leggere un libro di Paul Auster è sempre un privilegio e una
sorpresa.
Paul Auster disegna e scrive architetture di storie che si
alternano, si sovrappongono, si sognano, si inventano, si intersecano, si
contengono.
e non sai mai come andrà a finire.
lasciati portare per mano dove vivono i personaggi del libro,
condividi la loro vita, i loro pensieri, le loro emozioni.
vivi con loro, non resterai mai deluso – franz
…Questo libro
deve esser letto essenzialmente per tre motivi: 1) le conversazioni tra August
e Katya, prime fra tutte quelle sui film. Katya infatti è una studentessa di
cinema, grande appassionata e critica di una rara finezza. Quando ha perso
Titus ha momentaneamente lasciato la scuola per tornare a casa, e dopo un
periodo in cui non faceva proprio niente, ha iniziato ad ordinare dvd da
internet per poi guardarli uno dietro l'altro. August non ha molto di meglio da
fare che tenerle compagnia sul divano, e affinché guardare film non diventi un
semplice passatempo passivo, anestetizzante e quasi nocivo, tra una visione e
l'altra stimola Katya a discutere dei simboli e dei significati. Le loro
discussioni al riguardo sono brillanti, intelligenti, e fanno venir voglia di
andar subito a vedere i film di cui parlano. 2) I ricordi di August,
soprattutto il momento in cui racconta alla nipote, dall'inizio alla fine, la
sua meravigliosa - ma non perfetta - storia con Sonia. 3) La potenza della
parola di Auster. E' incredibile infatti pensare che in un romanzo così breve
sia contenuto così tanto; i ricordi di August non sono solo quelli strettamente
suoi, ma riguardano anche le vite di altri che hanno sfiorato o si sono
intrecciate alla sua. Tra queste, alcune sono dolorose, altre atroci al limite
del sopportabile. Mi ha stupito proprio questo: non esito a definirmi una
lettrice dallo stomaco piuttosto forte, ho letto senza problemi sia scene
schifosamente pulp che ogni genere di romanzo ambientato nei campi di concentramento,
o di guerra, o di torture, o testimonianze di donne nei paesi arabi. Insomma,
di cose sconcertanti e da far torcere le budella ne ho lette un bel po',
sentendomi male certo, ma continuando senza grandi problemi. Ecco, a Paul
Auster sono bastate poche righe per farmi sentire davvero male. In
due momenti, per l'esattezza, cruenti e freddi come dev’essere realmente la
guerra. Non è permesso dimenticarsi, in effetti, che il tema sempre nascosto
dietro l'angolo è in effetti questo: l'intervento americano in Iraq.
Spero che a
questo punto abbiate già iniziato a cercare questo romanzo.
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