Stefano Cucchi è mio fratello, i miei fratelli, di sangue.
Stefano Cucchi è i miei coetanei sfortunati, sbagliati. Amati. Perduti.
Stefano è i miei studenti sbroccati, spaventati e soli.
Stefano è una foto stampata per sempre, nei secoli della memoria,
Auschwitz e Buchenwald: l’ orrore.
Stefano è una sentenza ai confini della realtà
fatta di ecchimosi e fame… di umanità.
Stefano è mio figlio, solo con le sue paure e le sue responsabilità.
Stefano sono io incredulo e dolente. Svanito nell’assenza.
L’uomo Stefano è sete di giustizia, a volgere il suo sguardo ai più deboli.
Che non li umili oltre. Che sappia offrire futuri mattini.
Non notti senza luna, come oggi.
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