Proprio
il 27 marzo del 2016 un uomo ha sparato vicino alla Casa Bianca, a Washington,
ferendo anche un poliziotto, è stato poi fermato e arrestato.
In
Palestina, invece, se hai un coltello ti sparano, ma anche se non ce l’hai (qui)
ti sparano lo stesso.
In
omaggio alla frase attribuita (erroneamente) al generale Sheridan (qui) i soldati
israeliani dimostrano che il loro motto è: Il solo palestinese buono è il palestinese morto.
L’aggravante
(se fosse necessaria) è che l’assassino in divisa è un medico e lo slogan di un
politico israeliano è una pizza per un terrorista (palestinese, naturalmente)
ucciso.
B'Tselem, una ONG di traditori di Israele, secondo il governo
e molti guerrafondai (qui),
da qualche anno distribuisce videocamere ai palestinesi, per documentare omicidi
e prevaricazioni israeliane che avvengono (qui, qui e qui, giornalismo partecipativo).
Anche questa volta un video ha fatto il giro del mondo, e l’esercito
israeliano si costerna e s’indigna, ha preso duri provvedimenti, dicono, dopo
che tutti hanno visto il video dell’esecuzione, ma se per loro fosse davvero una cosa così
grave, possibile che nel minuto successivo, nel filmato, un qualche collega o
ufficiale non si sia avvicinato per prendere lo sparatore a calci in culo?
Chissà, forse aveva solo voglia di una pizza.
…L’agenzia Ma’an riferisce che
almeno 203 palestinesi sono stati uccisi dallo scorso ottobre, quando è
cominciata l’Intifada di Gerusalemme (nello stesso periodo sono stati uccisi
almeno 30 israeliani). Per le autorità israeliane gran parte delle vittime
palestinesi erano “attentatori intenzionati ad uccidere”. Più parti in questi mesi hanno criticato
Israele denunciando quella che definiscono una politica di “esecuzioni
extragiudiziali”.Quasi sempre i palestinesi responsabili di attacchi
tentati o compiuti sono uccisi sul posto dalle forze militari. Pochi sono stati
sino ad oggi i casi di attentatori arrestati. Per Israele invece i soldati
semplicemente sparano per legittima difesa.
Molti spiegano gli attacchi all’arma
bianca compiuti in prevalenza da giovani con la frustrazione che attraversa la
nuova generazione palestinese di fronte a quasi 50 anni di occupazione militare
israeliana. Per il premier israeliano Netanyahu invece gli attacchi sarebbero
causati dal fanatismo religioso e dall’istigazione che, a suo dire, arriverebbe
dai mezzi d’informazione. Ieri
sera Netanyahu ha paragonato gli attacchi compiuti dall’Isis a Bruxelles agli
accoltellamenti palestinesi.
qui la storia completa raccontata da Robert Mackey, nel sito The Intercept (diretto da Glenn Greenwald, Wikipedia spiega chi è)
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