…Spero proprio che i firmatari, il dottor Francesco de Sanctis e l'anonimo assessore che credo di aver
individuato nella dott. Marina Lazzati, non abbiano letto la lettera
prima di concedere la firma, ma abbiano autorizzato ad inserire in calce il
loro nome dopo aver concordato con i funzionari il contenuto della circolare,
ma non la sua forma.
Infatti, se il merito è discutibile (ma comunque incluso
nell'ambito delle scelte politico-gestionali di dirigenti e assessori), la forma è un vero e
proprio disastro.
Una volta tanto le
caratteristiche del burocratese finiscono in secondo piano. Non
che la circolare sia un esempio di buona scrittura amministrativa, ci
mancherebbe. Classica la reticenza consentita dall'uso del
passivo nella
frase «sono previste per il prossimo anno scolastico ulteriori forti
diminuzioni di spesa». Ha fatto benissimo Annamaria testa a commentare: «Ah,
eccola, la magnifica forma impersonale burocratica. Previste da chi?». Già,
previste da chi, dal Padre eterno, dal destino cinico e baro, dal governo? Ma
classica anche la totale
corrispondenza tra frase e capoverso, in base alla quale si
va a capo alla fine di ogni pensierino (scusate, alla fine di ogni frase. Però
mi sono venuti prepotentemente alla mente i pensierini che facevo alle
elementari: finito uno, si andava a capo a creare quello successivo).
Ma a colpire sono soprattutto i veri e
propri errori di grammatica, del tutto inattesi in una
circolare scritta da un'istituzione che si occupa di scuola e indirizzata a chi
si occupa di scuola.
Facciamo la lista.
1. «Per questo motivo, in pieno accordo con
l’Assessorato all’Istruzione della Regione Lombardia e con la Direzione
Scolastica Regionale che firma congiuntamente questa nota ...»: qui non capisco
proprio. Chi firma congiuntamente con chi? Né l’Assessorato all’Istruzione
della Regione Lombardia né la Direzione Scolastica Regionale firma la lettera.
Ma se la firmassero, per l'appunto, la firmano, al plurale. Ma se la
Direzione Scolastica Regionale è, in realtà, l'Ufficio Scolastico Regionale,
allora sì che firma congiuntamente, e va bene al singolare, ma bisogna dire che
firma la nota congiuntamente con qualche altra
istituzione, cioè, nel caso specifico, con l'Assessorato provinciale. Insomma,
l'errore c'è. L'unico dubbio è se si tratta di un errore di accordo (firma invece
di firmare) o di valenza (firma congiuntamente, ma non si dice conchi).
2. «Tale possibilità sarebbe opportunamente
consentita dalla riorganizzazione degli orari effettuata dalla recente riforma
degli ordinamenti delle Superiori che portano ad un impegno massimo settimanale
di 32 ore limitato a pochi corsi di studio e nella generalità dei casi in un
arco di 27-30 ore». Anche qui, l'accordo
non funziona. Chi è il soggetto di portano? La riorganizzazione degli orari? È
singolare. La riforma degli ordinamenti? È ancora singolare. Gli ordinamenti?
Non funziona proprio come antecedente del che. Insomma, secondo errore
3. Nello
stesso brano: che cos'è che nella generalità dei casi è «in un arco di 27-30
ore»? L'impegno massimo settimanale di 32 ore? Qui o non funziona la sintassi
o non funziona l'aritmetica. Non c'è che da scegliere
l'errore.4. «Tale problematica investe pesantemente il problema del riscaldamento». Accidenti! Le problematiche che investono i problemi. A una genialata del genere credo che non fosse mai arrivato nessuno!
5. Tale decisione consentirebbe [...] una più
ottimale organizzazione del lavoro del personale ATA». Magnifico questo superlativo di un
aggettivo che ha nella sua radice un superlativo.
L'errore più pessimo di tutti. (Ops, a forza di leggere questo testo non domino
più neanch'io la grammatica dell'italiano).
Insomma, cinque errori cinque in 19 righe. Credo un record mondiale. Complimenti: ci vuole molta applicazione per giungere a questo risultato…
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