L’altro giorno la nostra strega preferita, Angela Merkel,
ha fatto piangere una bambina palestinese dicendole senza peli sulla lingua:
«non possiamo accogliere tutti». Insensibilità teutonica. Noi latini
siamo più umani e bonari: non è che non possiamo accogliere tutti;
più semplicemente, non vogliamo accogliere nessuno.
Adesso ci sorprendiamo
e ci scandalizziamo per le schifezze esplose a Treviso
e alla periferia di Roma, con tanto di contorno a braccio teso di
Forza Nuova e Casa Pound.
Io però mi vorrei fare anche
un’altra domanda: com’è che a Casal San Nicola i fascisti c’erano
per aizzare le fiamme, e invece non c’era traccia di soggetti democratici,
civili e antirazzisti a contrastarli, a spiegare,
a offrire ragionamenti alternativi, e magari a sostenere
i migranti in questo momento difficile delle loro vite?
Dov’erano le brave persone del
Pd locale, che conosco e rispetto e che ho visto attivarsi solo per
organizzare le primarie? Dov’era Sel? E lasciamo stare gli altri.
È la stessa storia che ho visto,
dall’altro lato dello stesso quartiere, qualche anno fa, quando l’allora amministrazione
Rutelli cercò di decentrare i campi rom istituendone uno di dimensioni
limitate anche da queste parti: blocchi stradali, indignazione, grida
rivoltose, Forza Italia e gli ultras della Lazio in strada, e della
sinistra non una traccia. E alla fine, come a Treviso, come
a viale Morandi, vincono loro.
Il senso comune, il mescolarsi di paura, egoismo, vittimismo, ignoranza che si respira nell’aria di oggi è anche il risultato della nostra abdicazione dalla politica come pratica quotidiana nella società e nei territori, direi come didattica ed educazione di massa come è stata per tanta parte della nostra storia.
Il senso comune, il mescolarsi di paura, egoismo, vittimismo, ignoranza che si respira nell’aria di oggi è anche il risultato della nostra abdicazione dalla politica come pratica quotidiana nella società e nei territori, direi come didattica ed educazione di massa come è stata per tanta parte della nostra storia.
Ci siamo riempiti la bocca con
Syriza, ma in un paese ben più difficile e con più immigrati del
nostro, Syriza nelle strade e nei quartieri c’era, ed è per questo
che finora Alba Dorata non egemonizza le piazze. I manifestanti di
Casale San Nicola non sono innocenti e la «comprensione» da più parti
manifestata per le loro «ragioni» è pericolosamente vicina alla complicità.
Ma sono soggetti subalterni e manipolati, capaci di ribellarsi solo
contro gente più debole di loro.
La colpa più grave è la
nostra, la colpa è di una sinistra che ha un’idea rattrappita, separata,
specialistica e mediatica della politica, che ha scelto di lasciare
impolverare una democrazia costituzionale basata sulla partecipazione
attiva dei cittadini – e che anche per questo si è ampiamente
lasciata contaminare da settarismo, da affarismo e corruzione,
e anche in buona parte dalla stessa mentalità egoistica e proprietaria
di cui vediamo anche in questi episodi i risultati.
I nostri governanti non hanno
per migranti e rifugiati più rispetto dei rivoltosi trevigiani
e romani. Basta vedere come li gestiscono: non sono persone ma problemi,
da collocare dove capita, nella prima discarica che viene sotto mano, senza
progettare, senza coinvolgere, senza attivare pratiche democratiche
che possano prevenire i conflitti e aiutare l’accoglienza, senza
assicurarsi che dove li mettono ci possano davvero vivere. Chi sta al
governo lo sa benissimo che aria tira. Operazioni improvvisate, dilettantistiche
e autoritarie come queste sembrano – magari, sapendo chi c’è al ministero
degli interni, sono – fatte apposta per aizzare il peggio che c’è nel paese.
Poi si mandano i poliziotti coi caschi blu, a menare e a farsi
menare. Le vere priorità di governo sono altre.
Eppure io resto convinto che questo
paese non è rappresentato dai facinorosi di Quinto e di Casale
San Nicola. Sono convinto che siano minoranze che monopolizzano il
discorso pubblico e mediatico solo perché glielo consente il silenzio
di tutti gli altri. La possibile ricostruzione della sinistra passa
da qui.
Vanno benissimo gli accordi politici,
le sinergie fra notabili e gruppi dirigenti. Ma fino a quando in
strada ci saranno solo quelli di Casa Pound, tutto questo – al meglio –
resterà chiuso fra le solite quattro mura.
A proposito. Alla fine, la bambina
palestinese che Angela Merkel ha fatto piangere e la sua famiglia, in
Germania ci potranno restare.
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