giovedì 16 agosto 2018

Perchè Riace fa tanta paura al ministro Salvini?


La prefettura e il ministero di Salvini sabotano un’esperienza di accoglienza dei rifugiati che viene guardata con attenzione in molte capitali europee
di Caterina Amicucci (*)    con una lettera di Giovanna Marini



In questi giorni il piccolo borgo calabrese di Riace, famoso in tutto il mondo per il suo modello virtuoso di accoglienza diffusa dei migranti, è un crocevia di attivisti, giornalisti, personalità e curiosi. Oltre a celebrare dal 2 al 5 agosto la manifestazione Riaceinfestival, il sindaco Domenico Lucano ha iniziato uno sciopero della fame per protestare contro il blocco dei fondi SPRAR da parte della Prefettura e del Ministero degli interni. Da mesi al Comune non vengono pagati i saldi dei programmi già svolti e per il momento non è confermato il finanziamento del 2018 dal quale dipendono 150 migranti ed il lavoro di diversi operatori sociali. Versamenti che sono stati regolarmente effettuati ai paesi limitrofi della Locride che gestiscono altre strutture di accoglienza.
In una conferenza stampa congiunta, il presidente della Regione Mario Oliverio e Domenico Lucano hanno denunciato l’esistenza di un chiaro  disegno politico per chiudere l’esperienza Riace. I problemi sono iniziati con un’ispezione inviata dalla prefettura che ha prodotto un infondato verbale che giudica inadeguate le condizioni di vita dei migranti.Il verbale non solo è in contraddizione con la precedente ispezione della stessa prefettura che aveva lodato il modello Riace ma soprattutto con la realtà. Le porte del paese sono aperte a tutti ed è sufficiente trascorrervi poche ore per rendersi conto di come vivono i migranti e dell’aria che si respira in un luogo che solo pochi anni fa stava morendo di spopolamentoLa sezione di Catanzaro di Magistratura Democratica ha prodotto una contro inchiesta, una sorta di video-verbale indipendente che sarà presto reso pubblico e che smonta interamente i rilievi di merito della prefettura. Fra questi vi è anche la contestazione dell’uso dei cosiddetti  “bonus”, la moneta locale inventata da Lucano per rendere indipendenti i migranti negli acquisti dei beni di prima necessità. Una pratica virtuosa che dovrebbe essere un modello per tutti, perché oltre a favorire l’autonomia degli ospiti evita la gestione centralizzata di grandi acquisti, ovvero quella parte della filiera economica dell’accoglienza dove si annidano corruzione, collusione e infiltrazioni della criminalità organizzata.
“La nostra opinione è che le osservazioni critiche che a questo progetto vengono fatte siano di minimo rilievo. Sono osservazioni di carattere procedurale e formale, che esistono, ma che non hanno nulla a che vedere con la qualità del servizio”, spiega Gianfranco Schiavone vice presidente dell’ASGI, dopo aver studiato tutte le carte “Certo, una qualità del progetto che è andata diminuendo nell’ultimo anno e mezzo per carenza di fondi. Non si possono erogare servizi se non ci sono i soldi. Anche io ci vedo un disegno di chiusura che va avanti da tempo“.
Ma perché Riace fa tanta paura?
“Perché dimostra che è possibile. Hanno anche impedito la messa in onda sulla RAI del film girato qui a Riace. Perché?”, si chiede il sindaco Lucano, che aggiunge: “La ragione è che 7-8 milioni di persone avrebbero visto che a Riace è possibile. E’ possibile in una delle zone più depresse d’Italia, dove l’accoglienza non si limita ad una dimensione etica ed umana ma diventa anche la soluzione al problema dello spopolamento”.
Non è probabilmente una casualità che i problemi di Riace e del suo sindaco siano iniziati quando l’attenzione mediatica nazionale e internazionale sul piccolo borgo ha iniziato a crescere. Riace è infatti  la testimonianza viva in grado di neutralizzare in maniera diretta e concreta la violenta propaganda d’odio governativa.
La solidarietà al sindaco Lucano è arrivata da tutta Italia e la Rete dei Comuni Solidali ha avviato una raccolta popolare di solidarietà. “La Rete dei Comuni Solidali (RECOSOL), in accordo con le associazioni presenti durante il Riaceinfestival, avvia una raccolta popolare di solidarietà finalizzata a permettere al progetto di Riace di superare questa fase estremamente critica. Fase legata a ingiustificabili ritardi anche voluti da una politica ostile che vuole costringere alla chiusura un progetto di accoglienza divenuto noto in tutta Europa e che ha permesso di invertire il declino sociale, economico e demografico di una delle aree più difficili d’Italia, un’area caratterizzata da profonde infiltrazioni della criminalità organizzata. Riace rappresenta un modello di accoglienza e di legalità per tutti “, si legge nel comunicato della rete che lancia l’iniziativa.
Presenti a Riace anche padre Alex Zanotelli, Luigi De Magistris e la sindaca di Barcellona Ada Colau, che ha scelto di fare dell’accoglienza e della lotta al discorso d’odio un punto cardine della politica metropolitana.Per partecipare alla raccolta fondi con una una donazione unica o periodica (la campagna rimarrà attiva fino a dicembre 2018):  RECOSOL, IBAN: IT92R0501801000000000179515, causale Riace.
(*) tratto da Comune-Info



LA LETTERA (gira in rete) DI GIOVANNA MARINI
vi scrivo per questo problema di Riace che mi tiene sveglia la notte per la rabbia e l’impotenza. 
Sappiamo tutti che è un paese modello, Riace; grazie all’accoglienza, ora pieno di neonati e adulti che erano neonati quando sono arrivati sbarcati a Riace e accolti da un sindaco intelligente che con loro ha ricostruito e ricreato un paese morente.
Ora il sindaco fa lo sciopero della fame. Lo dicono solo i social e “Il sole 24 ore” che il ministero degli Interni nega a Riace i soldi, quasi 2.000.000, mandati dal’Europa per Riace, e nega anche la sovvenzione del 1° semestre 2018 che ha dato a tutti i paesi. Lo Stato taglia i fondi al sindaco di Riace perché è un paese modello.
C’è una sorta di consegna del silenzio su Riace, la gente non ne sa nulla, solo i pochi che vanno spulciando qua e là sui social qualcosa hanno capito. 
Hanno capito che Riace, che nel mondo è conosciuta come un’esperienza pilota che andrebbe seguita dai tanti paesini morenti in Italia, è invece destinata con tutto il suo carico di famiglie ormai salvate, felici, operative e anche di locali, a una lenta morte per estinzione del paese bollato da Salvini come culla di clandestini.
E’ una cosa che rivolta la coscienza, non ci si dorme su un’ingiustizia così stupida e crudele, perciò è venuto in soccorso il RECOSOL Rete di Comitati per la Solidarietà che si è messa a disposizione col proprio IBAN per aiutare il paese, per sconfiggere il razzismo inconsulto e sfrenato dell’attuale governo.




Mimo Lucano da due giorni ha ripreso vigore per fortuna, sempre continuando il suo sciopero della fame, ma ora confortato da un segno positivo, dal RECOSOL dopo nemmeno 48 ore della sua apertura sono arrivati 10.000 euro.
Prima il sindaco non voleva questi soldi di pura generosità: diceva “Riace ha i suoi soldi, li sta trattenendo il Governo, li deve dare“, ora ha capito che comunque il paese deve vivere, i servizi li deve dare ai paesani, e si è deciso ad accettare i nostri soldi e così è partita la rete. Tutto questo è accaduto pochi giorni fa, la decisione e la diffusione, ora tocca a tutti noi diffondere. E’ il momento di dimostrare che non siamo tutti razzisti e menefreghisti come spera Salvini. Ci sono coscienze che forse lui nemmeno immagina, ma che muovono il mondo meglio delle non-coscienze mosse solo da paura e ignoranza e stupidità: un tris mortale.
Vi abbraccio tutti fortissimo, stiamo vicini “statti cu’ mia, ca sinnò cadimme“. La mando a voi perché la possiate mandare a tutti e vi ringrazio infinitamente
Giovanna Marini
RECOSOL IT92R0501801000000000179515
causale RIACE

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