giovedì 27 luglio 2023

Le bandiere a lutto e l’autonomia delle università - Roars

 

 

La decisione del Rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari che, unico tra i rettori delle Università italiane, si è rifiutato di collocare la bandiera a lutto per la scomparsa di Silvio Berlusconi, è stata accolta dal silenzio dell’accademia Italiana e dei suoi vertici. Montanari ha inviato una lettera alla CRUI in cui, dopo aver ricordato che la sua decisione è una conseguenza dell’insussistenza di obblighi per le università, chiede conto del silenzio del Presidente e della CRUI di fronte allo “scomposto attacco politico e mediatico a una università e a un rettore che esercitavano i diritti e doveri connessi all’autonomia”. Come accoglierà la CRUI la lettera di Montanari? Sosterrà che le università erano obbligate dalle norme a esporre la bandiera a lutto, sconfessando quindi l’iniziativa di Montanari? Oppure ammetterà che tutte le università meno una hanno scelto deliberatamente, esercitando la loro piena autonomia, di esporre la bandiera a lutto? In quest’ultimo caso, per quale ragione la CRUI non è intervenuta a difesa della scelta autonoma di una università di non esporre la bandiera a lutto? Qualsiasi sia la risposta, la CRUI ha scritto un’altra pagina che si aggiunge alle molte che indicano la sua debolezza nel difendere l’autonomia delle università di fronte al potere politico.

 

La decisione del Rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari che, unico tra i rettori delle Università italiane, si è rifiutato di collocare la bandiera a lutto per la scomparsa di Silvio Berlusconi, è stata accolta dal silenzio dell’accademia Italiana e dei suoi vertici. Montanari ha indirizzato una lettera alla CRUI cui allega il documenta che giustifica in punta di diritto la sua decisione, ratificata all’unanimità dal senato accademico e dal consiglio di amministrazione di UNISTRASI. In quel documento si mostra che la scelta di non esporre la bandiera a lutto è una conseguenza delle norme che riguardano l’autonomia universitaria determinando l’insussistenza di obblighi per le università per quanto riguarda il collocamento delle bandiere a lutto sugli edifici pubblici in occasione del lutto nazionale.

In forza di questa assenza di obblighi, Montanari, rivolgendosi al presidente della CRUI e rettore dell’università di Messina Salvatore Cuzzocrea, scrive di essere

molto colpito dal silenzio tuo e della CRUI di fronte allo scomposto attacco politico e mediatico a una università e a un rettore (minacciato sui media addirittura di arresto e di condanna penale!) che semplicemente esercitavano – in piena legittimità e in attuazione della Costituzione, legge e codice etico proprio – i diritti e i doveri connessi all’autonomia. Lo statuto della CRUI (articolo 2 comma 1) prevede che “la CRUI sostiene e difende l’autonomia delle università aderenti ad ogni condizionamento esterno di carattere ideologico, economico o confessionale”.

A questo punto delle due l’una. Se tutti i rettori e la CRUI ritengono che le università fossero obbligate dalle norme a esporre la bandiera a lutto, il silenzio di fronte agli attacchi ricevuti da Montanari indica una presa di distanza dalla sua iniziativa.

Se Montanari ha ragione riguardo all’insussistenza dell’obbligo, questo significa che tutte le università hanno deliberatamente scelto, in base al principio di autonomia, di esporre le bandiere a lutto. Anche la decisione di Montanari di non esporre la bandiera a lutto è frutto di una deliberazione che discende dal principio dell’autonomia universitaria. E allora il silenzio di fronte agli attacchi ricevuti da Montanari indica che la CRUI non ha ritenuto di difendere una università dagli attacchi alla sua autonomia.

Qualsiasi sia la risposta - se ci sarà una risposta -, la CRUI ha scritto un’altra pagina che si aggiunge alle molte che indicano la sua debolezza nel difendere l’autonomia delle università di fronte al potere politico.

Noi pensiamo che ci sarebbero molte ragioni perché la piccola UNISTRASI e il suo rettore decidano di lasciare la CRUI, chiarendo così che, al di là delle norme statutarie, la Conferenza dei Rettori non sa fare altro che negoziare briciole di risorse con i governi di turno, concedendo in cambio la progressiva abdicazione ai principi fondanti di autonomia e indipendenza delle università.

da qui

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