani randagi che vagano in
cerca di avanzi di cibo, per non pensare a niente. In pratica, per non provare
niente.
Gideon Levy è editorialista di Haaretz e membro del comitato editoriale del giornale. Levy è entrato in Haaretz nel 1982 e ha trascorso quattro anni come vicedirettore del giornale. Ha ricevuto il premio giornalistico Euro-Med per il 2008; il premio libertà di Lipsia nel 2001; il premio dell’Unione dei giornalisti israeliani nel 1997; e il premio dell’Associazione dei Diritti Umani in Israele per il 1996. Il suo ultimo libro, La punizione di Gaza, è stato pubblicato da Verso.
Traduzione: Beniamino Rocchetto –
Invictapalestina.org
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