domenica 13 novembre 2011

Il libro dei teschi - Robert Silverberg

Inizia come una gita di quattro ragazzi e finisce in dramma,  in un crescendo di un grande scrittore.
Passa per essere un libro di fantascienza ed è la riprova che le classificazioni sono inutili e fuorvianti. È solo un gran bel romanzo, che tiene ben svegli fino all’ultima pagina.
Non ve ne pentirete, promesso – franz


 Non vi sono dimensioni parallele, aliene o di un altro mondo in questo libro, l’indagine di Silverberg si rivolge esclusivamente dentro le galassie dell’animo umano, negli anfratti della mente, laddove a volte s’incontrano mostri sconosciuti che sembrano appartenere ad altre vite, altri mondi, altre galassie. Il viaggio dei quattro giovani dentro i misteri di un antico manoscritto, iniziato quasi per gioco o per curiosità, si trasforma inavvertitamente in una riflessione su se stessi e sul senso della vita. L’indagine delle proprie colpe, dei propri ricordi e dei motivi per stare, o non stare, al mondo, diventa veicolo di crescita e trasforma quattro ragazzi in uomini capaci di prendere decisioni impensabili prima che tutto avesse inizio. Bisogna avere fede nella vita prima di aspirare all’immortalità. Bisogna avere fede nella fantascienza (fantafilosofia?) prima di leggere questo libro, perché anche il lettore come i quattro ragazzi, e come in un gioco di meta-letteratura, leggendo Il Libro dei teschi intraprenderà un viaggio intellettuale che lo porterà a riflettere sulla natura ambigua della propria coscienza.
Silverberg conduce le danze con mano sicura. La scelta formale dell’autore di suddividere il libro in brevi capitoli che a rotazione propongono il punto di vista di ciascuno dei quattro studenti, oltre che sviscerare profondamente le diverse psicologie in gioco, asseconda stupendamente il ritmo dell’azione che procede incalzante fino all’ultima pagina, quando, i dubbi e le certezze dell’esistenza si legano indissolubilmente agli eventi accaduti.
In fondo è un libro truffaldino, che promette la vita eterna costringendo a ripercorrere quella appena trascorsa.
  
Il libro dei teschi è un ottimo romanzo fantastico, in un certo senso potremmo definirlo di formazione. Di sicuro è introspettivo, psicologico, di crescita.
Quattro ragazzi, compagni di stanza al college. Quattro persone completamente diverse tra loro.
Timothy è un aristocratico, la famiglia che vive di rendita dai tempi di un lontano trisavolo, i suoi antenati eroi della rivoluzione. Il meglio della società, con un futuro già scritto di ricco ereditiero e di ufficiale militare che mai vedrà una battaglia. Il college per lui è una mera formalità.
Oliver, ragazzo di campagna sfuggito a un grigio destino di lavoratore nei campi per diventare chirurgo. Il migliore in tutto quello che fa, dallo studio allo sport alle ragazze. Alto, bello, robusto, solido.
Ned, figlio di emigrati irlandesi, di formazione gesuita. Un artista, un poeta maledetto. Un omosessuale.
E Eli, ebreo, esperto di lingue medioevali che gode già di una notevole fama pur essendo ancora al college. Bruttino, completamente sfortunato con le donne.
E questi quattro ragazzi partono, per le vacanze di Pasqua, per un’avventura straordinaria. Reclutati da Eli, che nei meandri dei magazzini della biblioteca aveva recuperato un antico libro, Il libro dei teschi. Lo aveva tradotto.
E aveva scoperto questa setta immortale, questo gruppo di persone che aveva sconfitto la morte e che prometteva la vita eterna a chi si fosse avvicinato ai loro insegnamenti…

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