martedì 13 novembre 2018

GAZA E’ DI NUOVO SOTTO ATTACCO - Patrizia Cecconi e Michele Giorgio




Al Forum della pace di Parigi, ieri, Netanyahu, convitato piuttosto imbarazzante in un forum del genere,  aveva mostrato se stesso senza ritegno affermando che per Gaza esclude  qualunque opzione politica e resta in piedi solo quella militare. Sono passate poche ore e ha mostrato al mondo di essere uomo di parola. Certo non di pace ma sicuramente di parola.
Mentre scriviamo sono ancora in corso i bombardamenti sulla Striscia di Gaza dove un’unità scelta dell’IDF, in abiti borghesi, a bordo di un’auto civile è entrata nella Striscia assediata inoltrandosi per 3 chilometri fino a raggiungere la zona in cui qualche “gola profonda” doveva aver indicato la presenza di alcuni comandanti della resistenza gazawa.
La missione criminale doveva essere “chirurgica”, come va di moda dire da qualche anno, cioè i killer dovevano uccidere e tornarsene serenamente alla base, ma non avevano tenuto conto che la resistenza, come vuole il termine che la individua, avrebbe resistito, pertanto, pur riuscendo ad uccidere subito Nur Baraka,  uno dei comandanti delle brigate Al Qassam, si sono trovati circondati e negli scontri  ha trovato la morte anche uno dei killer israeliani. L’operazione si è conclusa con tre martiri e alcuni feriti  da parte palestinese e con un morto ed un ferito da parte del commando israeliano. Altri morti e feriti palestinesi si sono aggiunti in seguito al lancio di missili israeliani. Mentre scriviamo i martiri sarebbero 6 e i feriti un numero imprecisato.
L’operazione meriterebbe il nome di azione  terrorista se a commetterla non fosse stato Israele, ma questo difficilmente verrà notato. Comunque il commando risulta bloccato, nonostante Israele abbia fatto entrare in azione i suoi aerei bombardando pesantemente la zona e facendo altri due morti e altri feriti per permettere ai suoi uomini di tornare alla base. Un genio della democrazia israeliana, il parlamentare della Knesset Haim Yelin ha dichiarato che gli aerei da bombardamento hanno la normale funzione di salvare un soldato.  Comunque i tre o quattro uomini del commando, al momento, sono ancora bloccati nella Striscia .
Ma perché questa scelta da parte di Israele? Perché entrare nella Striscia assediata e andare ad assassinare i membri della resistenza? Non ci sembra possibile pensare ad un’azione estemporanea dettata dall’odio ingegnoso di qualche fanatico militare, no, sicuramente si tratta di una decisione programmata per raggiungere un obiettivo.
Ma quale? Quello di provocare la reazione gazawa e poter avviare un nuovo massacro capace di distrarre gli israeliani da altri problemi che riguardano il loro premier?
Arriva in questo momento, circa le 22, la notizia che Netanyahu, preoccupatissimo, ha lasciato il forum di Parigi. Ufficialmente per seguire da vicino quanto sta accadendo nella Striscia. Ufficialmente sarà pure così ma ufficiosamente è difficile crederlo. Le forze militari bombardano in media due volte a settimana nella Striscia e i morti, solo per le manifestazioni della grande marcia hanno superato i 230, i feriti hanno superato i 22.000 e le agenzie di stampa riportano che Netanyahu è rientrato in Israele perché preoccupato di questa nuova situazione! Chi scrive non ci crede, mentre crede che tutta l’operazione possa essere in grado di mettere in secondo piano le incriminazioni per frode e simili che rischiano di disarcionare il cinico Bibi buttandolo fuori dal governo e dalla vita politica.
Intanto un comunicato da Gaza fa sapere che tutte le fazioni politiche sono concordi in una difesa comune contro l’ennesima aggressione israeliana. Arriva anche notizia che la Resistenza risponderà questa notte al terrore israeliano seminando paura con i suoi razzi che non sempre l’iron dome riesce a intercettare.
I mezzi di informazione che seguiranno le veline israeliane domani (oggi per chi legge) racconteranno che Israele ha reagito all’uccisione di un suo militare. Non sarà la verità, non lo sarà semplicemente perché non diranno il motivo per cui quel militare, in abiti civili, si era infiltrato nella Striscia assediata. Andrà avanti come al solito la narrazione a termini invertiti e intanto Israele seguiterà a confiscare terre, a distruggere vite e case palestinesi, ad ampliare le illegali colonie in West Bank e ad assediare e uccidere nella Striscia di Gaza raggiungendo il primato mondiale dei crimini rimasti impuniti perseguendo il suo obiettivo di annessione dell’intera Palestina e tenendo Gaza come risorsa multiuso, vuoi per sperimentare armi e strategie nuove, vuoi come mercato di sbocco di merci che altrimenti non potrebbe vendere, vuoi come “salvavita distrazionale” nei momenti critici per la tenuta del governo.
da qui

Michele Giorgio -  il Manifesto
Roma, 13 novembre 2018, Nena News – Una linea sottile separava ieri sera la Striscia di Gaza da una nuova guerra. Il blitz israeliano di domenica nella zona di Khan Yunis, in cui è stato ucciso un comandante militare di Hamas e altri sei membri del movimento islamico, ha avuto conseguenze inevitabili ed immediate. Gaza e le vicine città e località israeliane sono piombate in un clima da conflitto. Lanci di razzi palestinesi e attacchi aerei israeliani sono andati avanti per ore prima di lasciare spazio ad una pausa carica di tensione. Benyamin Netanyahu domenica aveva spiegato e difeso, di fronte alle proteste dell’ala più estrema del suo governo di destra, la decisione di permettere a soldi e carburante del Qatar di entrare a Gaza dove due milioni di palestinesi vivono in condizioni a dir poco precarie. Aveva sottolineato la necessità di evitare nuovi conflitti armati. E qualche ora dopo i comandi militari hanno dato il via ad un’operazione in profondità nel territorio palestinese.
Il commando israeliano, a bordo di un’auto e in abiti civili, è entrato nel territorio di Gaza all’altezza di Khan Yunis. L’ala militare di Hamas, Ezzedine al-Qassam, ha riferito che le forze israeliane sotto copertura hanno sparato e ucciso Nour el-Deen Baraka, un comandante di livello medio, responsabile, pare, della costruzione di gallerie sotterranee in quella zona. Le cose per i soldati israeliani non sono andate secondo i piani. La sicurezza di Hamas è molto più efficiente e capillare rispetto a qualche anno fa quando le unità speciali israeliane facevano ciò che volevano riuscendo sempre a far perdere le loro tracce. I membri di Qassam hanno scoperto l’auto e l’hanno inseguita. C’è stato uno scambio di raffiche di mitra durato almeno due ore.
I comandi israeliani hanno messo in atto un piano ampio per tirare fuori da Gaza i mistaravim (così sono chiamati i militari che si travestono da palestinesi) bloccati dai combattenti del movimento islamico. Tre palestinesi e un ufficiale israeliano sono rimasti uccisi nello scontro a fuoco. Altri tre palestinesi sono stati uccisi dall’aviazione israeliana. I comandi israeliani ieri si complimentavano a vicenda per quanto hanno fatto, sottolineando di aver impedito la cattura dei membri dell’unità speciale. Ma per molti minuti a dettare legge sono stati i palestinesi. Solo l’intervento massiccio di aerei, droni ed elicotteri ha permesso la fuga dei soldati. Il capo di stato maggiore Eisenkot ha spiegato il blitz come una «attività operativa». Il portavoce dell’esercito ha aggiunto che l’operazione «non aveva lo scopo di uccidere o di rapire ma solo di rafforzare la sicurezza israeliana» e che la “forza speciale” era impegnata in una missione di intelligence «come tante altre che avvengono e non sono rese note». Hamas invece è sicuro: lo scopo della missione era quello di uccidere o fare prigioniero Baraka e altri palestinesi ma i suoi membri sono stati capaci di evitarlo.

Rabbia ed emozione ieri mattina si sono impadronite delle molte migliaia di palestinesi che hanno preso parte ai funerali dei sette uccisi. Nel pomeriggio è scattata la risposta, attesa da tutti. Da Gaza nel giro di meno di due ore sono partiti circa 200 fra razzi e colpi di mortaio verso Sderot, Shar HaNeghev, Ofakim e tante altre località e centri abitati del sud di Israele con decine di migliaia di abitanti che si precipitavano nei rifugi allertati delle sirene di allarme. Filmati postati sui social hanno mostrato un’ondata di decine di razzi sparati tutti nello stesso momento mentre Hamas, con un suo comunicato, rivendicava l’attacco in risposta ai sette combattenti uccisi. Almeno tre israeliani, rimasti feriti, sono stati trasferiti negli ospedali della zona. Un’abitazione di Sderot è stata avvolta dalle fiamme. Un razzo anticarro ha colpito un autobus israeliano ferendo un passeggero in modo serio. I cacciabombardieri israeliani sono decollati subito per martellare Gaza da nord a sud. Potenti boati hanno rotto il silenzio della sera di Gaza, con la popolazione barricata in casa nel timore di una nuova guerra. Alcune esplosioni hanno danneggiato parti della rete elettrica gettando nel buio intere aree di Gaza dove, è bene ricordarlo, anche senza le bombe la corrente c’è solo poche ore al giorno. Tre palestinesi, due dei quali membri delle Brigate Abu Ali Mustafa, sono stati uccisi. Diversi i feriti. Una notte carica di paura ha fatto da scena ai carri armati e i blindati israeliani che stavano circondando Gaza. Una incerta mediazione egiziana, secondo indiscrezioni, è partita in tarda serata nel tentativo di evitare la guerra.

Nessun commento:

Posta un commento