La Libertà Non Sta Nello Scegliere Tra Bianco E Nero, Ma Nel Sottrarsi A Questa Scelta Prescritta. (Theodor W.Adorno)
martedì 28 febbraio 2012
un'intervista a Colin Ward
continua su youtube...
giovedì 23 febbraio 2012
Lettera aperta di Mikis Theodorakis
Se il popolo greco non prende la situazione in mano per ostacolarlo, il pericolo della sparizione della Grecia è reale. Io lo colloco entro i prossimi 10 anni.
Accad(d)e in Italia
A prima vista, la notizia è che negli anni ´70 e ´80 ci fu un ricorso non episodico a torture di
polizia nei confronti di militanti della "lotta armata" – e non solo. È quello che riemerge da libri
(Nicola Rao, Colpo al cuore), programmi televisivi ("Chi l´ha visto"), articoli (come l´intervista del
Corriere a Nicola Ciocia, già "professor De Tormentis", questore in pensione). Non è una notizia
se non per chi sia stato del tutto distratto da simili inquietanti argomenti. Nei primi anni ´80 le
denunce per torture raccolte da avvocati, da Amnesty e riferite in Parlamento furono dozzine.
A volte la cosa "scappava di mano", come nella questura di Palermo, 1985. Oscar Luigi
Scalfaro, che era allora ministro dell´Interno, dichiarò: "Un cittadino è entrato vivo in una stanza
di polizia e ne è uscito morto". Era un giovane mafioso, fu picchiato e torturato col metodo della
"cassetta": un tubo spinto in gola e riempito di acqua salata. Gli sfondò la trachea, il cadavere fu
portato su una spiaggia per simularne l´annegamento in mare. Alla notte di tortura
parteciparono o assistettero decine di agenti e funzionari. Avevano molte attenuanti: era stato
appena assassinato un valoroso funzionario di polizia, Beppe Montana, "Serpico". All´indomani
della denuncia di Scalfaro, e delle destituzioni da lui decise, la mafia assassinò il commissario
Ninni Cassarà e l´agente Roberto Antiochia. Una sequenza terribile, ma le attenuanti si
addicono poco al ricorso alla tortura, il cui ripudio è per definizione incondizionato. Repubblica
sta ricostruendo la tremenda vicissitudine di Giuseppe Gulotta, "reo confesso" nel 1976
dell´assassinio ad Alcamo di due carabinieri, condannato all´ergastolo e detenuto per 22 anni:
finché uno dei torturatori, un sottufficiale dei carabinieri, ha voluto raccontare la verità.
L´elenco di brigatisti e affiliati di altri gruppi armati sottoposti a torture è fitto: va dal nappista
Alberto Buonoconto, Napoli 1975 (si sarebbe impiccato nel 1981) a Enrico Triaca, Roma 1978,
a Petrella e Di Rocco (ucciso poi in carcere a Trani da brigatisti), Roma 1982, ai cinque autori
del sequestro Dozier, Padova 1982…
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giovedì 16 febbraio 2012
Il nuovo inquilino - Javier Cercas
mercoledì 15 febbraio 2012
viva Sean Penn
da qui
martedì 14 febbraio 2012
noblesse oblige
Non si può certo definire un errore di misura quello dal dischetto di Gustavo Mendez, calciatore della formazione Under 20 dell'Estudiantes, squadra messicana. Il suo è uno dei peggiori rigori mai tirati. Eppure il tiro completamente sballato è stato accolto, sul web, da migliaia di applausi virtuali. Mendez infatti ha sbagliato appositamente il penalty su indicazione del suo allenatore Mauricio Gallaga. L'Estudiantes, sotto di 3 gol contro il Pachuca, si era guadagnato la massima punizione approfittando di una palla a due che in realtà avrebbe dovuto restituire agli avversari. E così il tecnico ha dato l'ordine di calciare a lato. Lo splendido episodio di fair play ha fatto il giro del mondo grazie al web.
da qui
lunedì 13 febbraio 2012
La Grecia crolla e ci travolge - Loretta Napoleoni
"Secondo me la situazione italiana non è cambiata molto. Permane un problema enorme di crescita: se l'Italia paga un tasso di interesse tra il 5 e il 6% per il il titolo di Stato decennale, dovrà chiaramente crescere tra il 5 e il 6% per poterlo pagare, se cresce sotto di questa soglia, come sta accadendo, le previsioni sono per una crescita negativa. Si dovrà in un modo o nell'altro trovare la differenza per poter pagare il tasso di interesse, a meno che non si voglia aumentare il rapporto tra il Pil e il debito pubblico. Quale sarà la politica del Governo Monti per spingere una crescita che deve essere 'sostenuta'? La verità è checi troviamo ancora nella stessa situazione, è cambiato solo l'andamento dei mercati, ma è un fatto temporaneo. In più, se la Grecia fosse costretta ad uscire dall'Euro, noi saremmo travolti dall'effetto domino. Ritengo che questo ottimismo sia veramente prematuro."
Considerate le piazze agitate, c'è il rischio che questa crisi possa tradursi in una sconfitta della democrazia?
"Questa secondo me è una crisi potenzialmente democratica, si sta imponendo all'intera popolazione europea, dunque anche ai Paesi ricchi, di pagare per il deficit accumulato dai Paesi periferici, quindi c'è una crisi di democrazia, uno scollamento tra la classe politica e la popolazione. Il 2012 e il 2013 saranno anni elettorali in Europa: secondo me vedremo grossi cambiamenti da parte proprio dell'elettorato in Grecia, in Francia e a seguire molto probabilmente anche in Italia." ...
Il gatto di Natale - Robert Westall
indubbiamente in Inghilterra sono bravi a scrivere storie per bambini,
qui ce n'è due, una bambina ospite di uno zio prete e un bambino in una miniera.
sono racconti per bambini con meno di 10 anni, è scritto in copertina, ma i due racconti non mi hanno fatto male. - franz
domenica 12 febbraio 2012
Spezzeremo le reni alla Grecia
Ma proprio l'altalena sempre discendente di questa crisi sta invece insegnando a decine di milioni di persone quanto l'Economia non sia (e non potrà mai essere) quella scienza dura ed esatta vantata dall'ortodossia neoliberista (quella stessa che ci ha scaraventati in questo baratro) ma una scienza inesatta, storicamente determinata e criticabile…
sabato 11 febbraio 2012
una scuola necessaria
Un’azione compiuta dallo stesso gruppo, legato al movimento dei coloni israeliani, che da mesi marchia luoghi sacri islamici e cristiani in Cisgiordania, Gerusalemme e Galilea, ed edifici pubblici, non solo palestinesi, con slogan razzisti. E’ il «price tag», il prezzo che i palestinesi e i loro amici, devono pagare per il solo fatto di reclamare i loro diritti o quando un avamposto colonico in Cisgiordania viene evacuato (molto di rado) dall’esercito.
Nella stessa notte dell’attacco alla «Hand in Hand», slogan anti-cristiani sono stati tracciati a Gerusalemme sulle mura esterne del monastero della Croce, un imponente edificio del XI secolo costruito nel terreno dove, si dice, crebbe l’albero con cui fu realizzata la croce di Gesù Cristo. «Morte ai cristiani», il messaggio lasciato sulle mura esterne del monastero da coloro che bonariamente i mezzi d’informazione israeliani definiscono «vandali». In passato slogan anti-cristiani erano comparsi anche in un cimitero greco-ortodosso di Giaffa. E’ chiaro che dietro queste azioni c’è sempre la stessa mano, che agisce da nord a sud di Israele oltre che nei Territori occupati. Ma la polizia «brancola nel buio»...
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sette anni per una poesia
TEMPO DI RIVOLTA IN PIAZZA. Le autorità hanno comunicato la decisione di perseguire Zhu quasi un anno dopo la scrittura della poesia dal titolo «È il momento». Il South China Morning Post, mercoledì 18 gennaio, riporta alcuni versi del componimento di Zhu: «È tempo cinesi / La piazza è di tutti / È il momento di muoversi e scendere in piazza per fare una scelta!». La poesia era stata pubblicata su internet.
I gelsomini e la loro paventata rivoluzione in Cina colpiscono ancora: il punto in comune tra tutti i recenti arresti è proprio quel momento dello scorso anno cinese. L'adesione, più o meno formale, a una rivolta che però non è mai avvenuta.
Appello al premier Monti per invitare le sue ministre ad astenersi dal dire sciocchezze - Marco Vitale
Ma questo credito e questa speranza si vanno squagliando. Perché la politica è composta non solo di fatti ma anche di parole che, talora, sono importanti come, se non più, dei fatti. Omero, in un canto dell’Iliade, per descrivere un grande capo Acheo dice: “Sapeva fare fatti e dire parole”. Non basta dire parole giuste se non seguono i fatti, non basta fare fatti se non si sanno pronunciare parole giuste. Per favore, fermi il parlare a vanvera delle sue ministre. Non sarebbe meglio se in un Paese, già così teso e nervoso, le sue ministre si astenessero dal dire sciocchezze su temi che ignorano o che non rientrano nei loro compiti?
venerdì 10 febbraio 2012
giovedì 9 febbraio 2012
Beatitudini - Christian Raimo (2007)
martedì 7 febbraio 2012
I tecnici di cui abbiamo bisogno - Paolo Cacciari
lunedì 6 febbraio 2012
Gatto Tigrato e Miss Rondinella - Jorge Amado
a volte capitano dei libri che ti stupisci, non lo hai letto da bambino,
non lo hai letto da grande, non lo leggerai mai.
ma questo cercalo e leggilo, almeno due volte, per non dimenticarlo.
non te ne pentirai, promesso.
se ti lascia indifferente, forse sei già morto, cerca il numero di un'agenzia
di onoranze funebri, provvederanno a tutto loro - franz
...Gatto Tigrato e Miss Rondinella è più di
un libro per bambini.
E’ una metafora della vita, un inno alla diversità e all’amore in tutte le
sue forme.
Lo consiglio vivamente sia come lettura per i bambini, che lo troveranno
divertente e un po’ strano.
Ma, soprattutto, come piccolo manuale per gli adulti…giusto per ricordare, ogni
tanto, che chi additiamo come diverso, in fondo, ci somiglia tanto.
sabato 4 febbraio 2012
i cinque più grandi rimpianti della vita
1 - avrei voluto avere il coraggio di vivere la vita che volevo, non quella che gli altri si aspettavano da me
2 - avrei voluto non (dover) lavorare così tanto
3 - avrei voluto avere il coraggio di esprimere i miei sentimenti
4 - avrei voluto stare più in contatto con i miei amici
5 - avrei voluto essere più felice
(scusate la traduzione - franz)
For many years I worked in palliative care. My patients were those who had gone home to die. Some incredibly special times were shared. I was with them for the last three to twelve weeks of their lives.
People grow a lot when they are faced with their own mortality. I learnt never to underestimate someone's capacity for growth. Some changes were phenomenal. Each experienced a variety of emotions, as expected, denial, fear, anger, remorse, more denial and eventually acceptance. Every single patient found their peace before they departed though, every one of them.
When questioned about any regrets they had or anything they would do differently, common themes surfaced again and again. Here are the most common five:
1. I wish I'd had the courage to live a life true to myself, not the life others expected of me.
This was the most common regret of all. When people realise that their life is almost over and look back clearly on it, it is easy to see how many dreams have gone unfulfilled. Most people had not honoured even a half of their dreams and had to die knowing that it was due to choices they had made, or not made.
It is very important to try and honour at least some of your dreams along the way. From the moment that you lose your health, it is too late. Health brings a freedom very few realise, until they no longer have it.
2. I wish I didn't work so hard.
This came from every male patient that I nursed. They missed their children's youth and their partner's companionship. Women also spoke of this regret. But as most were from an older generation, many of the female patients had not been breadwinners. All of the men I nursed deeply regretted spending so much of their lives on the treadmill of a work existence.
By simplifying your lifestyle and making conscious choices along the way, it is possible to not need the income that you think you do. And by creating more space in your life, you become happier and more open to new opportunities, ones more suited to your new lifestyle.
3. I wish I'd had the courage to express my feelings.
Many people suppressed their feelings in order to keep peace with others. As a result, they settled for a mediocre existence and never became who they were truly capable of becoming. Many developed illnesses relating to the bitterness and resentment they carried as a result.
We cannot control the reactions of others. However, although people may initially react when you change the way you are by speaking honestly, in the end it raises the relationship to a whole new and healthier level. Either that or it releases the unhealthy relationship from your life. Either way, you win.
4. I wish I had stayed in touch with my friends.
Often they would not truly realise the full benefits of old friends until their dying weeks and it was not always possible to track them down. Many had become so caught up in their own lives that they had let golden friendships slip by over the years. There were many deep regrets about not giving friendships the time and effort that they deserved. Everyone misses their friends when they are dying.
It is common for anyone in a busy lifestyle to let friendships slip. But when you are faced with your approaching death, the physical details of life fall away. People do want to get their financial affairs in order if possible. But it is not money or status that holds the true importance for them. They want to get things in order more for the benefit of those they love. Usually though, they are too ill and weary to ever manage this task. It is all comes down to love and relationships in the end. That is all that remains in the final weeks, love and relationships.
5. I wish that I had let myself be happier.
This is a surprisingly common one. Many did not realise until the end that happiness is a choice. They had stayed stuck in old patterns and habits. The so-called 'comfort' of familiarity overflowed into their emotions, as well as their physical lives. Fear of change had them pretending to others, and to their selves, that they were content. When deep within, they longed to laugh properly and have silliness in their life again.
When you are on your deathbed, what others think of you is a long way from your mind. How wonderful to be able to let go and smile again, long before you are dying.
Life is a choice. It is YOUR life. Choose consciously, choose wisely, choose honestly. Choose happiness.
da qui
giovedì 2 febbraio 2012
Alain e i Rom - Emmanuel Guibert, Alain Keler, Frédéric Lemercier
ricordo di Wislawa Szymborska
in un appartamento vuoto?
Arrampicarsi sulle pareti.
Strofinarsi tra i mobili.
Qui niente sembra cambiato,
eppure tutto è mutato.
Niente sembra spostato,
eppure tutto è fuori posto.
E la sera la lampada non brilla più.
Si sentono passi sulle scale,
ma non sono quelli.
Anche la mano che mette il pesce nel piattino
non è quella di prima.
Qualcosa qui non comincia
alla sua solita ora.
Qualcosa qui non accade
come dovrebbe.
Qui c'era qualcuno, c'era,
e poi d'un tratto è scomparso,
e si ostina a non esserci.
In ogni armadio si è guardato.
Sui ripiani è corso.
Sotto il tappeto si è controllato.
Si è perfino infranto il divieto
di sparpagliare le carte.
Cos'altro si può fare.
Aspettare e dormire.
Che provi solo a tornare,
che si faccia vedere.
Imparerà allora
che con un gatto così non si fa.
Gli si andrà incontro
come se proprio non se ne avesse voglia,
pian pianino,
su zampe molto offese.
E all'inizio niente salti né squittii.
mercoledì 1 febbraio 2012
zingari nel pallone
Tanti personaggi famosi hanno queste origini; nel mondo del calcio un nome su tutti: è il campione del Mondo e capitano della nazionale italiana Andrea Pirlo che per la precisione è un sinto italiano ma c'è anche Ibrahimović, rom khoraxay con genitori croato-bosniaci trasferiti in svezia negli anni '70 e che origini credete abbiano anche ad esempio Mihajlović e Savicević? E Cantona, Quaresma e González?
Insomma, finchè segnano e ti fan vincere coppe e scudetti va tutto bene ma se son dei poveracci meglio dargli la caccia ed il tutto con la scandalosa complicità dei mass-media.