Un libro che si legge d'un fiato, e non delude- franz
Ammazza un bastardo: una scritta che si riproduce sui muri di Parigi a marcare una campagna di destabilizzazione e sovversione che si estende anonimamente da un giorno all’altro, da una strada all’altra. Una campagna di un gruppo rivoluzionario che invita a far fuori i bastardi, sulla base di un manifesto che ricopre le strade di ogni arrondissement: “Ovunque siate, chiunque siate, c’è un bastardo che vi rende la vita impossibile. Ammazzatelo”. Iniziano gli attacchi. Quelli veri e quelli in effige. La carne e il simbolo, la politica e l’arte. Fino al minimalismo di un suicida che si bonzifica nell’esalazione della benzina, sostenendo un cartello con la scritta: “Sono un bastardo”. Sulla scena detective e politici, vedette dello spettacolo e giornalisti, criptorivoluzionari e artisti radicali. Critica alla maniera situazionista – semplificata nel racconto letterario, va detto - che rinfodera un plot nella tradizione del noir radicale d’oltralpe, mescolando abilmente surrealismo e hardboiled, critica radicale e letteratura di genere, nella tradizione di Manchette.
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