giovedì 30 ottobre 2014

Ogni giorno è per il ladro – Teju Cole

un piccolo libro straordinario.
uno vive fuori, meglio, e magari si rimuovono i difetti della patria di partenza, e resta la nostalgia, Teju Cole torna per qualche settimana in Nigeria, e trova quello che si trova al ritorno. 
tutto il male, corruzione, estorsione, pressapochismo, oblio del passato, e qualche cosa bella, che vale ancora di più, visto l'ambiente.
un amico, un negozio che vende dischi, una persona che legge un libro sono cose preziose, minoritarie, da coltivare.
ma tutto è difficile, quasi impossibile.
la straordinarietà di questo quasi diario di viaggio risiede nel fatto che è disegnato il nostro futuro, non solo un presente (parzialmente) altro.
il Male vince, senza trovare ostacoli abbastanza forti da fermarlo, o anche solo rallentarlo.
un libro che con poche pennellate dipinge un mondo., con gli occhi di un quasi-straniero.
ma tu leggilo (anche) come una cronaca del nostro futuro, non potrai non sentirti coinvolto - franz







…Dopo il racconto di New York, anche la scoperta di Lagos – col suo odore di cherosene, i muezzin, i galli, il rumore dei generatori che partono ai continui black-out, i guru religiosi che girano con le Mercedes-Benz – si rivela presto essere l’unico modo in cui Cole cerca se stesso. Il suo peregrinare nei luoghi che non conosce e in quelli che conosceva un tempo esprime il desiderio di perlustrare una parte di sé che è ancora inaccessibile.
Ogni giorno è per il ladro è uscito in Nigeria nel 2007. È stato poi rivisto dall’autore per la pubblicazione nel resto del mondo nel 2014. Lagos è cambiata. Aprono nuovi fast food, si è formata una Chinatown che prima non esisteva. Con gli anni muta anche Teju Cole. I lettori continueranno a seguire i suoi viaggi nei quartieri di teppisti, le sue descrizioni della pioggia, la sua passione per l’arte. E chissà, magari un giorno, si fermerà, e per scrivere un grandioso racconto di una nuova città si metterà a scrivere. Non più reportage, ma una lunga lettera alla madre.

Ogni giorno è per il ladro (scritto in realtà per primo nel 2007, ma pub­bli­cato sinora solo in Nige­ria), oscilla con­ti­nua­mente tra appar­te­nenza e non-appartenenza, flut­tua tra nostal­gia, amore e rab­bia in una serie di pere­gri­na­zioni, di fram­menti ed epi­sodi, intra­mez­zati dalle dician­nove foto­gra­fie che l’autore stesso ha scat­tato a sette anni di distanza, nel 2013, come altret­tante istan­ta­nee di un mondo sfac­cet­tato e non ricon­du­ci­bile a verità asso­lute ed inter­pre­ta­zioni uni­vo­che. Il ritorno alla nativa Nige­ria san­ci­sce la presa di coscienza dell’impossibilità del «ritorno a casa», rac­co­glie sto­rie di esi­lio, segna un viag­gio epico nella vita moderna dell’Africa…

L’operazione compiuta da Cole è uno dei tòpoi più classici della letteratura, la cronaca di un ritorno a Itaca che si sposta però a un’altra latitudine, dove tutto è più estremo, intenso. L’autore è consapevole che il materiale che ha a disposizione per la sua storia è roba prolifica, bollente, che si presta con naturalezza alla narrazione, e lo maneggia con consapevolezza e misura. Dopotutto, tramite il suo personaggio confessa ai lettori: «provo una vaga compassione per quegli scrittori che devono esercitare il loro mestiere in sonnolenti sobborghi americani, descrivendo scene di divorzio simboleggiate da un lentissimo risciacquo di piatti. Se John Updike fosse stato africano, avrebbe vinto il Nobel vent’anni fa. Sono convinto che il suo materiale lo ostacolava. Shillington, Pennsylvania, semplicemente non era all’altezza della sua stravagante genialità». La Nigeria, invece, il talento di Teju Cole lo sa assecondare eccome.
da qui

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