Cara piccola, grande
persona che ti porti in grembo una vita che non hai deciso e non hai voluto,
che stipato in navi carcassa e gommoni saturi di nafta e dolore, hai lasciato
la tua terra cavalcando onde alte dieci metri, scappando alla morte, scappando
da un’infanzia mai vissuta, scappando da giochi di bambini, dal profumo dei
tuoi antichi sapori, piccola grande persona pensavano di non insegnarti a
splendere. Ma tu splendi più di quelle stelle che incorniciavano la tua
finestra imbrattata da mani che non conoscono la pietà e l’umanità. Sei
partito scappando, aggrappato a delle mani che cercavano di chiudere i tuoi
occhi per far tacere le tue lacrime. Sei salpato, ma non sapevi se saresti mai
arrivato, hai visto donne partorire, pregare, e cantare ninna nanne. Hai visto
spingere in un mare impastato di sangue, persone come te, solo non
resistenti come te. Tu hai lasciato correre tutto ciò che ti arrivava addosso,
il marcio di chi si nutre di sabbia e polvere da sparo, il livore di
chi non sa amare. Hai respirato e sei vissuto. Sei sbarcato in un
lembo di terra dove ti hanno accolto senza paura, dove l’inclusione non è una
parola scritta e poco diffusa, ti hanno accolto senza umiliarti. Ti hanno
chiesto i tuoi sogni e tu hai detto:”Voglio essere come voi”. Ti hanno aiutato
a conoscere i tuoi diritti e cosa ti aspetterà, anche se sei senza soldi,
documenti, ma solo con tanta speranza e attesa. Ti hanno spiegato che l'istruzione
è lo strumento più potente che hai per il tuo futuro. È un tuo
diritto, piccola grande persona. E tu, che la Scuola la vivevi con la paura
delle pene corporali, pene praticate sui bambini a cui non volevano insegnare a
splendere, apri quegli occhi da bambino dove tutto può accadere. Tu
non sei diventato famoso per essere morto su una spiaggia e immortalato dai
fotografi di tutto il mondo. Nessuno si commuove per te, non sei stato caricato
con i manganelli, tu ce l’hai fatta a non morire. Anche se non sei
ancora nato. Incroci sguardi di ragazzi, di uomini e donne, persone
che si trovano a vivere la vera esperienza della condivisione, della
fratellanza, rappresentanti di un ponte di solidarietà che può avvenire solo in
quel puntino quasi invisibile sulla carta geografica. Loro, i
lampedusani, testimoni di un cambiamento storico, abitanti del centro del
nuovo mondo, testimoni degli errori di un’umanità che sta esplodendo. Penso
ai nostri studenti, alle famiglie che annusano i diversi, i contrasti, chi ha
un cromosoma in più, quelli che non chiamano per nome le persone, ma per la
loro sindrome, e poi penso ai ragazzi che vivono insieme e attorno a voi. Per
loro, gli studenti e tutti quanti, avere carità e amore non è un atto di
speranza, ma la vita di ogni giorno. Una vita qualunque che splende senza che
nessuno se ne curi, come se non ci dovesse essere un domani ma un lungo
presente da vivere nel rispetto della tua fame, delle tue paure, e della tua
cultura. Ma forse la gente di mare è così, sempre pronti ad aiutare, da
sempre abituati alla povertà, alla notte dove si annidano dolci anime, ai canti
di sirene, raccogliendo frutti di mare e anime perdute. Proprio
lì nel centro del mondo c’è una grotta dove la storia dice come cristiani e
musulmani compissero dandosi i turni, i loro riti religiosi nel totale rispetto
reciproco. E improvvisamente vedi una donna che si leva le scarpe per
proteggere i tuoi piedi bagnati e scalzi, non riesci a ringraziare, ma le poni
i tuoi occhi nelle sue mani. Un’umanità troppo grande da essere contenuta in
un’isola così piccola e così immensa nella sua com-passione,
un’isola così lontana da una piccola Italia dove i diritti umani devono
essere approvati per legge ridotti a brandelli dal potere.
Sei arrivato insieme a mille e mille stelle come te, quasi cinque volte di più
di quelle persone che osservando il mare non vedono più stelle cadenti, ma
sogni da realizzare. Adesso, piccola grande persona, comincia una nuova vita,
un nuovo inizio, una nuova salita, un nuovo cammino. Riprendi le tue tracce
proprio da Lampedusa, da dove passa la Storia, e mantieni la
tua memoria, non fartela portare via da chi non ama la tua libertà. E
ricordati le parole di un’insegnante che delle stelle come te ne ha fatto la
sua vita: se ami la scuola, ti insegnerà la libertà di pensiero, di
critica e di scelta. Devi diventare una persona che non delega la sua vita ad
altri, ma devi partecipare al progetto più importante che è la tua vita. Ed è
nella Scuola pubblica che la democrazia vince accogliendo tutte le voci
e ne garantisce i diritti. Il mondo che ti verrà incontro nascerà da
quelle mura dove imparerai il tuo nome e la tua coscienza. Devi esserne fiero. E
ricordati: non ti vorranno fare splendere. E tu splendi, invece.
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