mercoledì 4 febbraio 2015

Siamo stati zitti - Francesco Gesualdi

Siamo stati zitti quando i nostri governanti hanno riscritto le regole del commercio internazionale per consentire alle multinazionali di spadroneggiare contro le piccole imprese, contro i lavoratori, addirittura contro gli stati, che corrono il rischio di finire in tribunale se si azzardano a fare leggi che, per difendere ambiente e salute, pongono limiti alle attività delle imprese straniere.

Siamo stati zitti quando ci hanno prospettato un’Europa costruita sul principio supremo della concorrenza selvaggia.

Siamo stati zitti quando ci hanno trascinati in una moneta unica senza alcun meccanismo a difesa delle economie più deboli.

Siamo stati zitti quando le imprese tedesche hanno avuto buon gioco a invadere i mercati degli altri paesi europei, grazie a leggi di casa propria che hanno abbattuto i costi di produzione sulla pelle dei loro lavoratori.

Siamo stati zitti quando hanno progettato l’euro avendo come unico obbiettivo quello di renderlo appetibile per la finanza internazionale affinché il suo valore salisse sempre più su.

Siamo stati zitti quando il governo dell’euro è stato affidato al sistema bancario europeo, che ha a cuore solo l’interesse delle banche contro i cittadini e i governi.

Siamo stati zitti quando i governi sono stati scippati del potere di stampare moneta, non avendo nessun’altra possibilità di finanziare i propri deficit se non ricorrendo a banche e investitori privati, che si comportano come strozzini.

Siamo stati zitti quando i trattati europei hanno anteposto l’interesse dei creditori ai diritti dei cittadini, imponendoci l’austerity come regola di vita.

Siamo stati peggio che zitti. Siamo stati assenti, considerando tutto ciò roba noiosa, da lasciare ai professionisti della politica.

Ed è successo l’inevitabile. Senza un fronte popolare che mantenesse la rotta, la politica ha deragliato. Ha trovato più conveniente mettersi d’accordo con i poteri forti, che in cambio di denaro hanno preteso regole a proprio favore. E oggi, che tutti i nodi vengono al pettine, non sappiamo da che parte rifarci. Sopraffatti dalla complessità ci limitiamo alla protesta, rendendoci simili a bambini che strillano nella speranza che qualcuno venga in loro soccorso per ripristinare i bisogni insoddisfatti. La delega continua ad essere l’atteggiamento dominante, ma ormai dovremmo averlo capito che solo la partecipazione e la proposta possono tirarci fuori dai guai.

2 commenti:

  1. Stiamo in silenzio per paura di essere considerati imbecilli. Stando zitti, magari non se ne accorge nessuno! Ma forse non funziona proprio così...

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  2. Puoi imbrogliare una persona tutte le volte, puoi anche imbrogliare tutti almeno una volta, ma non puoi imbrogliare tutti tutte le volte. (dice A. Lincoln e/o Bob Dylan)

    quello che è importante non è che si capiscano i giochi, alla fine ci arriva anche il più tardo, l'importante è quando

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