...Un sottile senso di dispiacere mi pervade quando esce un album nuovo di Gian Maria Testa. Perché so che dovrò aspettare 4-5 anni per ascoltarne un altro. “Io ho dei tempi lunghi per fare un album, una specie di gioco crudele con me stesso. Faccio una canzone, la finisco, non la scrivo né niente. E la lascio lì e lascio passare il tempo. Poi riprendo in mano la chitarra e la riprovo. Alcune me le sono completamente dimenticate. E penso che in fondo era il loro destino. Altre me le ricordo ancora, ma sarebbe stato meglio se me le fossi dimenticate. Altre ancora, la minor parte, me le ricordo e mi convincono. Sono quelle che vanno in un disco”. Dopo cinque anni di attesa Gian Maria Testa torna con “Vitamia”, un disco di anima e di testa, di passione e di impegno, di legno e di ferro. dove si parla di figli e operai, di amori finiti o solo trasformatisi in una “Dimestichezza d’amor”, di secessioni e tempi bui, ma chiudendo comunque con un sorrisoe un canto corale: "La giostra". Cinque anni di lima e di pialla da perfetto artigiano della canzone d’autore per sbozzare il gioiello di un disco che parli alternativamente a testa e anima, ma che parli comunque la lingua della maggiore canzone d’autore.
da qui
una bella persona, prima ancora del musicista: io gli darei la direzione delle Ferrovie, sicuramente farebbe tutte le cose giuste.
RispondiEliminaL'ho inquadrato bene quando l'ho visto in tv con Marco Paolini, prima lo confondevo con tanti altri cantautori - ma GianMaria Testa non è mica uno dei tanti altri cantautori
:-)
io l'ho visto in teatro, concerto bellissimo,
RispondiEliminapotremo pensare al ministero dei trasporti