lunedì 24 marzo 2025

Genocidio inarrestato

L’Ultimo Capitolo del Genocidio - Chris Hedges


Israele ha iniziato la fase finale del suo Genocidio. I palestinesi saranno costretti a scegliere tra la morte o la deportazione. Non ci sono altre opzioni.


Questo è l’ultimo capitolo del Genocidio. È l’ultima, sanguinosa spinta per cacciare i palestinesi da Gaza. Niente cibo. Niente medicine. Niente riparo. Niente acqua pulita. Niente elettricità. Israele sta rapidamente trasformando Gaza in un Girone dantesco di miseria umana dove i palestinesi vengono uccisi a centinaia e velocemente, di nuovo, a migliaia e decine di migliaia, o saranno costretti ad andarsene per non tornare mai più.

L’ultimo capitolo segna la fine delle bugie israeliane. La bugia della Soluzione dei Due Stati. La bugia che Israele rispetta le leggi di guerra che proteggono i civili. La bugia che Israele bombarda ospedali e scuole solo perché vengono usati come rifugi da Hamas. La bugia che Hamas usa i civili come scudi umani, mentre Israele costringe sistematicamente i palestinesi prigionieri a entrare in tunnel e edifici potenzialmente pieni di trappole prima delle truppe israeliane. La bugia che Hamas o la Jihad Islamica Palestinese sono responsabili (l’accusa è spesso quella di lancio di razzi) della distruzione di ospedali, edifici delle Nazioni Unite o Uccisione di Massa di palestinesi. La bugia che gli aiuti umanitari a Gaza sono bloccati perché Hamas sta dirottando i camion o contrabbandando armi e materiale bellico. La bugia che i bambini israeliani vengono decapitati o che i palestinesi hanno compiuto stupri di massa di donne israeliane. La bugia che il 75% delle decine di migliaia di persone uccise a Gaza erano “terroristi” di Hamas. La bugia che Hamas, poiché si presumeva stesse riarmando e reclutando nuovi combattenti, è responsabile della rottura dell’accordo di cessate il fuoco.

Il volto Genocida di Israele è a nudo. Ha ordinato l’evacuazione della parte settentrionale di Gaza dove palestinesi disperati sono accampati tra le macerie delle loro case. Ciò che sta per arrivare è una Carestia di Massa: l’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Impiego dei Rifugiati Palestinesi nel Vicino Oriente (UNRWA) ha dichiarato il 21 marzo di avere ancora sei giorni di scorte di farina, morti per malattie causate da acqua e cibo contaminati, decine di morti e feriti ogni giorno sotto l’implacabile assalto di bombe, missili, fuoco di carri armati e proiettili di artiglieria. Niente funzionerà, panetterie, impianti di trattamento delle acque e fognature, ospedali (Israele ha fatto saltare in aria l’Ospedale Turco-Palestinese danneggiandolo il 21 marzo), scuole, centri di distribuzione degli aiuti o cliniche. Meno della metà dei 53 veicoli di emergenza gestiti dalla Mezzaluna Rossa Palestinese sono funzionanti a causa della carenza di carburante. Presto non ce ne sarà più nessuno.

Il messaggio di Israele è inequivocabile: Gaza sarà inabitabile. Andatevene o morite.

Da martedì, quando Israele ha rotto il cessate il fuoco con pesanti bombardamenti, sono stati uccisi oltre 700 palestinesi, tra cui 200 bambini. In un periodo di 24 ore sono stati uccisi 400 palestinesi. Questo è solo l’inizio. Nessuna potenza occidentale, compresi gli Stati Uniti, che forniscono le armi per il Genocidio, intende fermarlo. Le immagini da Gaza durante i quasi sedici mesi di attacchi incessanti erano orribili. Ma ciò che sta arrivando ora sarà peggio. Rivaleggerà con i Crimini di Guerra più atroci del ventesimo secolo, tra cui la Carestia di Massa, il Massacro, e la distruzione del Ghetto di Varsavia nel 1943 da parte dei Nazisti.

Il 7 ottobre ha segnato la linea di demarcazione tra una politica israeliana che sosteneva la Brutalizzazione e la Sottomissione dei palestinesi e una politica che ne richiedeva lo Sterminio e l’allontanamento dalla Palestina Storica. Ciò a cui stiamo assistendo è l’equivalente storico del momento innescato dall’annientamento di circa 200 soldati guidati da George Armstrong Custer nel giugno 1876 nella Battaglia di Little Bighorn. Dopo quella sconfitta umiliante, i nativi americani erano destinati a essere uccisi e i superstiti costretti nei campi di prigionia, in seguito denominati Riserve, dove migliaia di persone morirono di malattia, vissero sotto lo sguardo spietato dei loro occupanti armati e caddero in una vita di miseria e disperazione. Aspettatevi lo stesso per i palestinesi di Gaza, abbandonati, sospetto, in uno degli inferni del mondo e dimenticati.

“Abitanti di Gaza, questo è il vostro ultimo avvertimento”, ha minacciato il Ministro della Difesa israeliano Israel Katz:

La prima guerra del Sinwar distrusse Gaza e la seconda guerra del Sinwar la distruggerà completamente. Gli attacchi dell’Aviazione Militare contro i terroristi di Hamas sono stati solo il primo passo. Diventerà molto più difficile e ne pagheranno il prezzo per intero. L’evacuazione della popolazione dalle zone di combattimento ricomincerà presto. Restituite gli ostaggi e rimuovete Hamas e altre opzioni si apriranno per voi, inclusa la partenza per altri posti nel mondo per coloro che lo desiderano. L’alternativa è la distruzione assoluta”.

L’accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas è stato progettato per essere implementato in tre fasi. La prima fase, della durata di 42 giorni, avrebbe visto la fine delle ostilità. Hamas avrebbe rilasciato 33 ostaggi israeliani catturati il ​​7 ottobre 2023, tra cui donne, persone di età superiore ai 50 anni e persone malate, in cambio di oltre 2.000 uomini, donne e bambini palestinesi imprigionati da Israele (circa 1.900 prigionieri palestinesi sono stati rilasciati da Israele al 18 marzo). Hamas ha rilasciato un totale di 147 ostaggi, di cui otto morti. Israele afferma che ci sono 59 israeliani ancora trattenuti da Hamas, 35 dei quali Israele ritiene siano deceduti.

L’esercito israeliano si avrebbe dovuto ritirarsi dalle aree popolate di Gaza il primo giorno del cessate il fuoco. Il settimo giorno, ai palestinesi sfollati sarebbe stato consentito di tornare nel Nord di Gaza. Israele avrebbe consentito a 600 camion di aiuti con cibo e forniture mediche di entrare a Gaza ogni giorno.

La seconda fase, che si prevedeva sarebbe stata negoziata il sedicesimo giorno del cessate il fuoco, contemplava il rilascio degli ostaggi israeliani rimanenti. Israele si sarebbe ritirato da Gaza mantenendo una presenza in alcune parti del Corridoio Filadelfia, che si estende lungo il confine di otto miglia tra Gaza ed Egitto, rinunciando al suo controllo del valico di frontiera di Rafah verso l’Egitto.

Nella terza fase si sarebbero avviati negoziati per una fine permanente della guerra e la ricostruzione di Gaza.

Israele firma abitualmente accordi, tra cui gli Accordi di Camp David e gli Accordi di pace di Oslo, con calendari e fasi. Ottiene ciò che vuole, in questo caso il rilascio degli ostaggi, nella prima fase e poi viola le fasi successive. Questo schema non è mai stato interrotto.

Israele ha rifiutato di onorare la seconda fase dell’accordo. Ha bloccato gli aiuti umanitari a Gaza due settimane fa, violando l’accordo. Ha anche ucciso almeno 137 palestinesi durante la prima fase del cessate il fuoco, tra cui nove persone, tre delle quali giornalisti, quando i droni israeliani hanno attaccato una squadra di soccorso il 15 marzo a Beit Lahiya nel Nord di Gaza

I pesanti attacchi di bombardamento di Gaza da parte di Israele sono ripresi il 18 marzo mentre la maggior parte dei palestinesi dormiva o preparava il suhoor, il pasto consumato prima dell’alba durante il mese sacro del Ramadan. Israele non fermerà i suoi attacchi ora, anche se gli ostaggi rimanenti verranno liberati, presunta ragione di Israele per la ripresa dei bombardamenti e dell’assedio di Gaza.

La Casa Bianca di Trump applaude al Massacro. Attaccano i critici del Genocidio come “antisemiti” che dovrebbero essere messi a tacere, criminalizzati o deportati mentre incanalano miliardi di dollari in armi verso Israele.

L’assalto Genocida di Israele a Gaza è l’inevitabile epilogo del suo Progetto Coloniale di Coloni e dello Stato di Apartheid. La conquista di tutta la Palestina Storica, con la Cisgiordania che presto, mi aspetto, sarà annessa da Israele, e lo sfollamento di tutti i palestinesi è sempre stato l’obiettivo Sionista.

I peggiori eccessi di Israele si sono verificati durante le guerre del 1948 e del 1967, quando vaste parti della Palestina Storica furono conquistate, migliaia di palestinesi uccisi e centinaia di migliaia furono sottoposti a Pulizia Etnica. Tra queste guerre, il furto di terre progressivo, gli assalti omicidi e la costante Pulizia Etnica in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est, sono continuati.

Quella danza calibrata è finita. Questa è la fine. Ciò a cui stiamo assistendo eclissa tutti gli attacchi storici ai palestinesi. Il folle Sogno Genocida di Israele, un incubo palestinese, sta per realizzarsi. Distruggerà per sempre il mito che noi, o qualsiasi nazione occidentale, rispettiamo lo Stato di Diritto o siamo i protettori dei Diritti Umani, della Democrazia e delle cosiddette “virtù” della civiltà occidentale. La Barbarie di Israele è la nostra Barbarie. Potremmo non capirlo, ma il resto del mondo sì.

 

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

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Genocidio lento - Enrico Campofreda

Israele, non Netanyahu, ne ammazza quattrocento in un colpo solo. Non gliene bastavano cinquantamila, che invece sono molti di più, perché di tanti i cadaveri non sono conteggiati. Si stanno decomponendo sotto i pilastri di cemento abbattuti coi supercolpi, simili a quello di stanotte. Armi letali, armi bestiali come chi le usa, chi le comanda, chi le giustifica, chi a casa nostra e nel mondo - fra le anime belle del politicamente corretto e oggettivamente corrotto - ha venduto l’anima all’unico Dio riconosciuto: lo sterminio. Parlano degli attuali demoni della geopolitica i Soloni della comunicazione, omettendo, tralasciando, dimenticando volontariamente l’infinita scia di sangue dietro cui si parano tanti ‘incorporati’ della notizia. Scrivendo e descrivendo tutto il bene della Civiltà e tutto il male del Terrore. Categorie che stanno fra i civili d’Israele, parenti delle vittime del raid del 7 ottobre e fra i civili della Striscia resi incivili da chi decide per loro di combattere, tenendoli bloccati fra le macerie, rendendoli presto cadaveri. Le bombe piovono sui diseredati di Gaza: la colpa è di Hamas che non restituisce i prigionieri. Davanti a una telecamera un padre, né giovane né vecchio, urla: Ci stanno massacrando, cosa fa il mondo? E’ un già sentito, un già vissuto. Il mondo non vuole fare nulla, chi è debole deve soccombere. Non ha speranze. Con l’ipocrisia che gli appartiene, il mondo che comanda il mondo decide dove spegnere le bocche di fuoco, chi salvare e quando, dopo aver bruciato vite per un po’. In quella fetta di Terra ch’era la Palestina, questa formula non vale. Si vuole continuare a sterminare, non c’è America rossa o blu a differenziare. C’è il nero d’Israele, da ottant’anni padrone di buio e lutti.

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I vampiri di Tel Aviv e la loro (miserabile) corte - Patrizia Cecconi


A Gaza è strage indifferenziata di uomini donne vecchi e bambini, cosa che ricorda le stragi di Marzabotto o di Sant’Anna di Stazzema che i nazisti commisero in Italia. Ma a dirlo ci vuole onestà intellettuale, quella che manca alla miserabile corte di politici e operatori mediatici proni allo 0,04% che governa il mondo e che calpesta, fino a distruggerlo, il Diritto internazionale.

 

Cinque giorni fa ricevevo dalla tendopoli di Al Mawasi un brevissimo video, dieci secondi di allegra, vitale euforia infantile che solo chi ha passato molto tempo tra la gente di Gaza è in grado di capire che quei secondi di risate, volteggi e passi di danza in mezzo alla devastazione non sono incoscienza infantile, ma la rappresentazione più vicina allo spirito dei gazawi, adulti compresi. Quell’incredibile, addirittura folle capacità di trovare vita in mezzo alla morte e guizzi di allegria in mezzo al dolore. I bimbi che uscivano ballando dalla tenda andavano all’iftar, il pasto che durante il mese sacro del Ramadan si fa dopo il tramonto e chiude il digiuno diurno.

Poi, sempre durante il Ramadan, prima dell’alba si fa una colazione il più possibile abbondante e poi più nulla, né acqua, né cibo e neanche fumo fino al successivo tramonto. Quella notte, mentre i bambini dormivano prima di essere svegliati per la colazione, sono entrati in azione i vampiri di Tel Aviv e, forti dell’autorizzazione del criminale che siede alla Casa Bianca e che ha sostituito con fiero bullismo il criminale che lo ha preceduto, in poche ore hanno assassinato 412 palestinesi tra cui 130 bambini ai quali si sarebbero aggiunti altri circa 400 martiri di ogni età nei giorni successivi.


L’intesa tra mostri ha funzionato e la Striscia di Gaza si è impregnata di altro sangue palestinese.

Via libera anche alla totale demolizione dell’unico ospedale oncologico ancora parzialmente funzionante e via libera all’operazione di terra, locuzione ipocrita la cui traduzione è “strage indifferenziata di uomini donne vecchi e bambini”, cosa che ricorda le stragi di Marzabotto o di Sant’Anna di Stazzema che i nazisti commisero in Italia. Ma a dirlo ci vuole onestà intellettuale, quella che manca alla miserabile corte di politici e operatori mediatici proni allo 0,04% che governa il mondo e che calpesta, fino a distruggerlo, il Diritto internazionale.

Tace o addirittura approva, la corte dei potenti, come del resto si addice a ogni fedele cortigiano. Chiunque sia in grado di intendere sa che lo Stato terrorista guidato dalla banda Netanyahu, senza l’enorme quantitativo di micidiali armi degli USA e dei suoi vassalli, non avrebbe potuto compiere il genocidio di Gaza e sa anche che senza il placet USA di poche notti fa il vampiro di Tel Aviv sarebbe stato costretto a fingere di rispettare la tregua e limitarsi solo a qualche assassinio quotidiano che i suoi supporter mediatici e politici neanche hanno degnato di attenzione perché tanto il sangue palestinese fa notizia – relativa, s’intende – solo quando scorre a fiumi. 


Quindi, quando il bullo della Casa bianca, assecondando le lobby sioniste che indirizzano la politica USA in senso pro Israele, ha dato il nulla osta al nuovo sterminio, l’esercito più accanito del mondo si è scatenato su adulti e bambini ancora addormentati tempestandoli vigliaccamente di bombe dal cielo, senza correre neanche il rischio di sporcarsi l’uniforme.

Dei tre bambini che ridevano e ballavano nel video di poche ore prima dell’infame raid non c’è più traccia. I media nostrani asserviti a Israele, cioè quasi tutti tranne  rare e pregevoli eccezioni, usano tattiche diverse per ridurre o addirittura nascondere l’essenza terroristica, disumana, illegale, razzista e coloniale dell’entità sionista cui offrono i loro servigi. Alcuni scelgono la via del silenzio totale tipico degli omertosi; altri quella del silenzio degli infami, cioè tacere una parte dell’accaduto e amplificarne un’altra spacciando in tal modo per verità una menzogna ben costruita. 

Altri ancora, soprattutto tra i media televisivi, scelgono la tattica della notizia asettica per di più non citata tra i titoli e relegata dopo l’ultimo caso di cronaca. La notizia asettica non crea empatia, per cui 50.000 morti palestinesi sono solo un numero, figuriamoci 500! mentre nel servizio di pochi minuti prima 2 morti ucraini creavano commozione almeno quanto il racconto del tormento dei familiari di 59 ostaggi israeliani verso  i quali i vari inviati, scegliendo avverbi, aggettivi e toni tutt’altro che asettici, creano ben più empatia dello sterminio di intere famiglie palestinesi di 10, 15 o più persone schiacciate durante il sonno o durante l’ennesima evacuazione imposta con sadismo e crudeltà dai vampiri di Tel Aviv.


E’ ben più che doppio standard questa abituale tecnica comunicativa, è la manifestazione di un male oscuro difficile da ammettere da parte di chi ne è portatore, ma indiscutibilmente chiaro ad un’osservazione minimamente attenta. Non è neanche solo servilismo, è miserabile razzismo.  

Lo stesso razzismo che a politici di cui non andar fieri, come ad esempio il ministro Tajani, fa dire di essere sempre e comunque dalla parte di Israele (ma perché?) o che non fa percepire al presidente Mattarella l’indecenza di accogliere con tutti gli onori il presidente israeliano Herzog, quello che firmava orgogliosamente i missili destinati a smembrare adulti e bambini palestinesi. Lo stesso Mattarella che, evidentemente privo del senso del ridicolo, mentre non ha nulla da eccepire rispetto a orrendi crimini e continue violazioni della legalità internazionale commessi dall’entità sionista, rivolgendosi alla Russia esclama con solenne severità: “la Russia rispetti il diritto internazionale!” Lo stesso razzismo che impedisce a politici e giornalisti di vedere i segni delle torture sui corpi dei prigionieri politici palestinesi, ma che induce gli stessi a stringersi intorno a Israele “sconvolto” per la magrezza di alcuni degli ostaggi rilasciati, senza però  sconvolgersi della morte per fame di bimbi palestinesi causata consapevolmente e scientemente da Israele. Lo stesso razzismo che si palesa nel silenzio che accompagna le violazioni dei luoghi di culto palestinesi, sia cristiani sia, soprattutto, musulmani distrutti per disprezzo e per umiliare un popolo fin nel suo credo religioso. Lo stesso razzismo che fa accettare a questa miserabile corte il suprematismo israeliano e che fino a poco tempo fa gli faceva disprezzare gli ebrei non sentendoli come membri a tutti gli effetti dell’occidente.


E mentre Israele bombarda ovunque voglia, dal Libano alla Siria, da Gaza alla Cisgiordania forte del consenso, della complicità e delle armi fornitegli dai suoi protettori e dai suoi valletti, le famiglie degli ostaggi manifestano contro le decisioni governative sapendo bene che ogni bomba è una possibilità di morte anche per i loro cari. Ma Bibi il vampiro sa che a mantenerlo vivo sul suo scranno è solo il sangue palestinese e quindi ordina al suo lugubre esercito di procedere col genocidio intensificandolo con operazioni di terra, tanto l’esercito mediatico internazionale seguiterà a sostenerlo senza vergogna, al pari dei politici eticamente corrotti che gli assicurano fedeltà e che non si scompongono neanche davanti alle minacce del criminale ministro Katz di distruggere ogni forma di vita gazawa se non gli verranno consegnati insieme agli ultimi ostaggi anche i membri di Hamas.

Quanti italiani – e non solo – sono morti durante l’occupazione nazi-fascista per non aver consegnato i partigiani al nemico? E quanti ne sono morti per aver nascosto gli ebrei allora perseguitati da quello stesso nemico? Inutile ricordarlo ai vigliacchi e agli opportunisti che si riempiono la bocca di “antifascismo” e intanto sostengono il fascismo sionista. Direbbero che non è paragone pertinente. Inutile anche ricordare loro che i combattenti per la libertà sono sempre stati sviliti dal nemico con l’attribuzione dell’appellativo di banditi o di terroristi per evitare che l’opinione pubblica li consideri per quel che realmente sono: resistenti da onorare per la loro lotta contro l’occupazione.


Ma ai cortigiani non importa neanche che i dati ufficiali dell’ONU abbiano rilevato che in Cisgiordania in quest’ultimo periodo siano stati assassinati circa 1.000 palestinesi, feriti oltre 7.000, rapiti e tratti in arresto senz’altra accusa che quella di essere palestinesi, centinaia e centinaia di inermi di ogni età, né  che ne siano stati forzatamente evacuati circa 40.000 per soddisfare le mire annessionistiche di “Eretz Israel”. All’entità sionista tutto è concesso e se c’è un colpevole, per i cortigiani, non è certo l’IDF, non è certo Netanyahu che viene accolto con tutti gli onori ignorando il mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale;  non è nemmeno il fascista Smotrich o il neonazi Ben Gvir. Il colpevole, ci dicono perfino le sedicenti femministe di Trieste, è uno solo. Ha un nome astratto che però sciocchi, opportunisti e cortigiani non pronunciano: “resistenza”, e un nome proprio che viene regolarmente seguito o preceduto dall’aggettivo “terrorista”: Hamas. E la coazione a ripetere funziona: ometti da bar dello sport e donnine da “la politica è una cosa sporca” fanno l’eco ai cortigiani che appaiono in Tv e per la logica del gregge va bene così.


Ma se si è fuori dal gregge e soprattutto fuori dalla sua logica, la resistenza palestinese la si vede  per quel che è, e le sue azioni, comprese quelle armate, vanno contestualizzate e analizzate senza invertire i tempi tra azione e reazione. Erano azioni di resistenza armata quelle compiute dal braccio militare di Fatah o dal Fronte popolare quando Hamas era ancora un’associazione benefica che si occupava di asili e di ospedali, così come lo sono quelle compiute in seguito dal braccio armato di Hamas. Si potrebbero citare pensatori religiosi cristiani oltre che pensatori laici per ricordare che amare la giustizia comporta combattere l’ingiustizia, e cos’è se non l’essenza dell’ingiustizia l’occupazione israeliana della Palestina con tutto il corollario di crimini che si susseguono da quasi un secolo? Di conseguenza, chiedere ad Hamas di consegnare le armi equivale a chiedergli di consegnare Gaza a Israele. O direttamente o per interposta persona, come invita a fare il partito di Abu Mazen che intima ad Hamas di cedere il potere e abbandonarsi all’occupante. Saranno le capacità e i rapporti di forza tra i  palestinesi a stabilire cosa fare per avere una possibilità, sebbene remota, di vittoria e di riscatto del popolo palestinese, ma di certo la divisione tra le due forze maggiormente rappresentative fa gioco all’oppressore, ce lo insegna la storia. Dalle antiche guerre tra greci e persiani fino ad oggi l’unico dato immutabile è stato il divide et impera, e chi impera – o direttamente o con un re fantoccio –  è sempre chi ha diviso e non chi si è lasciato dividere. Lo sanno sia i vampiri di Tel Aviv che i loro finanziatori e i loro cortigiani e le leadership palestinesi non possono davvero ignorarlo.

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