Quali sono le aziende e i prodotti da boicottare in Italia?
Guida aggiornata di BDS Italia al boicottaggio mirato contro le complicità
con Israele
Il movimento BDS ha definito gli obiettivi di boicottaggio e di pressione a
livello internazionale contro aziende complici del genocidio e del sistema
israeliano di colonialismo, occupazione e apartheid e contro i prodotti
israeliani in una guida, che vi invitiamo a consultare. Tuttavia, non tutte le aziende
incluse nella guida del movimento BDS internazionale sono presenti in Italia.
Quindi BDS Italia ha definito specifici obiettivi di boicottaggio da parte dei
consumatori che includono aziende complici e prodotti israeliani presenti nel
nostro paese che trovate elencati qui sotto.
Gli obiettivi di boicottaggio di BDS Italia sono riassunti in questo volantino che vi invitiamo a scaricare e diffondere.
L’elenco di aziende e prodotti da boicottare è in continuo aggiornamento: nuove campagne
vengono avviate contro aziende complici dei crimini di Israele, mentre altre
vengono sospese nel caso di vittoria (vedi per esempio quella contro Puma che non ha rinnovato la sua partnership con la Israeli Football
Association).
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Il movimento BDS accoglie con favore tutti i boicottaggi di qualsiasi
società complice dell'apartheid israeliana e del genocidio israeliano dei
palestinesi a Gaza. Ma le liste con centinaia di marchi che girano sui social
media non sono molto utili perché così si rischia di disperdere le forze e di
non ottenere risultati. La questione è come rendere i boicottaggi più
efficaci e avere un maggiore impatto per fare in modo che le aziende
complici rispondano della loro complicità nell’oppressione dei
palestinesi.
Il movimento BDS utilizza il metodo storicamente vincente dei boicottaggi
mirati, concentrando strategicamente l’azione su un numero relativamente
ridotto di aziende e prodotti accuratamente selezionati per ottenere il massimo
impatto. Sono aziende che giocano un ruolo chiaro e diretto nei crimini di
Israele contro i palestinesi, così come nella violazione dei diritti di altri
popoli e comunità, e rispetto alle quali c'è una reale possibilità di
vittoria. Ogni vittoria del movimento BDS contro un’azienda complice è
un monito a tutte le altre.
Il movimento BDS colpisce la complicità, non l'identità. Quando si tratta
di aziende israeliane, non essere complici significa non essere
coinvolti nell'occupazione militare, nell'apartheid o nel colonialismo
d’insediamento di Israele e riconoscere pubblicamente i diritti dei palestinesi
ai sensi del diritto internazionale, in primo luogo il diritto al ritorno dei
rifugiati in conformità con la risoluzione 194 delle Nazioni Unite. Per quanto
ne sappiamo, non esistono aziende israeliane che soddisfino queste condizioni.
Tutte le società internazionali i cui affari con Israele contribuiscono al
genocidio, all'apartheid, alla colonizzazione o all'occupazione illegale
potrebbero essere complici di gravi violazioni del diritto internazionale e
quindi i loro dirigenti e membri del loro consiglio di amministrazione essere
ritenuti responsabili. Ciò è particolarmente vero alla luce del parere della
Corte internazionale di giustizia di gennaio 2024 sul fatto che Israele
sta plausibilmente perpetrando un genocidio a Gaza, nonché del parere
consultivo giuridicamente vincolante del 19 luglio che afferma che
l'occupazione e il sistema di apartheid di Israele sono illegali.
Di seguito sono elencate le aziende e i prodotti principali obiettivi di
boicottaggio dei consumatori in Italia.
OBIETTIVI PRIORITARI DI BOICOTTAGGIO DI BDS
ITALIA
Boicotta Carrefour
Carrefour è complice del genocidio. Carrefour-Israele ha sostenuto i soldati israeliani che partecipano al genocidio dei palestinesi a
Gaza con doni di pacchi personali, mentre Carrefour Francia ha taciuto su
questo fatto. Nel 2022, Carrefour ha stretto una partnership
con la società israeliana Electra Consumer Products e la sua controllata Yenot
Bitan, entrambi coinvolti in gravi violazioni dei diritti umani contro il
popolo palestinese, traendo profitto dall’occupazione illegale. Le
prove dimostrano anche che c'è almeno una filiale a marchio Carrefour in un insediamento illegale
nei territori palestinesi occupati. Carrefour ha anche ricevuto prestiti
da quattro grandi banche
israeliane complici e ha stabilito una partnership partnership con sei start-up israeliane complici ad
alta tecnologia che si occupano di intelligenza artificiale, sicurezza
informatica e altro. Nel 2024, la campagna di boicottaggio, che ha portato
alla chiusura dell'intera attività di Carrefour in Giordania e Oman,
ha contribuito al crollo drastico dei i profitti netti di
Carrefour (meno 50% rispetto al 2023).
Info dettagliate sulla campagna qui
TEVA? No, grazie!
Teva è un'azienda farmaceutica israeliana e uno dei maggiori produttori di
farmaci generici al mondo. Teva sostiene il genocidio in atto per mano di Israele
dall'ottobre 2023, ma ha anche beneficiato per decenni dell'occupazione
illegale delle terre palestinesi da parte di Israele, permettendo all'azienda
di sfruttare illegalmente il mercato palestinese. Farmaci generici
alternativi sono ora molto più disponibili che in passato nella maggior parte
dei paesi.
Info dettagliate sulla campagna qui.
Altre aziende e prodotti da boicottare
Hewlett Packard (HP)
Hewlett Packard (HP), che comprende Hewlett Packard Enterprise (HPE) e HP Inc., è un importante
sostenitore dell'occupazione israeliana. Attraverso le sue collaborazioni con
il Governo, l'esercito, le prigioni e la polizia israeliani, HP fornisce un
supporto tecnologico e logistico fondamentale che permette i crimini di guerra
e i crimini contro l'umanità, come la costruzione di insediamenti illegali e l'apartheid nei territori
palestinesi occupati. HPE sostiene l'Autorità israeliana per la popolazione e l'immigrazione, un pilastro del
sistema di apartheid, fornendo tecnologia per le sue banche dati e sistemi
informatici. HP Inc (USA) fornisce servizi agli uffici
dei leader del genocidio, il premier israeliano Netanyahu e il ministro delle
Finanze Smotrich.
DELL
Dell Technologies fornisce server, servizi di manutenzione e
attrezzature legati alle forze armate israeliane nell'ambito di un
contratto da 150 milioni di dollari per il 2023, finanziato dagli aiuti esteri degli
Stati Uniti. Dell è impegnata nella continua pulizia etnica di Israele nei
confronti dei palestinesi indigeni, con attività di ricerca e sviluppo nel parco cibernetico nazionale di
Israele che cerca di rafforzare gli insediamenti illegali nel Naqab (Negev),
sfollando le comunità beduine palestinesi. Un mese dopo l’inizio del genocidio
israeliano di Gaza, il fondatore e amministratore delegato Michael Dell ha donato a Israele azioni per 350 milioni di dollari, consolidando
ulteriormente la partnership genocida tra Israele e Dell Technologies.
Intel
Nel dicembre 2023, durante il genocidio per mano di Israele a Gaza, Intel ha annunciato che avrebbe investito 25 miliardi di dollari
nell'Israele dell'apartheid. Nel giugno 2024, a seguito di prolungate pressioni
del BDS, e in risposta soprattutto al rischio finanziario di investire in una
#ShutDownNation, il gigante tecnologico ha abbandonato il progetto, secondo i media finanziari
israeliani. Per decenni, Intel è stato il più grande investitore
internazionale nell’Israele dell’apartheid. Il suo impianto di "Kiryat
Gat" è costruito su un terreno all'interno dei confini del villaggio
palestinese di Iraq al Manshiya, ripulito etnicamente, raso al suolo e poi
sostituito dall'attuale insediamento israeliano. Intel rimane profondamente complice nel fornire risorse di guerra genocida di
Israele, pertanto non comprate computer e altri apparati informatici
con processori Intel.
Siemens
Siemens (Germania) è il principale appaltatore dell'Interconnettore Euro-Asia, un cavo
elettrico sottomarino Israele-UE progettato per collegare all'Europa le colonie
illegali di Israele nei territori palestinesi occupati.In questo modo Siemens
sostiene l’occupazione israeliana. Gli elettrodomestici a marchio Siemens
sono venduti in tutto il mondo.
AXA
Il gigante assicurativo AXA (Francia) detiene 150,43 milioni di
dollari in azioni e obbligazioni di undici società che hanno inviato
armi in Israele durante il genocidio contro i palestinesi a Gaza, tra cui
Boeing e General Dynamics. Le armi di entrambe le aziende erano
direttamente collegate agli attacchi israeliani contro Gaza, agli omicidi di massa, come il
bombardamento del campo profughi di Tel al-Sultan a Rafah, il 26 maggio, e il bombardamento del 10 settembre contro i palestinesi
che si rifugiavano ad al-Mawasi, che Israele aveva designato come "zona sicura".
SodaStream
SodaStream è un'azienda israeliana che è attivamente complice della politica
israeliana di sfollamento dei cittadini beduini-palestinesi
indigeni dell'attuale Israele nel Naqab (Negev) e ha una lunga storia di
discriminazione razziale nei confronti dei lavoratori palestinesi.
RE/MAX
RE/MAX (USA) commercializza e vende proprietà nelle colonie israeliane illegali costruite su
terre palestinesi rubate, consentendo così la colonizzazione di Israele della
Cisgiordania occupata, compresa Gerusalemme Est.
Disney+
La Disney e la sua filiale Marvel sono complici nel glorificare il
regime israeliano di genocidio e apartheid contro i palestinesi indigeni. Captain America: Brave New
World della Marvel e della Disney hanno come protagoniste
rispettivamente Shira Haas e Gal Gadot, che hanno consapevolmente e
inconfutabilmente assunto il ruolo di ambasciatrici culturali di Israele,
rappresentando direttamente la propaganda del Israele genocida. Per Capitan America,
Marvel e Disney fanno rivivere il personaggio razzista di Ruth Bat-Seraph, la
cui storia decennale include il fatto di lavorare per il Mossad. Disney+ è
quindi chiaramente coinvolto nel permettere il genocidio di Israele disumanizzando i palestinesi. Annullate o non sottoscrivete
l'abbonamento a Disney+!
Reebok
Dopo il ritiro di Puma e dell’italiana Erreà grazie alla campagna BDS,
Reebok è diventato il nuovo sponsor ufficiale dell’Israel Football
Association, che include nei suoi campionati ufficiali squadre delle
colonie illegali nei territori palestinesi occupati e sostiene il loro
mantenimento, contraddicendo il diritto internazionale e il regolamento della
FIFA.
McDonalds
L’affiliato israeliano del marchio ha donato pasti e bevande
al personale militare israeliano impegnato nel genocidio contro i
palestinesi a Gaza e ha promosso questa forma estremamente provocatoria e
razzista di complicità sui lsuo canali social media.
Coca Cola
Coca-Cola Israele gestisce un centro di distribuzione e di refrigerazione
regionale nella colonia illegale di Atarot. Inoltre, la sua
filiale, Tabor Winery, produce vini provenienti da uve provenienti da vigneti
situati su terreni occupati nelle colonie illegali in Cisgiordania e nel Golan
siriano. I soldati israeliani che partecipano al genocidio in corso sono stati
spesso fotografati con lattine di Coca-Cola, donati loro da vari gruppi che consentono il genocidio. Alternative locali
stanno spuntando in tutto il mondo per sostituire Coca-Cola.
Prodotti alimentari israeliani
L’agricoltura israeliana ha sempre giocato un ruolo importante nella
colonizzazione della Palestina, sottraendo terra, acqua e altre risorse
alle popolazioni indigene e distruggendo
l’agricoltura palestinese. Oltre a far parte di un commercio
che alimenta l'economia di un sistema di apartheid coloniale, prodotti
agricoli (come avocado, datteri, arachidi, melagrane, agrumi, ecc.) e vini
israeliani, provengono spesso da colonie illegali su terre
palestinesi rubate, anche se etichettati in modo fuorviante come "Made
in Israel". Le aziende israeliane di esportazione di prodotti agricoli,
come Mehadrin, Hadiklaim e Carmel-Agrexco, sono tra i principali
beneficiari della distruzione dell’agricoltura palestinese e sono complici
dell'occupazione illegale e del regime di apartheid. I prodotti agricoli
israleinai vengono commercializzati con questi marchi principali: Carmel,
King Salomon, Jordan River, Jordan Plains, Ventura.
Boicottate i prodotti israeliani presenti nei negozi e
supermercati dove fate acquisti e chiedete ai rivenditori che vengano rimossi
dagli scaffali. Controllate le etichette e se non sono chiare chiedete al
responsabile del negozio.
Controlla la spesa con Boycat
Scarica la app e controlla gli
acquisti per evitare che sostengano il genocidio e l’oppressione dei
palestinesi.
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