i pigri diranno che le due storie contenute nel libro sono di fantascienza, gli altri, pochi, diciamo che i due romanzi nel libro, L’amore al tempo dei morti e La partenza, sono due gran bei romanzi, senza bisogno di aggettivi di genere.
il primo racconta una grande storia d'amore, fra Jorge e Sybille, in un momento decisivo del loro rapporto, la seconda racconta una storia "privata", quella di Henry Staunt, ma sappiamo che il privato è pubblico, a maggior ragione se si trova in un romanzo.
si tratta in entrambi i casi dell'apparizione e della ricerca della morte, in un futuro prossimo venturo, e, poiché è un argomento che interessa tutti, nessuno si senta escluso, è un libro per tutti.
nessuno si pentirà di averlo letto, promesso - franz
… Non circolano morti viventi, spettri
irreali, ma morti che viaggiano in aereo, mangiano, discutono, amano, tutto
come facciamo noi, ma da morti. Chi si avvicina a un ex-vivo, non saprei come
meglio definirlo, si accorge che c’è effettivamente qualcosa di diverso nei
tratti del viso, nel colorito eccessivamente perfetto della carne o nella
fissità appena avvertita dello sguardo, ma è nella conversazione che il tutto
diventa, a costi culturali notevoli, significativamente diverso. L’ex-vivo,
come egli stesso ammette, ma senza ammettere realmente perché di nulla si deve
giustificare, non riesce più a capire il mondo dei vivi. Non essendoci il
valore positivo del “vivo” e quello negativo del “morto”, l’ex-vivo percepisce
le limitazioni del pensiero sempre condizionato dall’ego vulnerabile e precario
dei “vivi” come un insostenibile svilimento. Verso di loro non prova invidia
perché nulla di corporeo gli è negato, anzi, la condizione di libertà data
dalla mancanza di paura della morte gli permette di avere una lucidità e una
rapidità di pensiero impareggiabili…
… Strutture straordinariamente efficienti,
impeccabilmente corrette nel rispetto dell’etica individuale, ti dirigono verso
luoghi di “partenza”, senza fare fretta, con la possibilità, in ogni momento di
tornare indietro, di proseguire la vita come prima. Luoghi che sono il fiore
all’occhiello di una civiltà che non conosce guerre o violenze, dove la persona
è considerata il centro di un suo mondo di tutto rispetto, dove il micro e il
macro si fondono armoniosamente, la luce si incarna nell’ombra e non è l’ombra
che inghiotte la luce. E l’individuo può, a spese dello Stato, viaggiare,
realizzare ogni tipo di desiderio, leggere tutte le opere che non ha mai potuto
leggere, studiare le lingue, seguire corsi di archeologia, cucina, pittura,
musica, trovare stimoli tali da soddisfare, incoraggiare, l’élan vital che
permea l’uomo fino alla fine (ma quale fine?). Eppure da questi luoghi di
partenza ben pochi tornano indietro. C’è che ci rimane pochi giorni, chi settimane,
chi mesi e chi anni….
…L’amore al tempo dei morti,
l’amore oltre la morte, il desiderio e la paura di vivere in eterno, l’incubo
della sovrappopolazione mondiale e l’etica del suicidio sono alcuni dei temi
toccati da questi due sorprendenti romanzi brevi di Robert Silverberg, uno dei
più visionari e profetici scrittori contemporanei. La prima storia ipotizza un
mondo in cui chiunque lo desideri può chiedere di essere “rianimato” dopo la
morte. Il protagonista Jorge, ossessionato dalla prematura scomparsa della
moglie, non riesce a smettere di pensare che da qualche parte il corpo di lei
sta camminando, respirando, mangiando. Anche se le regole sociali vietano i
contatti tra i morti e i vivi, la desidera ancora furiosamente e si lancia in
una ricerca grottesca e disperata che lo porterà da un emisfero all’altro e
forse oltre la vita stessa…
Velocemente i due racconti. Il primo dà anche il titolo al volume – L’amore al tempo dei morti – e ci trascina
nell’ostinata disperazione di Jorge che vuole ritrovare l’amore di sua moglie
Sibille. Lei è morta tre anni prima ma questo non è più… un ostacolo
insormontabile perché «trattamenti sanitari speciali» consentono a chiunque lo
desideri di essere «rianimato» dopo la morte. Ma i nuovi vivi non gradiscono
mescolarsi agli altri. E viceversa. Si avverte sotterranea la certezza che le
due «razze» prima o poi si scontreranno per il potere. Nel frattempo se pure il
«separatismo totale» non c’è, le regole sociali ostacolano ogni forma di
comunicazione. Le diversità sono molte: «tutte le funzioni biologiche»
dei “rinati” sono rallentate mentre «le attività cerebrali tendono a diventare
più veloci». Pur di ritrovare Sibille, il protagonista accetta tutto, compreso
fingersi un rinato. Scorretto dire come la storia finirà e svelare dunque se
Orfeo ricondurrà «su» Euridice ma è persino difficile capire quale dei due sia
il regno dei morti. Tra mille metafore e citazioni Silverberg ci dona una storia
d’amore sconvolgente; se poi l’etichetta giusta sia fantascienza è poco
importante.
Il secondo racconto – «La partenza» – è
altrettanto inquietante. Nel 2095 «con l’approssimarsi del 136° compleanno»
Henry Staunt decide «che è ora di andare». In una società dove le «conquiste
della medicina sono talmente avanzate che quasi nessuno se ne va per morte
naturale» il suicidio è considerato un nobile sacrificio, anche per far fronte
alla sovrappopolazione. Ma cosa accade se la società decide che Staunt … deve restare?
Che può e dunque dare ancora qualcosa – la sua musica per esempio – prima
di «andare via»? O forse non è questo il vero problema? Anche qui il finale non
può essere neppure accennato.
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