È successo nella tarda serata di ieri in corso
Garibaldi. È da poco passata la mezzanotte quando due rapinatori, coltello in
pugno, si avvicinano a una turista francese 29enne e le intimano di consegnare
la borsa. La donna si dispera, ma cede. Alla scena assiste un immigrato
senegalese 36enne che interviene e riesce a recuperare il bottino restituento
alla donna in lacrime la borsa con 500 euro, un tablet, uno smarphone e il passaporto.
Ma non è finita. Quando ormai l'immigrato è riuscito a prendere la borsa e sta bloccando i malviventi, un gruppo di italiani fa muro permettendo ai rapinatori di darsi alla fuga, minacciando di morte il senegalese. A quel punto arrivano i carabinieri e riescono a bloccare uno dei banditi che finisce in manette.
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quiMa non è finita. Quando ormai l'immigrato è riuscito a prendere la borsa e sta bloccando i malviventi, un gruppo di italiani fa muro permettendo ai rapinatori di darsi alla fuga, minacciando di morte il senegalese. A quel punto arrivano i carabinieri e riescono a bloccare uno dei banditi che finisce in manette.
Nella scuola lavorano due bidelle rom e i genitori degli alunni
si ribellano: "I nostri bambini non frequenteranno mai istituti dove
lavorano due che provengono da un campo nomadi", hanno protestato
indignate una quarantina di mamme. Succede a Monserrato, centro di 22mila
abitanti limitrofo a Cagliari, dove decine di cittadini si sono rivolti al
sindaco Gianni Argiolas per chiedere spiegazioni contestando la presenza delle
due donne anche perché "non era inserita nel Piano di offerta
formativa...". Il caso, riportato dal quotidiano L'Unione Sarda, vede come
protagoniste Vasvja Severovic - vedova con sei figli, fotografata sorridente
affianco a una lavagna - e l'amica Sena Halilovic.
Le due
donne sono state inserite in un progetto di formazione professionale e
integrazione finanziato con risorse europee ottenute dalla Fondazione Anna
Ruggiu che le ha proposte al Comune per un percorso di lavorativo per
l'inserimento sociale.
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Incidente mortale questa notte in via Guantai ad
Orsolona ai Camaldoli dove un cittadino rumeno è stato travolto e ucciso da un
italiano che, pur essendo privo di patente (il documento gli era già stato
ritirato) si è messo ubriaco alla guida di una Smart.
Mihai Gabriel Catalin, 34 anni, transitava in via Guantai ad Orsolone a bordo di un motociclo, quando è stato investito dalla Smart guidata da Angelo De Stasio. All'uscita di una curva l'auto ha invaso la corsia opposta travolgendo il romeno che è stato catapultato prima sul parabrezza del veicolo e poi sul muro perimetrale.
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Mihai Gabriel Catalin, 34 anni, transitava in via Guantai ad Orsolone a bordo di un motociclo, quando è stato investito dalla Smart guidata da Angelo De Stasio. All'uscita di una curva l'auto ha invaso la corsia opposta travolgendo il romeno che è stato catapultato prima sul parabrezza del veicolo e poi sul muro perimetrale.
Il pregiudizio, interi tomi.
RispondiEliminaera il 1967 o il 1968, giocavo in spiaggia, ad Alghero, con un bambino, poi abbiamo chiacchierato, lui era di vicino Verona, io gli ho detto che ero di Nuoro, e quel poverino è fuggito urlando "briganti", o qualcosa del genere.
RispondiEliminaecco il razzismo da bambino, e crescendo peggiora sempre (razzismo e bambino, se non si emancipa)