l'io narrante torna in patria, piena di turbamenti, gli amici Slavko e Metka lo accolgono, ma tante cose non vanno bene, nei mesi prima della guerra.
un libro che è un po' memoria, un po' nostalgia, un po' spionaggio, un po' storia d'amicizia e d'amore.
un miracolo che il libro sia stato tradotto in italiano - franz
Il buio è ambientato nella dilacerata Jugoslavia
post-titoista travolta da crisi sociali, politiche e ideologiche. Il
protagonista-io-narrante avverte che probabilmente sarà ucciso, e vuole
raccontare la propria storia. Vuole spiegare perché è chiuso da dodici giorni
in una stanza di albergo, perché ha cercato di camuffare il proprio aspetto,
perché vive in uno stato di perenne ansia. La sua vita è cambiata: prima del
crollo del comunismo faceva il traduttore di scrittori americani, frequentava i
salotti culturali, i party letterari e raccontava tutto quello che vedeva e
sentiva all'amico Davor Milo, agente per la sicurezza dello stato a Belgrado.
Ora, nascosto in un albergo canadese, deve farla franca, riuscire a ingannare
onnipresenti e invisibili cani da guardia che lo vogliono morto poiché
sospettano che lui complotti contro le istituzioni dello Stato. Incentrata su
una vicenda apparentemente personale e individuale, l'opera si dilata e va ben
oltre le caratteristiche storico-ambientali per trasformarsi in un efficace
paradigma delle molteplici vicissitudini individuali nel mondo comunista, non
solo jugoslavo.
…L'autore abbandona risolutamente gli
"esperimenti'' e gli espedienti narrativi per affrontare di petto il
dramma jugoslavo. Il lettore percepisce fin dalle prime pagine una grande
onestà: l'autore racconta le tragedie del suo paese esclusivamente dal suo
punto di vista di scrittore-personaggio, il quale si trova ad affrontare suo
malgrado un dramma dal quale vorrebbe fuggire. I chiari riferimenti autobiografici
rendono forse ancora più credibile questo libro, scritto, questo va
sottolineato, con grande mestiere.
Nelle prime pagine assistiamo alla cronaca
della vita dello scrittore-autore-personaggio, un intellettuale noto e
affermato che frequenta i salotti letterari e i ricevimenti all'ambasciata
americana. Una vita piuttosto agiata e comoda, nei limiti di quanto era
possibile negli ultimi anni di esistenza della Jugoslavia. Un episodio
apparentemente banale segna l'inizio di un impercettibile cambiamento: qualcuno
lascia alla reception dell'albergo dove alloggia il protagonista del romanzo
una busta con dentro una foglia di un albero di ginko di Zemun al quale sono
legati alcuni suoi ricordi dell'adolescenza, e in particolare quello di un suo
amore, Metka, in seguito andata sposa al suo caro amico Slavko, gallerista di
Belgrado…
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