e questo è uno di quei libri che affascinano, con dei racconti davvero buoni - franz
… Forte delle rotte
metaletterarie del celebre Bartleby
e compagnia di alcuni anni fa, probabilmente il
libro più famoso dello scrittore catalano, Esploratori
dell’abisso compie una proiezione in avanti verso
una letteratura che riesce a restare in equilibrio tra il trasognato, l’ironico
e l’inquietante, tra Borges, Auster e Ballard tanto per dare alcune coordinate
di lettura. Ne è un esempio il lungo racconto Perché
lei non lo ha chiesto, il penultimo
della raccolta, in cui tutte le suggestioni seminate da Vila-Matas nei racconti
precedenti convergono verso una letteratura che mischia l’esperienza della
scrittura a quella della malattia, in cui l’autobiografia dell’autore diventa
spunto per raccontare l’incontro immaginario tra lo scrittore e l’artista
francese Sophie Calle. Una vicenda che Vila-Matas chiude così. «Non potevo
negare (…) che andare al di là di quello che scrivevo aveva un senso. Ma
pensandoci bene, preferivo restare dov’ero. No, non volevo muovere neppure un
altro passo verso l’abisso e trasferirmi dalla letteratura alla vita. Anzi, non
desideravo proprio lasciare la mia scrittura tra le braccia di quel tenebroso
buco che chiamiamo vita. Avevo indagato, esplorato quell’ombroso abisso che
intuivo nello spazio ignoto al di là della scrittura e ritenevo che innanzi
tutto fosse giunta l’ora di chiederci – soprattutto di questi tempi – di cosa
stessimo realmente parlando quando parlavamo della vita.» Un’epigrafe in cui
c’è tutta la poetica di un autore molto raffinato eppure misteriosamente
accessibile.
… Esploratori dell’abisso è un libro chiave
per tutti gli amanti di Enrique Vila-Matas. Rivediamo qui infatti l’eterno e
sempre affascinante mescolarsi tra letteratura e vita, un contrasto che non
viene mai risolto totalmente e che lascia nel lettore quella sorta di
malinconia alla quale lo scrittore barcellonese ci ha abituati. Difficile
riassumere la trama di molte di questi racconti solo apparentemente disconnessi
ma che girano tutti intorno allo stesso tema, tant’è che più che storie,
potremmo definirle come digressioni, diversi aspetti tesi a delineare un
qualcosa che appare, ora più che mai, sfuggente.Questi diciotto racconti (più
un epilogo) sono stati scritti dopo Dottor Pasavento, romanzo che segnò la fine
di una tappa nella produzione letteraria di Vila-Matas, ed in seguito ad
un’esperienza in ospedale, con l’intenzione di “offrire un ponte al lettore”
per poter attraversare l’abisso, tema caro al nostro, che già appariva nel
precedente Bartleby e compagnia. I protagonisti sono infatti una serie di
personaggi intenti ad investigare l’abisso, un concetto indefinito che può
essere la morte, ma anche la propria solitudine o pazzia. Tutti esploratori,
appunto, anche l’autore si riserva il vezzo di introdurre un falso esploratore,
un personaggio che non è quello che vuol farci credere. Racconti sospesi nel
limite tra la realtà e il sogno, come sempre buona letteratura.
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