I cinesi compongono l'ideogramma del termine crisi attraverso la combinazione di due parole: pericolo e opportunità (alcuni dicono che non è esattamente così, ma prendiamola per buona).
Almeno da Berlinguer (Luigi) stiamo giocando in difesa e perdiamo quasi tutte le partite, qualcuna la pareggiamo, i successi sono fatti di rigori parati, non più di gol segnati e partite vinte.
La proposta delle 24 ore, come racconta Rossi Doria, è solo un assaggio, per preparare il terreno, comprare qualche sindacato, manovrare l'opinione pubblica, e poi lo faranno.
Questo è il pericolo, passo all'opportunità.
Credo che sia arrivato il momento di tornare a giocare all'attacco, per vincere, e la storia delle 24 ore può essere un'occasione. Trasformare quello che è un altro colpo, da cui ci si difende, e godere se perdiamo solo 2 a 0, e basta, in un occasione per rovesciare le sorti della partita (e della guerra di logoramento) che ci sta indebolendo sia collettivamente che a livello personale.
Perché non una proposta organica nella direzione che avevo indicato qui: 18 massimo, senza deroghe, di lezione, le altre in uno studio, da dividere fra 2-3 colleghi, una scrivania e un computer per ciascuno, riscaldamento d'inverno e climatizzatore d'estate, un telefono, accesso a internet, un bagno con la carta igienica e scottex per asciugare le mani, uno stipendio decente (europeo?) fra le altre cose?
Costringeremmo governo e sindacati altri a mostrare che l'opzione pochi soldi poco lavoro è la loro, e non la nostra, verrebbe spazzato, come suggerisce qualcuno, il doppio lavoro, che grandi problemi porta alla scuola, guadagneremmo un ruolo sociale, toglieremmo al ministero e al governo per la prima volta da decenni l'iniziativa, potremmo essere noi a condurre il gioco e a fare l'agenda, dimostrando che siamo capaci di rilanciare.
So che è una proposta troppo folle per alcuni, ma la ragionevolezza e l'acquiescenza ci hanno trascinato al punto in cui siamo.
anche qui
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