“L’arte e
la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”: quante volte abbiamo
citato il primo comma dell’art. 33 della Costituzione, nella consapevolezza che
in queste parole è racchiuso il fondamento stesso della libertà della cultura
nell’ordinamento repubblicano? Ebbene, nelle ultime settimane in Piemonte la
libertà di manifestazione del pensiero e la libertà d’insegnamento sono state
sottoposte a uno specifico attacco, autoritario e aggressivo, da parte di
esponenti di Fratelli d’Italia facenti parte del Consiglio e della Giunta
regionali.
Oggetto
dell’attacco: l’Istituto di Istruzione Superiore “Aldo Moro” di Rivarolo
Canavese. In questa scuola il Dipartimento di Storia e Filosofia, che
rappresenta un’articolazione permanente del Collegio dei docenti, aveva
organizzato, per l’11 marzo, una conferenza di Eric Gobetti con l’obiettivo
approfondire la tematica delle foibe coinvolgendo uno storico di sicura
competenza. Tutto procedeva nei corretti e istituzionali binari
dell’autonomia scolastica e gli studenti si stavano preparando a dialogare e a
confrontarsi liberamente con lo studioso.
Ma la cosa è
dispiaciuta a un consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Roberto
Ravello, che, attraverso gli organi di stampa, in modo del tutto
arbitrario, ha condannato l’iniziativa e ha chiesto che essa fosse annullata.
Basta leggere anche una sola delle sue dichiarazioni per comprendere quale sia
la sua visione della cultura e della ricerca e, soprattutto, dell’intelligenza
delle studentesse e degli studenti: «Gobetti potrà instillare nei
ragazzi dell’Aldo Moro tutto il veleno negazionista e revisionista che da
sempre lo accompagna nella sua squallida crociata contro le foibe».
A questo
punto sono intervenuti sia i docenti del Dipartimento di Filosofia e Storia sia
la Dirigente Scolastica, alla quale Ravello non aveva neppure ritenuto
opportuno scrivere. Entrambi i comunicati sono leggibili sul sito dell’Aldo
Moro e non si può fare a meno di apprezzare la pacata fermezza con cui gli
interessati hanno reagito alle infondate accuse del consigliere. I docenti
hanno precisato le finalità e i caratteri dell’incontro programmato e la
dirigente scolastica ha dimostrato, in questa prima fase, una seria volontà di
contrapporsi alla visione autoritaria del consigliere. Ha ricordato lo scopo
esclusivamente didattico dell’iniziativa, con cui si voleva stimolare un
confronto costruttivo, senza alcun fine negazionista, e ha concluso il suo
ragionamento con queste inequivocabili parole: «È per questo motivo che ritengo
tale ingerenza non solo inopportuna, quanto irrispettosa dell’autonomia
dell’istituto e della professionalità del corpo docente, nonché un attacco
personale ingiustificato con tanto di nome e cognome dei presunti “colpevoli”».
I due
comunicati portano la data del 4 marzo. Ai docenti, agli studenti, alla
dirigente sono intanto giunte espressioni di solidarietà da partiti e
associazioni. In un paese democratico, come il nostro dovrebbe essere, la
vicenda avrebbe dovuto finire lì e l’incontro con Eric Gobetti avrebbe dovuto
svolgersi senza intoppi. Però questo non è accaduto. Sono accaduti, invece, due
fatti molto gravi: la conferenza di Gobetti è stata rinviata a “data da
destinarsi” e il rinvio è stato portato a conoscenza del
pubblico, docenti compresi, non dalla dirigente scolastica, ma da
un’entusiastica dichiarazione del consigliere Ravello: «Esprimo profonda
soddisfazione, quindi, per il rinvio dell’incontro con lo storico Gobetti,
certo che si possa fare un salto di qualità e trasformare un potenziale comizio
in un dibattito equilibrato, e un sincero apprezzamento per la decisione della
Dirigente che, pur rivendicando un’autonomia scolastica peraltro mai messa in
discussione, ha compiuto una scelta di buon senso».
Settantacinque
docenti dell’Aldo Moro hanno espresso in un comunicato il loro sconcerto e la
loro indignazione per il rinvio e le modalità attraverso il quale ne sono venuti
a conoscenza. Anche all’interno del Consiglio Regionale c’è chi si è posto
giustamente dei problemi. Alice Ravinale (capogruppo AVS) si è, tra l’altro,
chiesta, riferendosi ai consiglieri regionali di Fratelli d’Italia: è
stata la scuola a rinviare l’incontro o sono stati loro, imponendosi
sull’autonomia scolastica?
Si aspettano
ora le risposte di Valditara, auspicabilmente sollecite e chiarificatrici, alle
interrogazioni parlamentari presentate dal Partito Democratico e da AVS. In
particolare, sarà interessante sentire cosa pensa il ministro delle
“pressioni”, certamente non solo mediatiche, a cui sarebbe stata sottoposta la
scuola e, in particolare, la Dirigente, a cui è toccata la decisione
finale. Dalle risposte di Valditara si attendono anche chiarimenti sulla
posizione assunta dall’Ufficio Scolastico Regionale. Nel frattempo, però,
l’assessore Marrone, sempre di Fratelli d’Italia, ha ritenuto di doversi
inserire nel dibattito, annunciando il progetto Oltre confine – Viaggio
nel ricordo 2025 e accusando Gobetti di scarsa credibilità
scientifica. Gobetti, ovviamente, non ha avuto problemi nello spiegare
limpidamente la sua posizione: «Le foibe sono una tragedia alla fine di una
tragedia colossale: il fascismo e la Seconda guerra mondiale portano morte e
distruzione in quei territori di confine. Le foibe sono soprattutto una
reazione, eccessiva e non giustificabile, alle violenze fasciste e naziste
subite in precedenza».
Se si giunge
a non fare parlare uno storico come Gobetti all’interno di un’iniziativa
didattica programmata da una scuola c’è motivo per essere seriamente
preoccupati. E per ricordare le parole con cui Gastone Cottino ha anticipato
molti aspetti della situazione attuale: «Siamo dunque di nuovo in un regime? In
che senso si può parlare di fascismo? Più che di regime in atto si deve parlare
dell’incombenza del fascismo. Cioè siamo in un cammino, in una deriva
sapientemente amministrata. In una rete che si sta tacitamente estendendo, che
parte dai simboli, dalle date e arriva allo spoil system e all’inserimento di uomini fidati in posizioni nevralgiche nella
scuola, nella magistratura e via seguitando» (All’armi son fascisti, Edizioni
Gruppo Abele, 2024, p. 15).
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