Pacifisti,
movimento NoPonte, artisti del Teatro Pinelli, studiosi dei Beni Comuni, preti
di periferia: a Messina la società civile s’è messa insieme, ha scelto un
candidato sindaco – Renato Accorinti– e l’ha
portato avanti. Mesi e mesi di campagna nei quartieri: “Non vi
chiediamo il voto, vi chiediamo di lottare”. E via per il prossimo volantinaggio, per il prossimo
incontro per la strada.
Non c’è stato bisogno di urlare insulti, non c’è stato
bisogno di nessun guru e di nessun vip.
Decisioni prese sempre tutti insieme, dall’inizio alla fine,
e senza grandi leader. E hanno
vinto così. Volevate sapere che cosa sono i movimenti dal basso, la famosa
società civile? Eccoli: sono questi qua.
Speriamo che i politologhi, i grandi esperti dei media, i
cucitori di alleanze e anche i grandi politici New Democrat e della Democracy
2.0 (nessuno dei quali s’era minimamente accorto che nella lontana Messina
stesse accadendo qualcosa) adesso tengano le zampacce lontane da questa
vittoria di poveri, di gente seria e perbene. Qua infatti si sta cominciando a ricostruire
l’Italia, senza grandi parole, così alla buona. E’ una politica
semplice, con una parole banale: “democrazia“.
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