Avere a che
fare con una donna infuriata non è mai un'esperienza semplice. Quando le donne
sono migliaia, e si portano dietro altrettanti sostenitori/sostenitrici di ogni
parte del mondo poi, il gioco si fa davvero duro. Lo ha imparato a sue spese in
queste ore il social network più famoso del mondo, Facebook, i cui
amministratori hanno ricevuto centinaia di email di protesta sulla censura che
avrebbero operato nei confronti di "The uprising of women in the Arab
World" 1, una pagina
nata più di un anno fa per raccontare le conseguenze delle primavere arabe per
le donne della regione.
I fatti. Nato
più di un anno fa dall'idea di un gruppo di donne egiziane, palestinesi e
libanesi, il gruppo è diventato nel tempo un centro di discussione importante
sulla questione femminile nel mondo arabo, con più di 62mila supporter. Per
celebrare il primo anno di attività, qualche mese fa le fondatrici hanno
lanciato una campagna, invitando i fan a inviare una foto insieme a un cartello
con scritta su la frase. "Io sto con le donne del mondo arabo
perché...." era il messaggio obbligatorio, da completare con le personali
motivazioni. Ammesse tutte le lingue del mondo...
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