venerdì 9 agosto 2013

La bibliotecaria di Bassora - Mark Alan Stamaty

la storia di un'eroina dei nostri giorni, che salva libri.
un'avventura a fumetti da leggere per ricordare Alia - franz



Nella primavera del 2003, Alia ha condotto una lotta contro l’ignoranza e la sordità della guerra, salvando dalle fauci dei bombardamenti più di 30.000 libri. Dai dialoghi elementari e dai semplici tratti stilistici propri dell’autore, viene a delinearsi la figura di una donna che, pur non avendo quei superpoteri tanto in voga tra i personaggi di fantasia, è riuscita a compiere un’ impresa incredibile. I luoghi illustrati da Stamaty sono geometrici, essenziali e non rispecchiano affatto l’affascinante caos, tipico del Medio Oriente. Ma, come sottolineato dal giornalista Valerio Pellizzari nell’introduzione al fumetto, “questo scenario improprio” è voluto dal vignettista, per “lasciar maggior spazio alla fantasia” dei lettori. Il 20 marzo del 2003 l’esercito statunitense, appoggiato dalle truppe britanniche, ha invaso l’Iraq, cominciando a bombardarne il territorio. Lo scopo era scacciare l’ex leader Saddam Hussein, arrestato dalle forze della coalizione il dicembre dello stesso anno. Non solo migliaia di vittime civili hanno perso la vita, ma una parte del patrimonio culturale del paese ha rischiato di andar perduta per sempre.

Duri a morire
. Nell’aprile di quell’anno Alia, preoccupata per la sorte dei libri custoditi nella biblioteca della città, specchio della sua identità culturale, ha chiesto alle autorità governative il permesso per poterli trasferire in altro loco. Il governo, non solo ha respinto le sue richieste di aiuto ma, allo scoppiare della guerra nella provincia, ha trasformato l’edificio in una base militare, utilizzando il tetto come contraerea. Ma la bibliotecaria non si è arresa. Aiutata da molti abitanti della città, è riuscita a trasferire una parte dei volumi nella sua abitazione e l’altra nel ristorante Hamdam, a fianco della biblioteca. Tra le migliaia di libri salvati figurano un corano in lingua spagnola, una rarissima bibliografia di Maometto e svariate pergamene pregiate. Sono diecimila invece i libri bruciati tra le fiamme, ignorati dalle truppe britanniche appena entrate nella città.In quello stesso mese, nella capitale irachena Baghdad, la Biblioteca nazionale era soggetta a continui saccheggi e incendi provocati dai combattimenti. Sembra che nessuna forza armata si fosse mobilitata per impedire che documenti e archivi contenuti nell’edificio venissero distrutti. A tale indifferenza risposero tre giovani studenti universitari, Arkan Emir e Ahmed, che, armati di coraggio, si recarono nella roccaforte sciita di Sadr City in cerca d’aiuto. Qui, riuscirono a coinvolgere un importante capo religioso e i fedeli della sua moschea nell’impresa di salvataggio. Nonostante il 60 percento del patrimonio contenuto nella biblioteca sia andato perduto, grazie all’azione di questi ragazzi buona parte dei libri è stata trasferita in luoghi sicuri. Come ci ricorda l’autore israeliano Amos Oz, “[…] le persone possono essere ammazzate come formiche. E anche gli scrittori non è difficile ucciderli. Ma non i libri. Per quanto sistematicamente si possa cercare di distruggerli, c’è sempre la possibilità che una copia sopravviva in un angolo di qualche sperduta biblioteca”.

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