un uomo passa controvoglia, senza niente da
festeggiare, l’ultima serata dell’anno, a casa della sorella.
si beccano per un bel po’, poi, magia della tombola,
iniziano a parlarsi e a rivedere la loro vita (e i loro fantasmi).
penso che a Eduardo la commedia di Erri De Luca non
sarebbe dispiaciuta.
a me è piaciuta molto, senza troppe parole, però
quelle giuste - franz
…Protagonisti
della pièce sono solo due personaggi, un uomo e una donna sulla sessantina (si
verrà presto a sapere che sono fratello e sorella), riuniti per trascorrere insieme
l’ultima notte dell’anno e l’inizio del nuovo. Nessun altro con loro, se non,
più tardi, i fantasmi dei genitori, morti da anni. Si presenteranno, per così
dire, nel corso della nottata, mentre i due fratelli, come già in passato,
quando erano due ragazzi, attendevano il nuovo anno giocando a tombola in
famiglia. Prenderà così vita un gioco delle parti carico di nostalgia per un
tempo e persone amate che non torneranno più. Una nostalgia evocata in
particolare dall’estrazione dei numeri per la tombola, ciascuno con il suo
significato allegorico, e capace di mettere in campo ricordi, momenti e,
soprattutto, storie che l’uomo inventa lì per lì sulla base dei numeri estratti….
In La doppia vita dei numeri, la
poesia in prosa di Erri De Luca diventa teatro poetico. E non un teatrino di
basso livello, ma quello napoletano, il teatro della tradizione di Eduardo De
Filippo, abitato da “presenze” nostalgiche, ma estremamente preziose.
Lui e Lei si ritrovano a Napoli, a casa di Lei, per passare
insieme la sera dell’ultimo dell’anno. Parlano molto, del passato e della loro
città. La sorella accusa il fratello scrittore di non provare un vero affetto
neanche per Napoli. La risposta è splendida: “Non ci ho mai pensato se voglio
bene a Napoli. Come chiedermi se voglio bene alle mie unghie, ai capelli. Non
so se voglio bene a delle parti del mio corpo… Ci sto dentro, tutto qua”.
Nel menù del cenone, a parte una favolosa genovese, ci sono
anche i numeri per giocare a tombola. Quella di una volta, di quando erano vivi
i loro genitori. Allora, durante i festeggiamenti per il capodanno, “accadeva
il prodigio di estrarre, insieme ai numeri, una folla di storie in una lingua
mista”. Ma questa volta il prodigio è ancora più straordinario: i genitori
accettano l’invito della figlia a giocare. “I fantasmi”, afferma De Luca,
“rispondono a chi ha bisogno di loro, come i santi”. Un piccolo gioiello. (Vanja Luksic)
Vorrei davvero leggerlo tutto, Erri De Luca. E magari poi scrivergli una lettera ...
RispondiEliminaLo metto nella cesta dei desideri.
è che devi stare a rincorrere, lui scrive sempre, e il tutto sarà sempre parziale :)
Eliminae la lettera la apprezzerà, sono sicuro.
Ecco: dire le parole giuste. Anch'io vorrei leggerlo tutto... invece d'invocare fantasmi. E visto che si avvicina il cenone prendo il tuo post come suggerimento per mettere a tavola un suo libro.
RispondiEliminai fantasmi arrivano da soli, senza chiamarli, sono sempre lì.
Eliminaio ho iniziato con "Tre cavalli", l'ho letto diverse volte, e sempre mi è piaciuto moltissimo.