E’
morto ieri il cardinale Carlo Maria Martini, già arcivescovo di Milano. Molti, in
queste ore, stanno giustamente mettendo in luce la sua statura di uomo che non si è mai
sottratto al confronto. La sua morte può dunque essere lo
spunto per riflettere su alcuni temi, dal rispetto per chi prende strade
diverse alle scelte di fine vita. Ma anche del futuro stesso della Chiesa
cattolica.
Martini non era un dissidente: non si è mai contrapposto frontalmente alle gerarchie
ecclesiastiche, di cui peraltro faceva autorevolmente parte. A maggior ragione non era nemmeno un eretico:
non si è mai discostato dalla dottrina cristiana, arrivando a difendere la presenza del crocifisso nelle aule delle
scuole pubbliche perché “bisogna anche tenere conto delle tradizioni e della
sensibilità della gente”. Era però un uomo che su tanti temi, scientifici e
bioetici, ha sempre cercato di comprendere la posizione altrui,
anziché condannarla. Un atteggiamento “conciliare”: proprio perché “figlio” di
un evento che non ha certo rivoluzionato né la Chiesa né la sua dottrina, ma il
cui cambiamento più significativo, a nostro avviso, è stato quello di concepire
la Chiesa non più come un inattaccabile e inaccessibile punto di riferimento
dell’universo, ma come parte minoritaria di un
mondo in dialogo con tutte le altre…
…se è vero quanto scrive Repubblica, raccogliendo
le dichiarazioni del suo neurologo di fiducia, il cardinale Martini “è stato
sottoposto a terapia parenterale idratante. Ma non ha voluto alcun altro
ausilio: né la peg, il tubicino per l’alimentazione artificiale che viene
inserito nell’addome, né il sondino naso-gastrico”. Forse per la prima volta nella
vita, sarebbe dunque andato contro la dottrina cattolica ufficiale.
Ebbene, se è
vero quanto scrive Repubblica, raccogliendo le dichiarazioni del suo
neurologo di fiducia, è dunque lecito per noi auspicare che, come Martini (e
fors’anche come Giovanni Paolo II), tutti i cittadini possano liberamente decidere di rifiutare cure e
decidere sulla propria vita. Non è più ammissibile che la
Chiesa conservi il potere di stabilire chi ne ha diritto e chi no.
il mondo, come potrebbe essere e come è: il cardinal Martini è stato un'occasione mancata, per la Chiesa e per noi tutti. Forse è destino delle persone migliori essere sempre defilate, non cercare il potere e nemmeno le cariche.
RispondiEliminaMartini è stato arcivescovo di Milano, sicuramente una carica importante, ma non era lui a comandare nella Chiesa. Comandavano altri, comanda CL, comanda l'attuale vescovo di Milano... Penso che la storia d'Italia sia quasi sempre stata fatta così, i cialtroni e le mezze figure al potere, le persone migliori sempre defilate, o presenti per pochi anni, come papa Roncalli. Le eccezioni sono pochissime.
Se mi considero ancora cattolico, è per la presenza di persone come Martini, come don Milani, come papa Roncalli, come Davide Turoldo.
dopo Giovanni Paolo I pensavo che forse Martini..., ma poi è apparso il pastore tedesco.
RispondiEliminastrana un'organizzazione dove i migliori vengono emarginati, o vale dappertutto, in ogni tipo di organizzazione?
Martini era già molto malato, così si diceva, all'epoca in cui fu eletto papa Ratzinger. Probabilmente è vero.
RispondiEliminail mio discorso vale anche e soprattutto in politica
:-)
ma pensa anche a geni della finanza come Tronchetti Provera, che guidava la Telecom con lo 0,5 per cento delle azioni! Mai rischiare in proprio, a questo punto mi viene da rivalutare perfino Calisto Tanzi, che quanto meno qualcosa ha pagato e sta pagando
Martini sarebbe stata una salutare discontinuità, credo lo sarà M5S - Grillo, occorre discontinuità vera.
RispondiEliminasicuramente una delle figure migliori della chiesa cattolica contemporanea. probabilmente la migliore, almeno in Italia.
RispondiEliminanulla di eccezionale, almeno al di fuori della chiesa, ma dentro di essa sicuramente un personaggio di un'autorevolezza, lungimiranza e saggezza incomparati.
speriamo di non doverlo rimpiangere, troppo.
sarà una speranza vana, spero di sbagliarmi.
RispondiEliminae ha avuto la fortuna di non essere donna e di non chiamarsi Eluana, avrebbe rischiato molto.