Un punto di partenza per scoprire – o riscoprire –
Violeta Parra è un bellissimo film cileno (del 2011) di Andrés Wood, «Violeta se fue a los cielos»:ci
sono le sue debolezze e le sue grandezze, è un film ruvido e sincero e
l’attrice Francisca Gavilán non interpreta Violeta,«è» Violeta.
Quasi tutti hanno ascoltato almeno una volta «Gracias a la vida», cantata da
mille interpreti in tutto il mondo, ma pochi sanno che è una canzone di Violeta
Parra.
Violeta arriva dal Cile, che è nel cuore di tanti, il
Paese di Pablo Neruda, Victor Jara e Salvador Allende: di quel Paese canta i
poveri, i bambini, l’amore, canta contro lo sfruttamento e l’ingiustizia.
Violeta è anche un‘artista che nel 1964 espone al Louvre
le sue opere, prima donna sudamericana.
Violeta ha scritto e cantato solo canzoni bellissime,
tutte hanno il dono della grazia.
Violeta si suicida a 50 anni, nel 1967, altrimenti sei
anni dopo l’avrebbero ammazzata a Santiago insieme a Victor Jara.
Violeta vive nelle sue canzoni.
Diceva Alberto Moravia di Pier Paolo Pasolini: «Abbiamo perso prima di tutto un
poeta, e di poeti non ce ne sono tanti nel mondo, ne nascono tre quattro in un
secolo; quando sarà finito questo secolo Pasolini sarà tra i pochissimi che
conteranno come poeta. Il poeta dovrebbe essere sacro». Violeta è una di quei poeti/artisti
che conteranno.
Gracias a Violeta, che ci ha dato tanto.
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